La grande pensilina che vedete nella foto qui sopra doveva accogliere i passeggeri proteggendoli dalla pioggia e permettendo di ammirare il verde dei giardini attraverso il vetro. Era questo il progetto dello studio di Paolo Desideri che ha disegnato la grande stazione metro Conca d’Oro. Ma a neanche tre anni dalla sua inaugurazione, il vetro ha perso ogni trasparenza, sfregiato definitivamente dagli acidi.
Il resto del piazzale non sta messo meglio.
Ogni superficie vetrata è stata sfregiata e la sostituzione costerebbe troppi soldi. Dunque per tanti anni a venire saremo condannati a vivere con questi immondi graffiti.
Neanche il resto dei materiali che affacciano sul piazzale è stato preservato dal vandalismo.
Muri in cemento, griglie di aerazione e pannelli in cartongesso sono stati tutti ugualmente devastati. A proposito dei pannelli in cartongesso di colore ruggine, ci sembra che questi non siano adatti a fronteggiare la furia distruttrice dei romani che tanto “amano la loro città“. Basta un calcio o un colpo di casco per sfondarli. E infatti ecco nelle foto che seguono la condizione della gran parte di questi rivestimenti.
Nota a parte merita poi la bella canalizzazione di scolo delle acque della grande piazza ipogea progettata da Paolo Desideri. Sebbene sia suggestiva a livello architettonico è diventata un mega cestino dei rifiuti dato che gli stessi “amanti della città” si divertono a farci rotolare le bottiglie e monnezza varia, otturando i canali e provocando allagamenti.
Tutta l’area è stata ripulita 2 volte da quando è stata inaugurata. Il Comune quindi ha sostenuto una spesa importante per la cancellazione delle scritte, il ripristino dei pannelli, la defissione dei manifesti. Ma poche settimane dopo tutto torna come prima. Una pulizia ogni tanto, infatti, non serve a nulla. Come è noto, occorre cancellare i graffiti immediatamente dopo che sono comparsi e farlo per un determinato periodo di tempo. In questo modo si scoraggia a scrivere sui muri e ben presto le scritte scompaiono.
Ma quello che manca realmente è una politica repressiva del fenomeno. Le “trappole” che il Sindaco Marino aveva minacciato ai graffitari non si sono mai viste. Inoltre sembra davvero incomprensibile che in un’area videosorvegliata come quella della metro Conca d’Oro non si riesca mai a cogliere qualcuno sul fatto. La verità è che questo fenomeno è tollerato dall’amministrazione che lo ritiene un problema minore.
Che sia una visione del tutto errata lo dimostra l’esempio di questa fermata. Costata milioni di euro e già in condizioni disastrose per il lassismo e il disinteresse di tutti: cittadini e amministratori.