Il nostro intervento sul passagio del Piano di Localizzazione degli impianti pubblicitari in Municipio I ha fatto un po’ discutere, portando anche ad una richiesta di chiarimento che abbiamo ben volentieri pubblicato (ogni contributo civile al dibattito è da noi più che benvenuto).
Il nostro intento era evidenziare il fatto che mettersi a fare le pulci alla riforma degli impianti pubblicitari, approvata dall’Assemblea Capitolina nella scorsa legislatura (a maggioranza di centrosinistra) – seppur in linea di principio costituisce uno dei compiti degli eletti – nella situazione specifica non avrebbe apportato nulla alla riforma stessa ma rischiava di fornire un solido appiglio ai tanti che questa riforma non la vogliono realizzata.
Proporre, ad esempio, il superamento del sistema di bike sharing previsto da questa riforma, paventando la possibilità di passare a sistemi di bike sharing a flusso libero, significa rimettere in discussione uno dei pilastri che si è scelto nel 2014 per la gestione degli impianti pubblicitari a Roma, col risultato di dover rivedere l’impianto del PRIP, quindi i piani di localizzazione, e di far slittare alle calende greche il decoro che invece questa riforma ripristinerebbe a Roma almeno sui cartelloni.
Chiaramente questa sarebbe una scelta del tutto legittima, ma siamo sicuri che per rincorrere continuamente l’eventuale ottimo, peraltro tutto da dimostrare, valga la pena rinunciare al buono che sicuramente questa riforma porterebbe alla città? Senza contare che nel caso specifico, le esperienze finora conosciute di bike sharing a flusso libero ne sconsigliano anche la sperimentazione a Roma in assenza di efficaci sistemi di contenimento (sono facili da immaginare i cumuli di biciclette che si creerebbero in prossimità di luoghi come piazza di Spagna o piazza Navona).
Questo voleva essere il nostro messaggio ai consiglieri del Municipio I: evitare di fare il gioco di chi la riforma dei cartelloni la vuole affossare solo per voler “marcare il territorio” con qualche inutile osservazione.
Ed i consiglieri devono averlo colto questo messaggio, almeno parzialmente, se è vero che hanno deciso di affiancare comunque delle osservazioni al parere favorevole al piano di localizzazione ma, ci è stato detto (non abbiamo avuto modo di leggerle), alquanto stemperate rispetto alle prime versioni che erano circolate durante la discussione.
Continua a non sembrarci una decisione condivisibile, soprattuto da parte di chi veramente vorrebbe vederla portata a termine in fretta questa benedetta riforma, e la troviamo particolarmente discutibile se si considera che a parte forse un paio di consiglieri, la stragrande maggioranza degli altri non avranno neanche letto il testo del provvedimento. Rimane il fatto che tutte le scelte politiche sono legittime ed i singoli consiglieri ne rispondono ai loro elettori.
C’è però un altro aspetto di questa vicenda che a nostro avviso è forse anche più importante, e preoccupante, delle scelte politiche della maggioranza in Municipio I. Si tratta della reazione del PD romano al faro che avevamo voluto accendere sulla discussione in Municipio. Con alcuni tweet avevamo infatti cercato di richiamare l’attenzione dei responsabili del PD a Roma su quanto i loro consiglieri in Municipio I stessero facendo.
Abbiamo scritto sia a Roberto Giachetti, candidato Sindaco di Roma alle scorse elezioni ed attuale consigliere di opposizione in Assemblea Capitolina, che ad Andrea Casu, segretario del PD Roma, che infine a Sibi Mani Kumaramangalam, presidente del PD Roma.
Ma da nessuno di loro è giunto neanche un cinguettio. Magari Giachetti ancora starà combattendo con certi rodimenti …
… e magari, considerando che un seggio ce l’ha già a Montecitorio, potrebbe anche considerare di lasciare lo scranno in Aula Giulio Cesare a qualcuno che ci si impegni a fare un po’ di opposizione. Ma che dire del silenzio totale dei due massimi rappresentanti del PD a Roma? Vabbè che siamo un innocuo blogghino ma poi queste storie girano e potrebbe non pagare il cercare sempre di far finta di niente.
