Ad ottobre del 2017 lanciammo l’allarme per il Ponte ciclopedonale sull’Aniene: c’è il rischio concreto che non si faccia più a causa della crisi in atto nel Municipio guidato dalla grillina Capoccioni. Da parte del Movimento nessuna risposta (come d’abitudine) mentre alcuni militanti ci accusarono di essere dei “buffoni” tra i commenti del post pubblicato su Facebook. Purtroppo a distanza di quasi 3 mesi sembra proprio che avessimo ragione.
La giunta municipale è in bilico dopo la presentazione di una mozione di sfiducia da parte di 4 ex consiglieri grillini che hanno lasciato la maggioranza e sono passati o tra le fila dell’opposizione o nel gruppo misto. La presidente Capoccioni non ha più la possibilità di portare provvedimenti in aula perché può contare solo su 12 voti su 25. Infatti – come anticipammo ad ottobre – il consiglio municipale non è più stato convocato. Ma ora la mozione di sfiducia incombe sulla testa della presidente che, dunque, potrebbe essere costretta alle dimissioni.
La Sindaca Raggi ha fatto trapelare la sua preoccupazione ma anche la sua volontà di restare accanto alla Capoccioni nominandola commissario straordinario in caso di caduta. Una giunta partita tra le polemiche per la nomina di Giovanna Tadonio ad assessore al Personale. La moglie di Marcello De Vito, presidente dell’assemblea capitolina e consigliere più votato del M5S, non piacque alla base. Tutto sembrava fuorché un’operazione trasparente, anzi era del tutto assimilabile ad una parentopoli. Anche l’assessore all’ambiente, Mimmo D’Orazio, fu scelto tra le polemiche, essendo un uomo più vicino al Pd che al MoVimento. E poche settimane dopo, l’assessora Patrizia Brescia fu rimossa dall’incarico proprio dalla presidente.
In aula poi emersero subito le divisioni tra le due anime dei cinquestelle romani: da una parte l’ala che fa capo a Marcello De Vito e Roberta Lombardi e dall’altra quella che si riferisce a Virginia Raggi e Alessandro Di Battista. A forza di guardarsi in cagnesco e a non collaborare sui temi più delicati, 4 consiglieri hanno deciso di lasciare la maggioranza. Geretto è passata con Fratelli d’Italia mentre Burri, Digiacinti e Scamarcia sono finiti nel gruppo misto e da qui hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti della Capoccioni. Sono pronti a votare a favore della sfiducia i consiglieri Pd e Fratelli d’Italia che insieme ai 3 ex grillini del Gruppo Misto farebbero cadere la giunta.
C’è da registrare poi la posizione dell’ex presidente dell’aula, Mario Novelli che, in polemica con i suoi compagni del M5S, ha accusato la Capoccioni di aver fatto approvare un bilancio fuori dal regolamento. E per questo ha lasciato la presidenza dell’aula ad un consigliere di opposizione. In sostanza è una guerra interna che sta dilaniando il gruppo grillino.
Sarebbe quindi il secondo Municipio nell’arco di un anno e 6 mesi ad essere commissariato. Dopo l’VIII° con le dimissioni di Paolo Pace, anche il III° potrebbe essere costretto a tornare alle urne.
Il problema principale non è certo la crisi politica ma la paralisi che questa sta provocando. Oltre alla sorte del Ponte Ciclopedonale sull’Aniene di cui abbiamo già parlato, c’è il tema del TMB Salaria, l’impianto Ama che produce cattivi odori che intossicano i quartieri di Fidene e Villa Spada. Anche su questo il Municipio aveva promesso interventi che non arriveranno. Per non parlare dell’affidamento dei Centri Sportivi in gran ritardo, del problema del parcheggio del mercato Serpentara, e della situazione delle scuole di Valmelaina.
Insomma una serie di problemi che attendono soluzioni mentre la maggioranza a Cinque Stelle sembra tutta concentrata su beghe politiche da prima repubblica.