La disastrosa situazione dei giardini romani è sotto gli occhi di tutti, con l’amministrazione che su questo tema appare completamente ferma.
Dalle storie di Mafie Capitale abbiamo capito che lo smantellamento di quello che una volta era il prestigioso Servizio Giardini del Comune di Roma era servito a giustificare gare molto lucrose per la manutenzione del verde cittadino. Terminati tutti gli affidamenti sospetti a cura dell’amministrazione Marino, né il Commissario Tronca né l’attuale maggioranza sono riusciti a trovare una soluzione per ricominciare a curare il verde a Roma.
A parere di chi scrive ben si farebbe a ricostituire un Servizio Giardini degno di questo nome, ricominciando a formare professionisti e giardinieri che possano mettere la giusta passione nella cura del verde cittadino, cosa ben difficile da ottenere da parte di ditte aggiudicatarie di appalti pubblici.
Che si ripristini il Servizio Giardini o che si decida di ricorrene a nuove gare, la cosa certa è che l’immobilismo sta creando danni ingenti che richiederanni anni per essere sanati. Al di là infatti del degrado che generano le innumerevoili aiuole o piccoli giardini abbandonati ormai da anni, vi è un patrimonio arboreo formatosi in decenni che da una parte rischia di deperire e dall’altra crea pericoli alle persone ed alle cose per l’incuria prolungata.
Un esempio tra i tanti è rappresentato dai piccoli palmeti che un tempo abbellivano la piazza antistante la basilica di S. Croce in Gerusalemme. Si tratta di complessi di palme di piccolo fusto, benché alcune abbiano raggiunto un’altezza consistente, che da mesi ormai mostravano chiari segnali di deperimento. C’è da immaginare che abbiano subito l’attacco del famigerato punteruolo rosso, il coleottero responsabile della morte di tantissime palme, alcune monumentali, a Roma. Qualsiasi però ne sia la causa, è da irresponsabili lasciare questi piccoli complessi arborei morire nell’incuria più totale.
Non solo l’immagine della piazza risulta degradata dallo spettacolo delle palme che si accasciano tristemente, ma una loro sostituzione avrà un costo considerevole per la collettività e ci vorranno molti anni prima che si ricostituiscano complessi arborei belli ed armoniosi come quelli attuali.
Agli inizi di marzo, quando facemmo le foto mostrate sopra, ci chiedevamo a chi indirizzare una richiesta di intervento per provare a salvare il salvabile delle palme di S. Croce in Gerusalemme. Pensavamo al pur ottimo assessore all’ambiente, Pinuccia Montanari, che però appare totalmente presa dalla questione rifiuti. Non certo all’assessore all’ambiente del Municipio (ma c’è ancora qualcuno in quel posto?) che fin dalla passata legislatura ha dimostrato una straordinaria combinazione di incapacità e menefreghismo.
Poi abbiamo saputo dell’intenzione del Comune di dare una ripulita ad una serie di luoghi del centro storico in occasione dell’anniversario dei Trattati di Roma ed abbiamo verificato che si sarebbe intervenuti anche nei giardinetti di S. Croce in Gerusalemme. Ad intervento effettuato siamo andati a dare un’occhiata.
Come si può vedere è rimasto ben poco di quello che erano i palmeti si piazza S. Croce in Gerusalemme.
Considerando poi che l’intervento è avvenuto solo per l’occasione della ricorrenza europea, c’è da scommettere che il degrado in quei giardinetti ricomincierà subito e finirà per annientarli del tutto.
Notiamo infine che l’intervento non deve essere stato fatto da giardinieri professionisti, essendo la qualità dell’opera alquanto discutibile, come si può apprezzare dalla foto che segue (notare l’approssimativo taglio dell’erba).