Questo pomeriggio si chiude la campagna elettorale. I principali candidati hanno organizzato feste e comizi di piazza nel tentativo di convincere gli ultimi indecisi e poi da domani, come di consuetudine, silenzio fino alla chiusura delle urne.
Gli ultimi discorsi saranno concentrati sui fantasmagorici programmi che ciascuno intende attuare, elenco di promesse e impegni sui vari argomenti. Ma quanto di questi programmi resterà sulla carta e quanto si trasformerà in realtà? Ha provato a rispondere a questa domanda MonitoRoma, l’osservatorio sui programmi dei candidati sindaco¹, che ha rilasciato un articolato rapporto che si può consultare cliccando qui.
E’ la prima volta che un comitato indipendente di esperti mette a confronto i programmi non tanto dal punto di vista politico quanto da quello tecnico. Si è trattato, in sostanza, di valutare la fattibilità concreta, i tempi di realizzazione, i fondi da reperire. Il lavoro di venti esperti è stato validato da un Comitato di garanti composto da personalità del mondo imprenditoriale, intellettuale e artistico. Tra questi Innocenzo Cipolletta, Fiorenza Deriu, Giorgio Alleva, Costanza Pera. A coordinare il lavoro hanno pensato tra gli altri, Emma Amiconi, Roberto Corbella, Marco Ravaglioli, Cesare San Mauro.
Ma veniamo ai risultati dell’osservatorio che, premettiamolo subito, non sono incoraggianti. I programmi elettorali vengono definiti per lo più “documenti inutili”, in quanto non mostrano indicazioni di spesa e di tempi.
A ciascuno dei quattro candidati è stato assegnato un voto da 1 a 5 sia sul programma generale, sia sui singoli temi.
Per quanto riguarda la visione generale offerta dai singoli documenti, il voto peggiore va a Raggi e Calenda che prendono 1. Michetti e Gualtieri si attestano su un discreto 3,5. La critica mossa al leader di Azione riguarda la mancanza di due elementi basilari (tempi e costi) e approfondimenti sul tema dell’ambiente. Peccato perché il giudizio della commissione sulle proposte è buono.
La sindaca uscente si è concentrata soprattutto sulle cose fatte (chissà quali n.d.r.) ma è rimasta in superficie sul futuro. Insomma le manca una visione.
Calenda e Raggi si rifanno invece sull’urbanistica, le periferie e la casa. Prendono, assieme a Gualtieri 3 su 5, mentre Michetti si attesta a 2,5.
Sul delicato tema della mobilità stravincono Calenda e Gualtieri con un 4 meritato per i buoni livelli di fattibilità, di organizzazione e di costi. Michetti e Raggi si fermano a 2,5: il candidato di centro-destra non ha una visione integrata tra modalità organizzative e gestionali. La Sindaca invece cita il PUMS ma è inadeguata su metro, ferrovie, merci e parcheggi.
Sui rifiuti tutti bocciati. Calenda (voto 2) si approccia al problema solo in termini di superamento dell’emergenza ma non indica tempi e costi per l’integrazione tra Ama e Acea. Gualtieri (voto 2) non ha una visione del ciclo rifiuti a 15 anni, anche se indica con maggior precisione i costi ma non i tempi. Michetti (voto 1) si limita ad elencare ciò che non va ma non ha una reale visione a 15 anni. Raggi (voto 1) elenca le cose fatte ma non riesce a vedere lo stato reale in cui versa la città e manca di un vero progetto.
Sulla cultura il voto migliore (3,5) va a Gualtieri con un programma di concreta realizzabilità pur con alcune carenze. Segue Michetti (3) che si mostra attento alla tradizione e porta idee concrete per le scuole. Calenda e Raggi si fermano a 2,5: il primo ha buone idee per la ricerca e meno per spettacolo/mostre. La seconda si limita a dichiarazioni di intenti senza concretezza e senza salti di qualità nella scuola.
Voti migliori per tutti sulla cosiddetta “Governance“, cioè sull’organizzazione di uffici e partecipate. Ottimo il livello di attuabilità delle proposte di Calenda e Gualtieri (che prendono 4 su 5), discreti Michetti e Raggi (3,5).
Sul lavoro male Calenda e Michetti, un pochino meglio Gualtieri e Raggi, ma sempre con voti mediocri.
La fondamentale risorsa del turismo sembra non essere stata centrata: Calenda (2,5) fa ipotesi nebulose. Gualtieri (2,5) non definisce le strategie. Raggi (2,5) non ha visione complessiva del fenomeno. Michetti (3) ha idee più fattibili come il mare di Roma e la città della notte.
Infine sulla partecipazione civica l’unico a prendere 3 punti su 5 è Gualtieri che raggiunge un buon livello di attuabilità delle proposte. Tutti gli altri si fermano a 2. Calenda non la tratta proprio come specifica voce. Michetti dimentica la partecipazione su aspetti quali rifiuti e giovani. Raggi esprime una generica voglia di inclusione ma poi non prevede alcun vero programma per il coinvolgimento dei cittadini.
In conclusione, il rapporto MonitoRoma esprime una certa delusione per i programmi dei quattro favoriti. Non è da questi documenti che uscirà la vera ricetta per guarire la capitale dalle sue malattie. A noi elettori non resta che giudicare in base alla credibilità dei candidati, al loro passato e a quello che hanno fatto o non hanno fatto nel corso dell’attività politica.
Buon voto a tutti!
¹Osservatorio creato da associazioni civiche (Città 2050, Passo Civico, Per Roma, Roma Europea, TuttiperRoma RomaperTutti)
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