“Le Olimpiadi sono un regalo economico a una città che spesso viene usato per costruire grandi opere che restano incompiute o, più in generale, come una grande mangiatoia. Io sono contraria, penso che prima vada risistemata la città. Bisogna concentrarsi sull’ordinario. In ogni caso informeremo i cittadini dei costi e dei rischi delle Olimpiadi”.
Così si esprimeva la candidata a sindaco Virginia Raggi nel febbraio 2016 intervistata da Il Tempo.
Si direbbe che all’epoca l’attuale Sindaco Raggi avesse le idee molto chiare sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, così come doveva avere ben chiara la necessità di informare i cittadini, magari per farli contribuire alla decisione finale su Olimpiadi sì o Olimpiadi no.
Negli ultimi giorni tutta la chiarezza di cui sopra sembra essere svanita. Da una parte il Sindaco dichiara che un pezzo del debito monstre del Comune di Roma è ancora dovuto agli espropri delle Olimpiadi del 1960, lasciando capire di non essere disposta a correre rischi simili; ma poi alla domanda se la decisione è quindi presa il Sindaco traccheggia con la puerile affermazione che si era impegnata a parlarne con Malagò al termine dell’estate ma che l’estate non è ancora finita, per cui c’è da aspettare (quindi a rigore il sindaco ha tempo fino al 23 settembre, equinozio d’autunno, fine ufficiale dell’estate). Dal furbesco, e poco autorevole, atteggiamento del Sindaco si direbbe quindi che ci siano ancora concrete possibilità per la candidatura.
Una conferma di ciò è anche venuta l’altro giorno dall’assessore Berdini, che nell’ambito di un’intervista televisiva, alla domanda se fosse favorevole alle Olimpiadi a Roma ha detto:
“Se serviranno per fare le quattro linee tram o la messa in sicurezza degli impianti sportivi, allora dico sì”.
Nonostante quindi una posizione chiaramente contraria in campagna elettorale, l’attuale amministrazione non ha ancora preso una decisione ed anzi le probabilità per accogliere la candidatura appaiono prendere quota. Si direbbe un atteggiamento poco da M5S e molto più simile ai partiti che il movimento critica duramente, con impegni presi in campagna elettorale che vengono poi rivisti una volta vinte le elezioni. Peraltro già in altri ambiti il M5S a Roma ha dimostrato che certe cose è facile dirle stando all’opposizione ma quando si sta al governo è molto più facile seguire le logiche dei partiti tradizionali.
La cosa che però più di tutte appare inaccettabile a chi scrive è il modo con cui la questione Olimpiadi viene trattata dal governo cittadino. Ma come, si fa della trasparenza e della partecipazione dei cittadini il proprio vessillo identitario e su una questione come questa si continua a tenere tutto nelle segrete stanze? Incontri fuggevoli tra il vicesindaco Frongia e Malagò, battute a mezza bocca del Sindaco e degli assessori, messaggi trasversali del comitato promotore, discussioni carbonare nel Direttorio M5S e tra i parlamentari del movimento (en passant, mai si era vista tanta ingerenza della politica nazionale nelle cose cittadine, e non è una bel vedere). Nessuno che si prenda la briga di documentare in maniera esaustiva i costi e rischi delle Olimpiadi a Roma insieme ai benefici ed opportunità.
Ma soprattutto nessuno che si sogni di coinvolgere i cittadini in una decisione le cui conseguenze, positive o negative, dovranno poi vivere sulla loro pelle. Anzi no, qualcuno che questa cosa la voleva fare c’era pure. C’è stato infatti Stefano Fassina, che come primo atto da consigliere capitolino ha chiesto l’impegno al Sindaco ad indire un referendum cittadino per decidere delle Olimpiadi, ricevendo un distratto no. Ma soprattutto ci sono i Radicali che da gennaio di quest’anno il referendum l’hanno proposto ed hanno lavorato affinché si tenesse. A detta loro il referendum sarebbe stata l’occasione per aprire finalmente un dibattito pubblico sull’opportunità di organizzare le Olimpiadi a Roma nel 2024, mettendo a confronto le tesi opposte sulla base di elementi e previsioni concrete. Sono mesi che i Radicali raccolgono le firme per il referendum ma con le loro limitate forze non riusciranno a raggiungere l’obiettivo. E quando al Sindaco hanno fatto presente la difficoltà nel raccogliere le firme per il referendum, per mancanza di autenticatori, la risposta è stata un incredibile: “Se li paghino …“!?! Che detto da una che di democrazia diretta dovrebbe nutrirsi a colazione, pranzo e cena fa venire più di una domanda.
L’ulteriore assurdo è che sondaggi recenti danno il fronte dei favorevoli alle Olimpiadi in leggero vantaggio, cosicché il modo migliore per il Sindaco di rimangiarsi la parola data in campagna elettorale sarebbe proprio coinvolgere i cittadini, galvanizzandoli con progetti convincenti e realizzabili ed assicurandoli che il M5S si farà garante che tutto si svolgerà in maniera corretta ed inappuntabile.
Ma evidentemente la vera natura autarchica del movimento è troppo dura da superare e chi si era illuso di aver finalmente mandato dei portavoce dei cittadini a governare Roma deve ricredersi e prendere atto che trasparenza e partecipazione sono slogan buoni e facili se detti dall’opposizione. Quando si governa è meglio l’uomo solo al comando e i cittadini stiano al loro posto a difendere il movimento con i commenti su facebook.