Il detto dice che “il postino suona sempre due volte”, come a sottolineare l’importanza del suo compito nel far recapitare in tempi celeri la corrispondenza del singolo cittadino.
Eppure, nella nuova era segnata dal Covid, le Poste Italiane hanno attuato un particolare regolamento che impedisce ai portalettere di manter fede al famoso detto.
Parliamo del divieto nel consegnare soprattutto le raccomandate, direttamente nelle mani del destinatario, per evitare contatti ravvicinati. In questo modo, la posta raccomandata viene lasciata nelle filiali di competenza, e al cittadino viene recapitata nella cassetta postale il tagliando di mancata consegna, nonostante, il più delle volte, sia in casa.
Qualcuno, dunque, all’interno della direzione generale ha il dovere morale di spiegare ai cittadini il perché di questo disservizio, dal momento che molte aziende impiegate nell’e-commerce, già nella prima fase della pandemia avevano messo in atto dei protocolli, ancora in vigore, che consentono alle persone di ricevere a casa, in totale sicurezza, gli ordini effettuati online. I corrieri indossano mascherina e guanti, suonano al recapito indicato, si fanno aprire e lasciano la merce direttamente nella parte interna dello stabile, attendono l’arrivo del destinatario, salutano e vanno via.
Certo si potrebbe obiettare che proprio le ditte di trasporto hanno rinunciato alla firma del destinatario sul registro delle consegne, e che dunque la raccomandata non potendo essere firmata deve stazionare nella filiale per il riconoscimento dei dati anagrafici. Arriviamo così al paradosso: quale sarebbe il senso di sicurezza e prevenzione se le Poste Italiane fanno circolare in strada i portalettere, costringono i destinatari a recarsi alla posta, mettersi in fila, con altre persone, attendere il proprio turno, arrivare allo sportello consegnare un documento, ritirare la raccomandata e firmare la ricevuta?
Così per evitare il contatto ravvicinato di due persone, si preferisce innescare un movimento che ne coinvolge molte altre!
La direzione vorrebbe farci forse credere che i registri tenuti in ufficio siano più igienizzati di quelli dei portalettere? Che la carta della raccomandata conservata gelosamente in filiale, oppure l’operatore dello sportello, siano immuni dal contrarre il Covid-19?
Ed ecco, dunque, il secondo paradosso: nel pieno rispetto delle norme vigenti, Poste Italiane, per limitare la diffusione del virus, ha ripristinato gradualmente l’operatività dei suoi uffici. Al loro interno è stata applicata una segnaletica orizzontale per indicare come comportarsi durante l’accesso e il transito nei locali, per informare i clienti delle misure di distanziamento e garantire il contingentamento degli ingressi.
Nelle piccole filiali non si può superare il numero di tre persone all’interno, con il risultato di far stazionare all’aperto o magari sotto il sole decine di utenti, molti dei quali avrebbero potuto ricevere la propria raccomandata comodamente a casa. Per non parlare poi delle priorità date agli anziani, alle pensioni nei giorni di scadenza, tutti elementi che provocano un drammatico aumento dei tempi di attesa per il ritiro di una semplice lettera. Sorvolando sulla triste constatazione che in questo modo si mettono a rischio proprio gli anziani che sono costretti a interloquire con numerose persone.
Infine, ma non da ultimo, vorremmo sottolineare come Poste Italiane non abbia minimamente ritoccato le tariffe riguardanti la spedizione delle raccomandate, nonostante tutta la celerità del servizio venga meno, arrecando un disagio, da una parte, al mittente che non può sperare nella rapidità della tariffa pagata, e dall’altra al destinario, costretto a dover organizzare i propri impegni in base a questa forzatura dettata più da un eccesso di zelo che da una reale constatazione della realtà.
Se foste in attesa di una raccomandata, mettevi l’anima in pace, il postino non suonerà due volte ma troverete solo un triste biglietto che dice “secondo avviso di mancata consegna”, eh già perché se fosse il primo il portalettere sarebbe costretto a portare con sé la busta incriminata senza depositarla.
Insomma, quella della raccomandata è una grave svista, che poteva trovare il suo senso d’essere nella prima fase della pandemia, ma che adesso sembra solo una macchietta degna della “terra dei cachi”.