Enrico Stefàno si conferma persona seria e preparata anche ora che dall’opposizione passa al governo della città. Il consigliere 5stelle ha lavorato bene nel corso della scorsa legislatura ed ha acquisito competenza su diversi temi tra i quali i trasporti.
Sul suo blog ha elencato una serie di priorità da attuare nei prossimi 6/12 mesi sulla mobilità. Si tratta di misure immediate che non possono colmare l’enorme differenza che c’è tra Roma e le altre grandi capitali europee ma almeno vanno ad incidere sulla quotidianità e indicano una direzione. Poiché il M5S da anni si dice contrario alle grandi opere trasportistiche occorre capire quale sia la visione di medio periodo della nuova giunta Raggi e quella di lungo periodo. Elemento essenziale sarà proprio la scelta del nuovo assessore ai trasporti, figura chiave in questa città, che ha visto nella sua storia persone di altissimo livello e altre di scarsissima preparazione. Da Walter Tocci che aveva (ed ha) una visione strategica paragonabile a quella di un suo omologo londinese o parigino, passammo negli anni della giunta Alemanno a Sergio Marchi, una delle persone meno preparate a ricoprire quel ruolo che si potessero trovare sul pianeta.
Durante l’amministrazione Marino, l’assessorato ai trasporti è stato guidato dal bravo Guido Improta, manager di caratura che però ha lasciato per contrasti interni a Stefano Esposito, turbolento deputato torinese che ha gestito l’ordinario, non avendo certo il tempo di programmare.
La giunta Raggi, se vorrà lasciare il segno, dovrà pianificare interventi immediati ma anche e soprattutto progettare il futuro.
Ecco perché è importante l’articolo di Enrico Stefàno sul suo blog. Perché svela ciò che l’amministrazione intende fare nei prossimi mesi. Condivisibile la scelta di proteggere le corsie preferenziali, anche ripristinando i cordoli, partendo da via Principe Eugenio, via Napoleone III°, via Nazionale e Corso Vittorio. Inoltre, tra le nuove corsie da costituire, viene elencato il corridoio Monti Tiburtini-Fiorentini- Serenissima-Tor De Schiavi, oltre a Cristoforo Colombo e viale Marconi.
Sarebbe un primo segnale di svolta e finalmente si tornerebbe a dare vera priorità al trasporto pubblico.
Stefàno suggerisce anche di pianificare le uscite dei bus sui mezzi realmente disponibili e non su quelli che sulla carta dovrebbero esserci (dato che un’enormità rientra nei depositi per vari guasti). E poi lotta all’evasione: tornelli in uscita dalle metro, controlli rafforzati sui bus e nuovo biglietto elettronico sul modello londinese.
Fondamentale anche l’introduzione di ciclabili (alcune leggere sembra di capire) sulle principali consolari e il completamento della riforma della pubblicità esterna (Prip) per l’introduzione del bike sharing.
Un programma molto interessante di breve/medio termine che potrebbe dare ossigeno ad una Roma morente. Ma non guarirla dal suo male che è la mancanza di infrastrutture. Su questo si gioca il futuro della città e costituisce il vero problema interno del M5S: i militanti infatti sono per la gran parte schierati sul NO al completamento della linea C e alla realizzazione di nuove linee tranviarie (figuriamoci alla progettazione della linea D). Ma una forza di governo non può ascoltare solo la pancia dei suoi elettori, deve piuttosto affidarsi a studiosi dei trasporti che potranno predisporre dei report sulla reale necessità di portare la C fino a Clodio/Mazzini (comprese le fermate in centro storico) oppure di lasciarla morire a Venezia. Ecco che la scelta dell’assessore ai Trasporti sarà determinante: voci ben informate parlano di Cristina Pronello, una docente al Politecnico di Torino che è stata una delle “mamme” delle nuove linee metro del capoluogo piemontese. Una persona esperta che non assumerà un assessorato così importante solo per gestire l’emergenza senza pianificare il futuro.
Insomma è fondamentale che l’assessorato ai trasporti sia assegnato ad una persona competente e soprattutto dedicata alla questione. In un primo tempo si era pensato di assommare i trasporti con l’urbanistica affidando a Paolo Berdini entrambe le deleghe. Una scelta poco sensata, dato che si tratta di settori strategici che hanno bisogno di concentrazione e impegno specifico che un solo assessore non può dare.
Se invece la scelta dovesse ricadere non su un tecnico ma su un politico, la figura di Enrico Stefàno sarebbe la migliore, per la sua capacità di ascolto e la sua visione aperta alle esperienze straniere. C’è solo da sperare che Virginia Raggi e i vari controllori (direttorio, deputati, Casaleggio e compagnia) ricordino sempre che si tratta di amministrare una capitale e non mettere in piedi un laboratorio anti-Renzi in funzione di un ipotetico governo nazionale. Trasporti e mobilità saranno uno dei banchi di prova della reale capacità di governo della nuova giunta.