Su queste pagine sempre più spesso siamo costretti a dare giudizi negativi sul governo cittadino a guida M5S, costretti da una realtà che solo una profonda malafede può negare. Si sarebbe portati a pensare allora che qui non si vede l’ora che la maggioranza in Campidoglio cada, in modo da avere nuovi attori che possano finalmente mettere mano ai problemi cittadini, cosa che senza dubbio l’attuale governo non ha ancora fatto. Ma le cose non stanno affatto così. Considerato infatti l’encefalogramma ancora piatto che caratterizza tutta la nebulosa della cosiddetta “destra politica”, l’unica forza che ragionevolmente potrebbe aspirare a tornare a guidare la città è il PD. E come sarebbe un nuovo governo a guida PD per Roma? Come tratterebbe la città ed i cittadini?
Per rispondere a queste domande è sufficiente dare un’occhiata a dove il PD romano è rimasto maggioranza, ad esempio in Municipio I.
Il Municipio I è l’unico infatti, insieme al Muncipio II, ad essere governato da una maggioranza di centro sinistra (o come la si voglia chiamare) a guida PD; tutti gli altri municipi hanno un governo a guida M5S (con il Municipio VIII che l’ha già visto decadere ed il Municipio X ancora retto da un commissario, con le elezioni a breve).
Purtroppo anche nel caso del Municipio I su queste pagine siamo continuamente costretti a registrare cose negative, vuoi per l’assenza di risposte ai problemi cittadini, vuoi per qualche scellerata iniziativa (ultima il parere dato sul piano di localizzazione degli impianti pubblicitari, da noi censurata).
Geloso forse della continua attenzione sulle malefatte del governo cittadino a guida M5S, il Consiglio del Municipio I ha pensato di farne un’altra delle sue, dimostrando che se quelli che ci sono ora al comando in Campidoglio non sono buoni, c’è sempre qualcosa di peggio dietro l’angolo. Segue la storia in sintesi.
A luglio di quest’anno una serie di associazioni del centro storico di Roma ha inviato una lettera alla presidente del Municipio I, Sabrina Alfonsi, ed al Consiglio del Municipio I, copiando mezzo mondo tra cui Raffaele Cantone dell’ANAC, il Presidente della Corte dei Conti, la Sovrintendenza, ecc., in cui essenzialmente si chiede di smetterla di cincischiare con i Piani di Massima Occupabilità (PMO) di molte strade del centro storico e di procedere con la loro approvazione per governare le Occupazioni di Suolo Pubblico (OSP) sul territorio di competenza.
Qualche spiegazione è probabilmente necessaria. I PMO sono una sorta di mini-piani regolatori in cui viene stabilito per una strada o per una piazza quante e quali OSP possono essere concesse, sulla base delle norme del codice della strada e della normativa vigente. Nel 2008 il Municipio I decise di varare questi piani per tutta una serie di luoghi del centro storico, ne stilò una lista e comincio a predisporne ed approvarne alcuni. Alla fine della consiliatura del presidente Corsetti si contavano un centinaio di PMO approvati su una lista che ne comprendeva poco più di 200. Alle elezioni del 2013 il centrosinistra a guida PD ottiene di nuovo la maggioranza in Municipio I, questa volta con la presidente Alfonsi, ma in quella consiliatura di nuovi PMO non se ne vide neanche l’ombra, con gli uffici che cominciarono ad essere occupati a rivedere i piani già approvati. Molti esercenti cominciarono infatti a lamentarsi che il loro locale non aveva visto autorizzata l’OSP o che gli era stato concesso poco spazio e sollecitando l’amministrazione avevano ottenuto la revisione di alcuni PMO.
La prima consiliatura della presidente Alfonsi non riuscì quindi ad approvare alcun nuovo PMO. Ci fu poi la caduta del Sindaco Marino, le nuove elezioni con la vittoria del M5S e la riconferma della presidente Alfonsi in Municipio I, ma la musica in termini di PMO non cambiò affatto, con la maggioranza in consiglio ben decisa a non muovere un dito per cercare di dare una regolata al caos delle OSP in centro storico (stime prudenziali parlano di una percentuale intorno al 70% di OSP a vario titolo abusive).
In un tale contesto un nutrito gruppo di associazioni del centro storico, ma non solo (ci sono anche Italia Nostra ed il FAI), scrive al Consiglio del Municipio chiedendo essenzialmente di smetterla di fare il pesce in barile sul tema PMO e OSP e di procedere con l’esame e l’approvazione dei piani già pronti.
La lettera può essere scaricata a questo link e come si può verificare, con uno stile un po’ sconclusionato e qualche espressione risibilmente “forte”, essa vuole richiamare la presidente Alfonsi, gli uffici ed il Consiglio Municipale ai loro doveri di custodi dell’interesse pubblico in materia di OSP.
