Pochi si sono accorti che a fine giugno il Campidoglio ha indetto un bando di gara per la ricerca di un nuovo Sovrintendente ai Beni Culturali. Si tratta di una figura fondamentale per Roma, città talmente ricca di storia, archeologia e monumenti da essere iscritta, per il suo centro storico, tra i beni patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La Sovrintendenza ha un ruolo determinante per la manutenzione della città, in quanto è da essa che dipendono gli interventi sull’edilizia monumentale, su parchi e ville storiche. Inoltre ha il coordinamento della valorizzazione e della gestione dell’immenso patrimonio capitolino.
Insomma un ruolo, quello del Sovrintendente, che è a cavallo tra il manager e l’esperto di storia e arte. Un ibrido, diremmo, soprattutto in una Roma che vive anche di turismo e bellezze storiche. Il bando è certamente un buon metodo di selezione in quanto – si spera – la commissione giudicatrice potrà incaricare una personalità di alto profilo e ci auguriamo di alta sensibilità. Cosa intendiamo per sensibilità? Beh una maggiore attenzione nei confronti del disfacimento di splendidi esempi monumentali ad opera di vandali e graffitari.
Roma è l’unica città al mondo a possedere un patrimonio di tale livello ed è anche l’unica a tenerlo in condizioni disastrose. A metà giugno vi avevamo mostrato la grave situazione delle banchine del Tevere, nei dintorni dell’Isola Tiberina. Avevamo preso spunto da un video del presidente della Regione Zingaretti nel quale prometteva pulizia e bonifica delle banchine per metterlo a confronto con la situazione attuale. La Regione ha stanziato per il biennio 2018-2019, 1 milione e 450 mila euro per “un maggior decoro e fruibilità del fiume Tevere”.
Ma le competenze sono divise tra Regione, Campidoglio, Autorità di Bacino e appunto Sovrintendenza, per cui sarà molto difficile vedere risultati concreti a meno che il nuovo Sovrintendente non voglia dare una svolta alla situazione.
Nonostante l’annuncio di Nicola Zingaretti che aveva spiegato che “grazie al nuovo bando per la pulizia delle banchine si cominciano a vedere risultati importanti”, abbiamo trovato uno stato di indicibile degrado, con profusione di graffiti sui muraglioni storici, oltre alle erbacce che sono cresciute ormai in maniera incontrollata.
Qui sopra siamo a Ponte Sisto, un bene che senza ombra di dubbio rientra tra i monumenti da tutelare. Si chiama così perché fu voluto da Papa Sisto IV° nel 1473, quando l’America non era stata ancora scoperta tanto per dare un’idea. Ebbene il ponte non è più bianco, come voluto dai suoi progettisti, in quanto coperto di erbacce e soprattutto di graffiti vandalici. L’affaccio per i turisti è di una desolazione assoluta.
Guardate adesso la foto che segue. Le banchine sono coperte di melma e la pista ciclabile non è percorribile, ma soprattutto si vedono una decina di biciclette O Bike abbandonate e guaste. Sulle condizioni dei muraglioni, completamente coperti di scritte, non servono altri commenti.
Il marmo si sta sgretolando a causa della vegetazione spontanea che ha messo radici all’interno e fa saltare i cornicioni. Anche le basi delle arcate sono coperte di erbacce. E qui non si tratta di interventi straordinari ma di semplice manutenzione ordinaria che non viene mai effettuata.
Capita così che in mezzo ad un contesto abbandonato, qualche cittadino di buona volontà tenti di intervenire con i propri mezzi per ricordare l’importanza del luogo. E’ il caso dei ragazzi del Cinema America che hanno posizionato delle “pietre di inciampo” indicando pellicole girate in quel posto, volendo suscitare ricordi e nostalgia nel passante. Ebbene se l’iniziativa è sicuramente lodevole forse sarebbe stato il caso di riqualificare l’ambiente circostante con un’azione di volontariato (tralasciamo la scelta del film “In viaggio con papà” quando forse sarebbe stata più opportuna una pellicola simbolica come “la Grande Bellezza”, ma non è questo il punto).
Il punto è che qualsiasi iniziativa possa prendere un privato si scontra con le condizioni indicibili del contesto. Guardate questi tavolini che in un mondo normale dovrebbero attirare migliaia di turisti per sorseggiare al tramonto una bevanda godendo delle bellezze dello storico Ponte Sisto e del fiume. E invece affacciano solo su graffiti e rifiuti.
Estate romana che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città e invece, come ha scritto pochi giorni fa il Corriere della Sera, sembra sempre di più una fiera di paese. Il murales di Kentridge è sullo sfondo della spalla del Ponte ridotto ad una lavagna per adolescenti.
Gli amici di Retake Roma hanno sollecitato l’attuale Sovrintendente ad un intervento di semplice manutenzione di Ponte Cestio in condizioni simili, ma hanno ottenuto in risposta solo un cortese tweet con l’indicazione della somma necessaria: 20 mila euro. Come dire, noi i soldi non ce li abbiamo. Più di questo che possiamo fare?
Ecco, invece possono fare molte cose. Se il nuovo Sovrintendente mostrerà quella sensibilità che manca alla giunta capitolina, potrà sollecitare la Polizia e i Vigili Urbani a predisporre una database delle tags (ogni graffitaro firma la sua “opera” e risalire a lui è molto semplice). Potrà iniziare a denunciare questi presunti artisti in modo che si levino il vizio di imbrattare i monumenti. Potrà insomma dare quel segnale di controllo del territorio che né la Sindaca Raggi, né l’assessore Bergamo hanno saputo dare.
Incrociamo le dita e speriamo che sia fatta una buona scelta!