Mai come in questi giorni la città subisce le conseguenze dello stato disastroso della metropolitana. La linea B1 è rimasta ferma più di una volta “per mancanza treni”, mentre i tempi di attesa sono ormai da tradotte regionali e non certo da capitale occidentale.
Il rinnovamento della flotta è ritenuto indispensabile da diversi anni, tanto che nel 2017 il governo Gentiloni stanziò 425 milioni per la “manutenzione urgente” dei treni romani. Di questi 425 milioni, 134 erano destinati all’acquisto di un primo lotto di 14 nuovi treni. Come sia andata a finire è noto a tutti: quei soldi non sono mai stati spesi per la goffaggine della giunta Raggi e per la paralisi di Atac.
Solo a maggio del 2021, quindi ben 4 anni dopo, l’avviso di gara venne finalmente pubblicato e si chiuse a settembre del 2021. Due mesi dopo, il Ministero dei Trasporti aveva integrato lo stanziamento iniziale con altri 160 milioni derivanti dal fondo investimenti.
Dunque l’accordo quadro complessivo (per un valore di 253 milioni) aveva visto finalmente una conclusione, venendo aggiudicato l’appalto a CAF, il Consorzio spagnolo che già aveva fornito nei primi anni 2000 i 45 nuovi treni della linea A e nel 2013 18 convogli per la linea B.
Il Consorzio CAF si era impegnato a consegnare entro il 2025, cioè entro il Giubileo, 23 nuovi treni per la linea B e 7 per la A.
Ma settimana scorsa il Tar ha gettato una secchiata d’acqua fredda su chi già sognava un parco mezzi rinnovato. Ha sospeso l’aggiudicazione accogliendo le obiezioni della seconda classificata, la Hitachi Rail STS. I problemi sollevati – spiega l’ordinanza del giudice amministrativo – sono di natura estremamente tecnica e “non appaiono prima facie implausibili“. Insomma, qualche fondamento nel ricorso di Hitachi c’è ma il Tribunale non è in grado da solo di dirimere la questione, per cui si è affidato ad un professore universitario della Facoltà di Ingegneria della Sapienza. Sarà questo super consulente a verificare se il punteggio assegnato a CAF sia stato corretto. Nel frattempo tutto sospeso.
Il timore che le cose adesso vadano per lunghe è molto concreto e – sebbene la prossima udienza sia stata fissata per l’8 giugno – il rischio che la fornitura non sarà completata entro il 2025 si fa elevato.
Non è certo la prima volta che i ricorsi al Tar bloccano processi che la città attende da anni e quando questi si assommano alla inefficienza della politica, il mix che ne scaturisce è micidiale.
Tra le due aziende, i rapporti non sono mai stati buoni. Già nel 2019, la Hitachi bloccò una importante fornitura di treni ETR500 a Trenitalia che era stata vinta da CAF. Anche in quel caso un ricorso al Tar fu decisivo.
Senza i nuovi treni, la metropolitana di Roma rischia un drammatico collasso. Negli ultimi anni non si è fatta manutenzione e non sono state programmate le revisioni di legge. Senza una deroga, ottenuta in extremis, oggi la gran parte dei treni sarebbe nei depositi. Nelle ultime settimane si sono aggiunti i sabotaggi di un tornio che serve per regolarizzare le ruote e di altri macchinari. Pensare che nel 2025, la capitale possa affrontare l’afflusso di milioni di pellegrini in queste condizioni di trasporto fa solo venire i brividi.
Per l’ordinanza del Tar cliccare qui
Una risposta
E c’è ancora chi rimpiange la Raggi.