E’ la cocciniglia il problema dei pini romani. Ma non è una malattia incurabile, si può guarire. A dirlo sono diversi agronomi e tecnici, chiamati dai residenti del quartiere Trieste, preoccupati per la sorte del doppio filare di alberi che dal 1929 adorna il viale e gli conferisce un aspetto unico.
Si sono riuniti la settimana scorsa e hanno deciso che scenderanno in piazza, il prossimo giovedì 24 settembre per far sentire la loro voce, per dimostrare con volantini e testi scritti che la soluzione c’è e l’abbattimento è solo una barbarie.
A organizzare la manifestazione diversi comitati: Garden Club Giardino Romano, Salviamo i pini di Corso Trieste, Amici di Villa Leopardi, Volontari Decoro XIII, Agir Amici Giardini romani, Comitato Saxa Rubra. Tutti coordinati da Paola Morselli, presidente di Amici dei Pini di Roma.
I tecnici che sono stati coinvolti sono l’agronomo Fabio Filogna, l’arbicoltore Marco Belli e l’agronomo della Bioplanet,Giovanni Vecchione.
A Roma ci sono molti pini ammalati di cocciniglia. In gergo tecnico si chiama Toumeyella Parvicornis. Il Campidoglio, con la solita visione miope, ha pensato che l’unica via d’uscita sia abbattere gli alberi ormai infetti. Il rischio che cadano e provochino danni o feriti è alto e nessuno al Comune di Roma si vuole assumere questa responsabilità.
Ma una scelta così radicale non rappresenta la soluzione per vari motivi: in primo luogo non ferma l’epidemia, perché basta lasciare uno o due pini ancora infestati dalla cocciniglia che questa prosegue a diffondersi. In secondo luogo non tiene conto della tutela del verde e del paesaggio, dei profili romani che sono caratterizzati dalle chiome a ombrello. Infine non guarda al progresso della scienza e della ricerca che invece sta dimostrando che si possono percorre altre strade.
Le hanno indicate gli esperti invitati dai cittadini. Per tamponare l’emergenza, per arrestare cioè la malattia in quei tronchi molto ammalati, si possono fare delle iniezioni nella corteccia di “abamectina”, un insetticida che ha dato risultati incoraggianti. E’ chiaro che non si può pensare di procedere con iniezioni per tutti gli esemplari ammalati a Roma, ma sicuramente una prima terapia d’attacco va considerata.
C’è poi la possibilità di dare il via al contrasto biologico alla cocciniglia, cioè lanciare insetti che la combattano. Si è visto che le coccinelle, in particolare di una specie, stanno dando risultati convincenti.
Infine il lavaggio delle chiome per liberarle dalle sostanze nocive.
Se Roma avesse un vero servizio giardini questi interventi sarebbero stati messi in campo sei anni fa quando la coccinella ha fatto la sua comparsa. Invece si è perso tempo, si è fatto finta di non vedere e si è lasciato campo libero alla malattia che ha preso il sopravvento.
Ma non tutto è perduto e i 157 alberi di corso Trieste si possono, anzi si debbono, salvare. Durante l’amministrazione Veltroni, alcuni pini furono sostituiti con esemplari più giovani. Dall’arrivo della giunta Raggi in poi, non è stato più fatto alcun intervento. Fino a che i tronchi hanno cominciato a precipitare. Ne sono caduti tre negli ultimi due anni e altri sono a rischio.
Per questo non si può perdere altro tempo e si devono cominciare subito le cure. La motosega è l’ultima scelta e occorre fare di tutto per evitarla.
2 risposte
Buongiorno, mi sembrano doverose alcune correzioni:
– il 10 Settembre scorso si è tenuto un incontro organizzato da Amici dei Pini di Roma sul tema Toumeyella parvicornis, durante il quale sono intervenute alcune associazioni romane; i professionisti nominati nell’articolo sono stati invitati al nostro incontro sulla Toumeyella per dare il loro contributo tecnico alla discussione, che non verteva sui Pini di Corso Trieste e durante il quale non è stata decisa la manifestazione del 24;
– il flash mob di giovedì 24 Settembre p.v. è una mobilitazione organizzata dal Comitato Salviamo i Pini di Corso Trieste per chiedere trasparenza dei dati del monitoraggio effettuato sui Pini di Corso Trieste e chiedere alle istituzioni preposte che si pongano in essere azioni di contrasto alla Toumeyella parvicornis; la nostra Associazione appoggia l’iniziativa e sarà al loro fianco il 24.
Paola Morselli Presidente Associazione Amici dei Pini di Roma
So di generare un vespaio, ma ritengo di dovervi avvisare.
Quei pini sono pericolosi.
Nessun tecnico potrà mai certificare che non cadranno da un momento all’altro, senza preavviso ne’ sintomi apparenti, cocciniglie a parte (che comunque non fanno cadere gli alberi). Basta guardare le cronache cittadine. E i tecnici hanno responsabilità penali, difficilissime da difendere in tribunale.
La ragione della pericolosità del Pinus pinea è da ricercare nelle caratteristiche della specie, nel luogo di impianto inadeguato, ed in molti altri parametri, come per esempio la qualità del materiale a suo tempo utilizzato.
I pini domestici, nella strade urbane, dovrebbero essere evitati (anche per il pericolo di caduta coni) e comunque sosituiti entro pochi decenni. Attendere oltre può voler accrescere significativamente il pericolo per la pubblica incolumità.
La difesa della natura non c’entra nulla. Quei pini li ha messi l’uomo e poi li ha scordati. Ora sono da sostituire. Velocemente.