Il decoro secondo Marino. Per il Sindaco tutto è decoro tranne le cose importanti

Si fa presto a dire decoro. Si fa presto ad argomentare, discutere, annunciare nuovi provvedimenti per migliorare il decoro, salvo poi scoprire che riguarderebbero gli argomenti più disparati, dalle buche stradali ai lampioni spenti, dagli scippi all’accattonaggio sulle metropolitane e ai campi rom, escludendo regolarmente – per ignoranza, banalità, pigrizia intellettuale o peggio, deliberata omissione –  tutte quelle problematiche – scritte sui muri, sosta selvaggia, affissioni abusive, presenza eccessiva di bancarelle abusive e REGOLARI in egual misura – che vengono comunemente individuate e ricondotte alla categoria socio-amministrativa del “decoro urbano” (nei paesi anglosassoni parlano di “Quality of life issues”).

Un insieme di questioni che vengono erroneamente associate in maniera univoca allo spazzamento delle strade/raccolta dei rifiuti o per estensione, a una varietà di problemi, fuorché quelli dell’imbrattamento dei beni pubblici. Per far fronte a questa lacuna, l’associazione Bastacartelloni da cui nasce il sito Diarioromano, elaborò un documento di analisi e proposta sul decoro, nell’accezione più circoscritta del termine, proponendolo ai candidati sindaco nel 2013. All’epoca, incontrammo tutti i candidati alle primarie del PD, tranne Ignazio Marino che organizzò una sessione di “brain storming” con le varie associazioni e comitati di base a cui presenziò il suo staff. Parlammo con loro e gli altri candidati PD e “indipendenti” (con Alemanno ci rifiutammo…) della nostra “vision” globale di decoro. Tutti rimasero colpiti e affascinati dalla nostra teoria sull’Economia del degrado, in particolare Paolo Gentiloni e Patrizia Prestipino che ne citarono gli aspetti nel dibattito delle primarie. Così fecero il Movimento 5 stelle e lo stesso Ignazio Marino, che poi risultò vittorioso alle elezioni. E che fece proprie le nostre proposte nel suo programma elettorale (p. 51, leggete i punti sui cartelloni e i presidi territoriali per il decoro) chiudendo la prima riunione di giunta con la promessa d’istituire un calendario di appuntamenti in cui tutti gli assessori, il sindaco, i dipendenti dei municipi e del Campidoglio avrebbero verniciato i luoghi di Roma:

“Sarà un momento di avvio per riappropriarci della città, che è nostra, è bella e deve essere mantenuta bella” disse Marino.

Premesso che la chiusura di Malagrotta e l’approvazione di un piano regolatore degli impianti pubblicitari – che va però applicato in tutte le sue fasi entro l’anno – rappresentano indubbiamente successi di questa amministrazione – vuoi per merito del sindaco, vuoi per l’impegno dei suoi assessori migliori – bisogna ricordare che il primo atto della giunta Marino in materia di decoro fu….la soppressione dell’unità cancellazione scritte dell’Ama!

Una decisione politicamente scellerata, appena ritirata su pressione della stampa d’area: non bastavano le denunce pubblicate sui blog antidegrado, oltre alla moral suasion implicita nell’attività di gruppi come Retake Roma: serviva l’articolo di Repubblica!

Adesso riavremo finalmente una “centrale per il decoro” (quando, assessore Pucci?). Come in ogni città d’Europa e d’occidente che si rispetti.

Per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini, i volontari del decoro già ci sono.

I blog e le associazioni civiche che suggeriscono idee e soluzioni basate sulle “best parctices” di livello mondiale, pure.

Mancano all’appello gli enti di prossimità che rifuggono da sempre un ruolo di monitoraggio del territorio. Sarà per il basso livello d’elaborazione politico-culturale dei municipi….. Una totale mancanza di visione che accomuna destra, centro e sinistra. Il ceto politico romano, la sua schiacciante maggioranza, ignora del tutto l’esistenza di una “questione decoro”, non conosce gli esempi stranieri e non intende riportarli qui da noi, è completamente estraneo (e refrattario!) alla cultura della qualità urbana.

Ma ritorniamo alla giunta Marino in piena crisi, claudicante e malferma sotto i colpi dell’inchiesta su Mafia Capitale. E’ da tempo che nel nostro piccolo, chiediamo un’accelerazione sui temi del decoro, convinti che solo così possa rilanciarsi l’azione di governo. Saremmo degli illusi, ma crediamo fermamente che il riscatto della città passi attraverso la realizzazione di pochi punti qualificanti che sostengano una visione di città basata sulla qualità degli spazi pubblici.

Abbiamo proposto al sindaco Marino 4 cose da fare subito e 4 cose da fare nel medio periodo, per dimostrare di avere un disegno di ampio raggio, convinti che la forza economica di questa città stia tutta nella valorizzazione della sua Grande Bellezza tradita e calpestata da lobbies e gruppi di potere che lucrano sul degrado.

Purtroppo la situazione è così disperata che Matteo Renzi, ascoltando la campana sbagliata, quella del PD romano e della sua ala fintamente renziana (i nomi? Leggeteli qui)  ha deciso di sfiduciare Marino e non ha un progetto di città che non sia la riproposizione delle vecchie logiche spartitorie. Non è forse illuminante quello che dichiarò Marroni, ex capogruppo PD in consiglio comunale, finito anche lui nelle intercettazioni di Mafia Capitale, quando venne sorpreso a tappezzare la città dei suoi manifesti abusivi?

«E’ sbagliato buttarla in rissa, bisogna occuparsi dei problemi di Roma e di una proposta politico-programmatica per la città. Queste polemiche indeboliscono il centrosinistra e le primarie. Meglio un confronto su contenuti, se li hanno».

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I contenuti – una città più bella, giusta, dinamica e vivibile grazie alla riconversione dell’economia del degrado (cartelloni e bancarelle) in economia del decoro – li abbiamo suggeriti da tempo. Le soluzioni – anche e soprattutto in merito al vandalismo  (graffiti e affissioni abusive) le abbiamo già indicate: ricopiare i modelli virtuosi di Parigi, Londra, Berlino, Madrid, New York. In parte, con la riforma dei cartelloni e tanti piccoli, buoni segnali, dall’annunciata (e mai pubblicata) mappatura dei posteggi ambulanti, fino allo sgombero di camion bar, la giunta Marino ha dimostrato un briciolo di buona volontà. Comunque insufficiente per aggredire in modo sistematico le piaghe di questa città. Vedremo se Marino o chi prenderà il suo posto (un commissario? un altro esponente del centrosinistra? un grillino? Oppure Marchini spalleggiato dall’unico superstite di Forza Italia, quel Davide Bordoni responsabile dello scandalo cartellopoli?) saprà fare di meglio.

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