Il Tram 2 non tornerà prima di un anno

Si sapeva da anni che i binari necessitavano di manutenzione, ma nessuno ha programmato i lavori. Col bus raddoppiati i tempi tra Mancini e Flaminio

 

Per avere notizie del Tram 2 l’unica è rivolgersi a “Chi l’ha visto”. La linea che collega piazza Mancini con il Flaminio è diventata un incubo per i pendolari. Se prima il percorso tra i due capolinea si poteva coprire in circa 25 minuti, adesso occorre quasi un’ora perché gli autobus sostitutivi restano incolonnati su via Flaminia ridotta ad una sola corsia.

E’ dallo scorso novembre che il tram non funziona più per via dei binari troppo malandati. Nessuna manutenzione è stata programmata nonostante si sapesse da anni che l’infrastruttura era ormai arrivata a fine vita. La vicenda di questa linea è solo una delle tante che raccontano il dissesto di Atac e l’incapacità del Campidoglio di gestire l’ordinario. Vi avevamo annunciato un approfondimento sulle criticità più evidenti del trasporto pubblico romano e – dopo esserci occupati dei filobus fermi nel deposito di Tor Pagnotta – oggi è la volta di questa travagliata tratta di tram.

I più ottimisti credono che i tram riprenderanno servizio tra Mancini e Flaminio non prima dell’estate del 2022 ma tutto fa pensare che invece se ne parlerà a fine 2022. Mancano i soldi per il restauro dei binari ma soprattutto quello che è mancato è stata la programmazione. Si è arrivati ad un punto tale di degrado del sedime ferroviario che si è dovuto interrompere il servizio, mentre sarebbe bastato progettare i lavori un anno fa e avviarli approfittando degli spostamenti ridotti durante la prima parte della pandemia.

 

 

E meno male che l’assessore ai trasporti, Pietro Calabrese, ha inserito la questione tra quelle “urgenti”. Possiamo immaginare cosa sarebbe accaduto se non fosse stata giudicata tale. Calabrese, invece di scusarsi per la gravità della situazione, parte da lontano e spiega che “l’amministrazione ha fatto importanti investimenti per lavori di manutenzione straordinaria che scontano un gap decennale. Solo per la fornitura dei materiali parliamo di circa 6 milioni di euro”.
Peccato che questa cifra sia una goccia nel mare rispetto ai 74 milioni necessari per rivedere i 74 chilometri di rete tranviaria della capitale. Secondo i tecnici serve circa un milione a chilometro, somma che è stata richiesta al Ministero delle Infrastrutture per adesso con scarsi risultati.

Nel frattempo i passeggeri lanciano il loro grido inascoltato. Il traffico che si forma sulla via Flaminia in direzione centro è tale che i bus sostitutivi camminano a passo d’uomo quando va bene. I mezzi sono lenti e affollati: ogni tram, infatti, riesce a trasportare circa 240 persone mentre l’autobus ne porta massimo 92. Da quando c’è il Covid, poi, i bus non possono essere riempiti fino alla totale capienza, per cui capita spesso di non riuscire a salire a bordo.

 

Le condizioni precarie dei binari erano note da tempo: non solo bastava percorrere qualche metro sui tram per sentirli sobbalzare paurosamente ma a giugno del 2019, uno scambio ormai obsoleto, si bloccò all’improvviso facendo deragliare una vettura (la foto qui sotto fu pubblicata su Twitter dal giornalista di Radio Radicale, Lanfranco Palazzolo).

 

Ma già dagli esordi questa linea ha una storia contrastata. Fu progettata per i mondiali di calcio del 1990 e inaugurata poco prima del calcio di inizio. Si chiamava 225 e sembrava molto moderna per l’epoca, in quanto era la prima a camminare tutta su percorso protetto e dotata di semafori comandati dall’autista che imponeva il verde al passaggio del mezzo.

Il capolinea era inizialmente previsto davanti l’ingresso della ferrovia Roma Nord e i binari infatti arrivavano lì ma le vecchie vetture non erano in grado di fare manovra. Occorrevano nuovi mezzi bidirezionali che furono ordinati alla Socimi, un’azienda milanese specializzata nella costruzione di tram. Negli anni ’80 i fondi non mancavano e ne furono ordinati 60 esemplari ma nel 1992 la Socimi dichiarò bancarotta e Roma ne ricevette solo 33.

Dietro questa fornitura si nascose uno dei più gravi scandali di corruzione di quel tempo. Diversi funzionari, tre presidenti Atac che si susseguirono negli anni e un magistrato che avrebbe dovuto controllare ricevettero tangenti dai dirigenti della Socimi. Si calcola che l’acquisto dei tram permise incassi illeciti per circa 20 miliardi di lire in otto anni.

Eppure, nonostante la corruzione, i mezzi erano ben costruiti e ancora oggi percorrono i binari romani evitando ad Atac il collasso del servizio. I nuovi jumbotram acquistati dal 2000 in poi (prodotti dalla Fiat) hanno una tecnologia più delicata che richiede molta manutenzione e spesso restano fermi nei depositi.

Dicevamo dunque del capolinea della linea 225. Anche dopo l’arrivo dei tram bidirezionali, i Vigili del Fuoco non diedero l’assenso a posizionarlo di fronte la ferrovia Roma-Nord perché i mezzi di soccorso avrebbero avuto difficoltà a raggiungere la stazione. Fu così arretrato su via Giambattista Vico, dove è ancora oggi.

Quando Atac decise di rinominare tutte le tratte tranviarie, la 225 divenne 2 e col tempo i pendolari hanno iniziato ad apprezzarla perché raccoglie a piazza Mancini tante linee di bus che provengono dai quartieri nord (Cassia, Grottarossa, Camilluccia) e le collega col centro e la metro A.

Oggi i binari sono inutilizzati. Per evitare che le auto si approprino della corsia loro riservata, sono stati installati dei pesanti “panettoni” di cemento a dimostrazione che la sospensione non sarà affatto breve.

 

E’ probabile che anche questa sarà una gatta da pelare che si troverà in carico il nuovo sindaco, in quanto l’attuale giunta 5stelle difficilmente riuscirà a bandire una gara per l’avvio dei lavori.


Sulla crisi dei trasporti pubblici romani

 

I trasporti romani potrebbero collassare entro fine anno. I filobus abbandonati – Diarioromano

 

 

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2 risposte

  1. Non credo sia ufficiale l’indicazione di un anno per la riattivazione della linea.
    Le parti strettamente necessarie della sostituzione sono tre curve per circa 70 metri, dieci giorni di lavoro. Non si spiega perché ancora non sia stato fatto questo intervento, considerando il costo del servizio sostitutivo a circa 400.000,oo euro mese. I binari per la sostituzione ci sono, gli operai delle squadre Atac ci sono all, opera fra 10 giorni il tram può ritornare.

  2. Non credo sia ufficiale l’indicazione di un anno per la riattivazione della linea.
    Le parti strettamente necessarie della sostituzione sono tre curve per circa 70 metri, dieci giorni di lavoro. Non si spiega perché ancora non sia stato fatto questo intervento, considerando il costo del servizio sostitutivo a circa 400.000,oo euro mese. I binari per la sostituzione ci sono, gli operai delle squadre Atac ci sono all, opera fra 10 giorni il tram può ritornare.

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