In una città normale un fatto come questo non sarebbe neanche notiziabile. Ma a Roma, dove chiunque fa quello che vuole e getta rifiuti ovunque, è tutt’altra cosa. La presenza sul territorio di un piccolo ma agguerrito nucleo della polizia locale è preziosa e va tutelata, altrimenti le nostre strade e le nostre campagne diventeranno una mega discarica.
La vicenda che ci offre lo spunto di parlare del NAD, il Nucleo Ambiente e Decoro dei vigili urbani, accade all’Esquilino, dove il titolare di un minimarket stava ristrutturando il suo negozio. Il bancone, alcune lamiere e diverse tavole in legno non gli servivano più e così invece di portarli in una isola ecologica o di chiamare un servizio di ritiro a domicilio degli ingombrati, ha pensato bene di gettare tutto in strada.
Gli agenti del NAD hanno individuato il responsabile, un uomo di 55 anni, e lo hanno multato per circa 4.000 euro. La prossima volta prima di abbandonare in strada i rifiuti ci penserà due volte. E così faranno i titolari dei negozi limitrofi, sicuramente informati della vicenda. Questa piccola storia che – come dicevamo sembra una notizia minore – mostra quanto sia indispensabile un corpo di agenti preposto alla tutela del territorio. Senza di loro lo sversamento di rifiuti, le scritte vandaliche, l’inquinamento ambientale e tante altre forme di degrado sarebbero fuori controllo.
Eppure è da mesi che si parla di chiusura o ridimensionamento del NAD. Perché mai un comune tra i più problematici in tema di immondizia e di assenza di decoro deve far fuori l’unica forza di polizia preposta al contrasto di questi fenomeni? Una risposta non c’è ed è probabile che sindaco e assessori smentirebbero nettamente di voler chiudere il gruppo. In realtà né Gualtieri, né Sabrina Alfonsi hanno pronunciato una parola chiara sul tema ma sono i fatti a parlare: le fototrappole, un sistema che si è rivelato efficiente nel contrastare le discariche abusive, non sono più attive dal 31 luglio ed erano una delle armi più affilate che il NAD poteva usare. Decine di comitati cittadini hanno chiesto all’assessore all’Ambiente di ripristinare le fototrappole e di rafforzare il Nucleo della polizia locale ma dal Campidoglio non arriva alcuna risposta.
Senza questi 30 agenti probabilmente il ristorante che sversava olio nelle fognature proseguirebbe a inquinare (succedeva nel XII Municipio dove cinque persone sono state denunciate). Così come nel IV Municipio nessuno avrebbe notato gli operai di una ditta che interravano rifiuti speciali nella buca di un cantiere. E ancora le 30 officine che smaltivano rifiuti pericolosi sulla via del Mare proseguirebbero nella loro attività illecita. Gli esempi potrebbero andare avanti a lungo passando dalle buste della spesa non a norma per arrivare agli alimenti scaduti in vendita nei minimarket. Sono tante le attività di contrasto alla criminalità e di tutela del territorio che sono state portate avanti negli ultimi mesi e quello che si chiede all’amministrazione capitolina non è un encomio o una nota di merito ma un impegno politico e un segnale forte: la giunta dimostri che a Roma i reati ambientali sono ritenuti gravissimi e dunque il Corpo che li combatte sarà rinforzato.
Al momento nulla di tutto questo è all’orizzonte e il sindaco e l’assessore sembrano preoccupati di altre questioni. Ma cosa c’è di più importante che tutelare un territorio devastato da discariche abusive, roghi tossici e traffico di rifiuti?
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