Abbiamo provato anche a sollecitare la presidente del Municipio I, Sabrina Alfonsi, ma anche costei ha ritenuto di tacere.
Silenzio di tomba dal PD romano quindi, con un’unica eccezione che si è fatta sentire, eccome se si è fatta sentire, tirato dalla giacca da un tweet di RomaFaSchifo. Si tratta di tale Luciano Nobili che scopriamo essere il responsabile città metropolitane nell’esecutivo nazionale del PD, il quale fin da subito prende malissimo il nostro pezzo e comincia a sparare bordate a vanvera:
Come si può leggere, il Nobili se l’è presa particolarmente per l’assenza del cognome nella firma del pezzo e da lì ha ricostruito che chi l’ha scritto, che è poi anche l’estensore del presente articolo, è un grillino nascosto che ha confezionato un pacco di bugie per screditare i consiglieri dell Municipio I.
Una reazione molto superficiale la sua, indegna di qualcuno che ricopre incarichi di responsabilità. Il Nobili capirà infatti che questo è un blog e non una testata giornalistica, per cui chi vi scrive utilizza la firma che vuole. Il sottoscritto non ha nulla da nascondere, tant’è che ad un minimo controllo ulteriore sulla piattaforma si trova sia il mio cognome che la mia immagine, e la scelta di firmare col solo nome i miei pezzi è solo motivata da un innata tendenza all’understatement. Riguardo poi le reiterate accuse di “grillinismo” del Nobili, a chi ci segue esse appariranno in tutto il loro ridicolo, mentre se il Nobili volesse capire qualcosa dei contatti avuti dal sottoscritto col M5S può dare un’occhiata ai pezzi che scrissi prima e dopo la mia candidatura come esterno alle “comunarie” del M5S. Sono sicuro che egli avrà cose molto più importanti o piacevoli da fare, ma allora farebbe miglior figura a non sparare giudizi campati in aria e ridicoli.
Quanto all’essere “Quello che non voleva parcheggio a via Giulia”, rimango dell’idea che quell’intervento in quell’area è stato una schifezza, basta andarci per rendersene conto, ed il problema non era il parcheggio ma il tipo di progetto complessivo che un luogo come via Giulia meritava. Ma probabilmente questi sono discorsi troppo complessi per la persona che il Nobili ha dimostrato di essere.
Grande superficialità il Nobili l’ha infine dimostrata prendendo l’aggiornamento al nostro pezzo come una ritrattazione o la correzione di presunte “bugie”, laddove si è trattato solo di rifrasare un punto del pezzo per rendere più chiaro il concetto espresso:
Nulla di nuovo sotto il sole romano quindi, con la conferma di un Partito Democratico che al meglio tace distinguendosi per l’assenza e al peggio fa giocare al “piccolo politico” personaggi imbarazzanti quando non reagisce scompostamente con accuse ridicole e gratuite.
Come il Nobili evidentemente non sa, su queste pagine siamo costretti ad evidenziare mancanze, errori e disastri del governo cittadino un giorno sì e l’altro pure. Ma la cosa che ci getta nel più totale scoramento è il continuare a dover prendere atto che se il M5S ha bell’e dimostrato di essere inadeguato a governare Roma, continua a mancare una qualsiasi alternativa politica. Sorvolando infatti su qualsiasi possibile offerta politica di destra o centrodestra, che ad oggi semplicemente non esiste, se il PD romano si illude che gli elettori torneranno a votarlo automaticamente non appena la parentesi M5S sarà archiviata si sbaglia di grosso. La foglia di fico “Giachetti” alle elezioni per nascondere la cacciata di Marino non ha chiaramente funzionato ma il PD non ha capito che se non comincia un vero rinnovamento, cacciando il miscuglio di traffichini e yes-men che affollano le sue fila e ricominciando a selezionare gente che tenga veramente alla città ed abbia le capacità per occuparsene, il governo della città può scordarselo per un bel pezzo.
Non è che le scriviamo con soddisfazione queste cose, non avendo noi alcuna simpatia politica, bensì con la morte nel cuore, giacché questo significa che Roma non ha speranze di risorgere nel prossimo futuro. E Roma è la nostra città e la nostra sincera passione.