Seduta fondamentale dell’Assemblea Capitolina (AC) quest’oggi.
L’ordine dei lavori contiene infatti l’esame di due mozioni che dovrebbero finalmente chiarire la posizione del M5S (ma anche degli altri schieramenti in AC, a partire dal PD) riguardo l’ambulantato a Roma.
La prima mozione, a prima firma dell’on. Coia (sempre lui) recita:
“N. 28/2016 (a firma dei Consiglieri Coia, Seccia, Ferrara, Terranova e Angelucci) Impegno per la Sindaca ad attivarsi presso il Governo al fine di ottenere una proroga delle concessioni dei posteggi su aree pubbliche fino all’anno 2020 e affinché utilizzi tutti gli strumenti idonei alla modifica della parte relativa al commercio su aree pubbliche della direttiva 2006/123/CE (c.d. “Bolkestein”) e del decreto legislativo n. 59/2010 che la recepisce.”
L’intento qui è chiaro: rimandare l’applicazione della direttiva Bolkestein alle calende greche, lasciando l’ambulantato romano alla disastrosa situazione che è sotto gli occhi di tutti. Che Coia paia non cogliere l’urgenza di una drastica riforma del settore non stupisce, ma l’importante sarà verificare come la pensa il resto della maggioranza su questo tema.
Non che un’eventuale approvazione della mozione possa incidere realmente sulla normativa vigente; quanto il Sindaco Raggi possa efficacemente spendersi presso il Governo per rimandare l’applicazione di una direttiva europea possiamo facilmente immaginarlo, senza contare che neanche il Governo, se lo volesse, potrebbe agire in tal senso pena l’apertura immediata di una procedura d’infrazione (di cui il Presidente Renzi non ha alcun bisogno, particolarmente ora). Ma certo sarà utile conoscere finalmente, dopo che il Sidnaco Raggi ha sistematicamente evitato di affrontare il tema, come la pensa la maggioranza su una possibile riforma del commercio ambulante a Roma.
La seconda mozione, sempre a prima firma dell’on. Coia, recita:
“N. 36/2016 (a firma dei Consiglieri Coia, Seccia e Zotta) Impegno per la Sindaca e la Giunta affinché verifichino la sussistenza delle condizioni per la pubblicazione di un bando per lo svolgimento della “festa della Befana” in piazza Navona per l’anno 2016/17 nel rispetto di criteri di qualità e decoro.”
Anche in questo caso il fine è molto chiaro: permettere ai soliti noti (i cosiddetti “operatori tradizionali” della festa della Befana, quelli che la boicottarono nel 2014 ma nel contempo si “suicidarono” non ritirando le licenze) di partecipare ad un nuovo bando per la festa, di vincerlo a mani basse (grazie alla loro invincibile anzianità) e quindi di riallestire i banchi per l’edizione di quest’anno della festa.
Peccato per Coia, e per tutti quegli operatori, che già lo scorso anno l’ANAC è stata chiara in maniera solare: per un nuovo bando sono necessari minimo 90 giorni e chiaramente il tempo per quest’anno non c’è più.
Anche in questo caso la posizione di Coia è molto chiara, benché davvero poco spiegabile (quanto deve tenerci a far riammettere quegli operatori se non ha paura di scontrarsi frontalmente con l’ANAC?!?), ma sarà utile conoscere come la pensa il resto della maggioranza in AC.
Aggiornamento 9:50
Niente di nuovo sotto il sole: la seduta è in ritardo ed i cittadini vengono tenuti in strada fino a che non inizi. Proprio un’Assemblea Capitolina a 5 stelle 🙁
Aggiornamento 10:40
Finalmente ci fanno entrare. Il Presidente De Vito comunica che per le prossime sedute il pubblico verrà fatto entrare prima, facendolo assistere anche all’appello (forse qualche nostro tweet ha fatto capire che tenerci fuori per oltre un’ora fa molto sudditi)
Aggiornamento 11:30
Il consigliere Ghera illustra la sua mozione, dicendo che con l’app “060609” il Comune di Roma si metterà all’avanguardia rispetto alle altre capitali europee!?! E noi trasaliamo.
Aggiornamento finale
Entrambe le mozioni sono state approvate dall’Assemblea Capitolina ma quella sulla Befana è stata all’ultimo momento riformulata in maniera da renderla inutile. La mozione approvata chiede infatti al Sindaco di adoperarsi perchè venga predisposto un nuovo bando per l’edizione della festa della Befana del 2017 (un’ovvietà) e perchè quest’anno venga organizzata una “manifestazione culturale”.