Proseguiamo la presentazione delle elaborazioni svolte da Tommaso Di Marcello sugli open data relativi agli incidenti stradali a Roma analizzando la distribuzione temporale degli eventi. Ricordiamo che l’ambito delle elaborazioni sono gli anni dal 2015 al 2019 (gli articoli precedenti qui e qui).
Per l’analisi temporale sono state prodotte delle “heatmaps”, ovvero delle tabelle con scala di colore più scura dove l’incidenza è più alta.
La prima tabella mostra il numero di incidenti per ora e giorno della settimana nel quinquennio di riferimento.
Come facilmente prevedibile, le ore con maggior numero di incidenti sono quelle del traffico di punta, dalle 8 alle 19 nei giorni infrasettimanali, con i picchi maggiori che si registrano alle 8 del martedì e del mercoledì. Di conseguenza le giornate di sabato e domenica, caratterizzate tipicamente da minori spostamenti in termini di numero, presentano numeri di incidenti mediamente inferiori.
La stessa tabella costruita col numero dei feriti dà un’immagine simile a quella precedente: la distribuzione temporale è quasi uguale, con il mercoledi alle 8 come giorno/ora dove ci si fa più male (962 feriti).
Passando alla distribuzione temporale dei decessi si ottiene un’immagine alquanto diversa.
Non sono più le ore del traffico di punta quelle con maggiore incidenza, bensì si ha una distribuzione più casuale. Sommando i numeri per ogni ora e per ogni giorno, scopriamo che l’ora più letale sono le 18, con 51 morti, e il giorno è la domenica, con 117 decessi.
Quest’ultimo dato desta particolare interesse: come mai il giorno della settimana con il minor numero di incidenti è quello col maggiore numero di morti? Le possibili spiegazioni che abbiamo pensato sono le seguenti:
- con un minor numero di veicoli in circolazione le velocità medie saranno superiori e quindi la letalità degli incidenti maggiore,
- la domenica, in quanto giorno festivo, vi è una minor presenza di agenti di polizia sulle strade, quindi minori controlli e una maggiore tendenza alle infrazioni che comportano incidenti,
- gli “autisti della domenica“, ossia coloro che guidano solo la domenica e che, mancandogli una pratica di guida regolare, risultano esitanti, impacciati e spesso pericolosi per gli altri.
Distribuzioni temporali di incidenti, feriti e decessi sono state create anche incrociando mesi e giorni della settinana.
Questa è quella degli incidenti …
… e questa quella dei feriti.
Anche in questi casi si nota una relazione diretta tra volumi di traffico e numero di incidenti e di feriti: valori alti nei giorni infrasettimanali e bassi nei fine settimana e ad agosto. Il mese/giorno con più feriti è il martedi di ottobre (1.104). Il mese con più feriti è ottobre con 6.908.
Questa invece la tabella relativa ai decessi.
Di nuovo nel caso dei decessi la tabella non mostra tendenze chiare ma una distribuzione abbastanza omogenea. Proprio questa omogeneità però, se confrontata con le distribuzioni di incidenti e feriti, fa capire ancora una volta che quando ci sono meno veicoli in circolazione (fine settimana e agosto) gli incidenti sono mediamente più gravi e causano un maggior numero di morti.
Ad esempio agosto ha il numero più basso di incidenti, tuttavia è il 4° mese per numero di decessi, con 60 morti totali. Per dirla in un altro modo, agosto ha circa la metà degli incidenti di un mese ad alta incidenza come ad esempio novembre, ma ha lo stesso numero di morti.
La combinazione giorno/mese più fatale è il lunedi di marzo con 20 morti. Il mese con più decessi è però maggio con 68.
Terminata anche questa rassegna di grafici e numeri relativi agli incidenti stradali, per rendere l’idea di quanto sia messa male Roma basta confrontare la sua situazione con quella di un’altra grande città europea come Parigi.
Ebbene nel 2019 a Parigi hanno perso la vita sulle strade 34 persone, tra cui 16 pedoni e 6 ciclisti. A Roma sempre nel 2019 i morti totali per incidente stradale sono stati 132, di cui 53 pedoni e 8 ciclisti.
Le strade romane sono circa quattro volte più pericolose di quelle parigine e la cosa non sembra togliere il sonno a nessuno dell’amministrazione Raggi.