Non risulta che qualcuno dei destinatari della lettera abbia dato riscontro alla stessa, almeno fino a ieri, quando i firmatari della lettera si sono visti recapitare nella casella di posta elettronica un messaggio per conto del “Presidente del Consiglio del Municipio Roma I Centro” con la seguente nota:
Capito come? Prima nientepopodimeno che il Presidente del Consiglio del Municipio Roma I Centro dà una sommaria spiegazione sui PMO, informando che la Commissione Commercio ha approvato la bellezza di tre nuove schede di PMO (in oltre un anno, deve essere stato un lavoro durissimo!) che saranno votate in aula, poi però informa che a seguito di attenta lettura e valutazione da parte della “Conferenza dei Presidenti dei Gruppi Consiliari del Municipio Roma I Centro” sono state ravvisati nel testo “passaggi gravemente diffamatori e potenzialmente finalizzati a condizionare l’operato dei consiglieri mediante intimidazione” per cui si è deciso di inviare la missiva alla Procura della Repubblica (!?!).
Viene anche detto che “ferma restando la consuetudine di una disponibilità di tutto il Consiglio ad incontrare le rappresentanze di cittadini ed associazioni per ascoltare ogni istanza nonché fornire le opportune risposte“, ma intanto, cari cittadini, sappiate che le vostre accorate richieste sono state girate alla Procura della Repubblica perché i consiglieri si sono sentiti diffamati ed hanno colto in un innocuo testo addirittura un tentativo di “condizionare l’operato dei consiglieri mediante intimidazione”, poverelli.
Eh sì proprio poverelli, perché solo dei poveri di spirito possono trovare diffamatorio ed intimidatorio un elenco di fatti relativi ai PMO e delle semplici richieste tese a tutelare l’interesse pubblico n materia di OSP.
La cosa però più preoccupante di questa storia è che l’istituzione che più dovrebbe essere vicina ai cittadini, ossia il Consiglio Municipale, e dove gli istituti democratici dovrebbero essere declinati nella maniera più coinvolgente per i cittadini stessi, anziché invitare le associazioni firmatarie della lettera ad una seduta di Consiglio dove discutere anche fermamente, ma civilmente, del merito dei problemi, si scherma dietro a qualche frase di circostanza (“ferma restando la consuetudine di una disponibilità …“), si chiude a riccio e “chiama la mamma” (la Procura in questo caso) perché magari tiri le orecchie ai cittadini cattivoni che hanno provato a spaventare i fervidi consiglieri del Municipio I. Oppure, più probabilmente, la conferenza dei capigruppo sa bene che la Procura ha ben altre cose a cui badare ma pensa di spaventare i cittadini informandoli che le loro richieste saranno vagliate per verificare la presenza di fattispecie penali.
In ogni caso si tratta dell’ennesima brutta pagina di una maggioranza a guida PD che fa davvero riflettere se non sia meglio, tutto sommato, tenersi l’attuale governo della città che i cittadini semplicemente li ignora, piuttosto che degli pseudo-politici che ai cittadini sanno rispondere solo con tronfio disprezzo al limite delle minacce.
Certa gente dovrebbe tornare sui banchi di scuola a studiare etimologia e significato del termine “democrazia”, altro che trasmettere la corrispondenza alla Procura della Repubblica!
P.s.: in tutto ciò spicca la solita assenza ed afonia della presidente Alfonsi, novella Totò della scenetta “E che so’ Pascquale io?”
P.p.s.: il messaggio inviato dal Presidente del Consiglio Municipale è stato seguito dalle precisazioni di soli due consiglieri municipali, Nathalie Naim, dei Radicali Italiani, e Adriano Labbucci, di Sinistra X Roma. Eccole:
“Preciso, in qualità di capogruppo, di non riscontrare elementi diffamatori nella diffida , ma semplicemente l’inevitabile esasperazione dei cittadini che dal 2013, da ben 5 anni!, chiedono inascoltati che si proceda con l’attuazione del Piano di Massima Occupabilità, di cui sono state realizzate e approvate circa 200 schede, di cui circa 20 decise ma non realizzate nel 2008 e le altre nella consiliatura dal 2009 al 2013 , ma poi le restanti , diverse decine, sono rimaste ferme o non elaborate nelle consiliature successive.
Come ho già fatto presente più volte in tutte le sedi opportune auspico che tale ottimo lavoro che ha comportato un enorme lavoro degli uffici , che ha riportato legalità e vivibilità in numerose vie e piazze, venga ripreso e portato a termine al più presto con le stesse identiche modalità con le quali sono state elaborate e approvate le schede vigenti, onde non inficiare tutto il lavoro svolto sin ora.
Cons. Nathalie Naim”
“Come sapete nella riunione dei capigruppo a cui ho partecipato ho espresso la mia contrarietà ad inviare la nota in Procura. Non ho apprezzato anch’io la diffida e certi passaggi della lettera inviata da diverse associazioni, ma ritengo, come ho detto, che la prima cosa da fare fosse incontrare queste associazioni per uno scambio di opinioni, per discutere. Decidere invece come primo atto la nota alla procura mi sembra venir meno al nostro ruolo politico di consiglieri eletti dal popolo. Nel merito della questione essendo stato io a sollevare in Municipio, con un ordine del giorno, il tema che da circa quattro anni non sono stati più approvati dal consiglio i PMO, non posso ora che apprezzare il fatto che finalmente ci si intende muovere. Avanzo ancora una volta la proposta di promuovere un incontro con le associazioni firmatarie della diffida, grazie per l’attenzione Adriano Labbucci” Sinistra X Roma”“