L’amministrazione Gualtieri si è fatta trovare impreparata a gestire il caos di tavolini e pedane “emergenziali” lasciato dall’amministrazione Raggi.
Come abbiamo scritto più volte, nessuno ha messo in dubbio l’opportunità di concedere, in via straordinaria, spazi all’esterno dei locali di somministrazione per permettergli di ricominciare a lavorare pur con la pandemia ancora in corso. Il problema è che a Roma lo si è fatto con una normativa emergenziale bislacca e inapplicabile, tale da creare un far west molto difficile da riportare ad un ordine accettabile.
L’intenzione dell’amministrazione di prorogare sostanzialmente il regime emergenziale è stata espressa a più riprese, ma non potendo più sfruttare l’emergenza nazionale decretata dal governo, non si sa ancora come procedere dal punto di vista normativo.
Le ultime notizie lette sull’argomento parlavano di una riunione in settimana tra gli assessori Lucarelli (commercio), Patanè (mobilità) e Gotor (cultura) con i rappesentanti delle sovrintendenze e della polizia locale per “sbrogliare la matassa”.
La netta impressione è che tutti nell’amministrazione siano concentrati nel trovare il modo di estendere la validità di tutto quello che è stato creato in termini di Occupazioni di Suolo Pubblico (OSP) negli ultimi due anni, senza però che vi sia qualcuno che abbia a cuore la necessità che le norme di sicurezza vengano rispettate, a partire da quelle del codice della strada. E, come abbiamo scritto, la scarsa esperienza ma soprattutto la sudditanza nei confronti degli esercenti dimostrata dall’assessore al commercio, Monica Lucarelli, fanno preoccupare non poco sui possibili esiti delle iniziative in corso.
Un altro problema di cui nessuno si sta occupando è la pratica impossibilità da parte degli organi municipali di operare con un minimo di efficacia. La cosa riguarda in particolare il Municipio I, quello in cui si è verificata la maggior esplosione di nuove OSP (svariate migliaia!?!), e i motivi risiedono nel combinato disposto di normative barocche e drammatico sottodimensionamento dell’ufficio commercio.
Anche in questa consiliatura si stanno quindi sperimentando lunghe e faticose rimozioni di arredi abusivi che però vengono riallestiti il giorno dopo, senza che nessuno in Campidoglio stia neanche pensando a come ciò si possa superare.
C’è anche un’altra iniziativa del Municipio I che da una parte dimostra la volontà di cercare di riprendere il controllo del territorio, ma dall’altra la difficoltà di farlo a normativa vigente. Si tratta dell’intenzione da parte dell’assessore al commercio del Municipio I, Jacopo Scatà, di rimuovere le pedane dei locali che risultino inutilizzate o abusive. Ne abbiamo già parlato, indicando i casi di Passeggiata di Ripetta, dove c’è una pedana lasciata da un ristorante chiuso da anni, e di via Stefano Porcari, dove a marzo 2021 è spuntata una enorme pedana senza nessun locale nelle vicinanze.
Passati oltre tre mesi, entrambe quelle pedane sono ancora sul suolo pubblico, benché sempre inutilizzate.
Per quella di via dei Porcari, si è scoperto che la situazione non era così “semplice” come si potesse pensare. La pedana sarebbe infatti stata messa da un’attività di catering posta non su strada che però avrebbe una licenza di somministrazione. La decadenza inviata dal Municipio è stata quindi prima sospesa dal TAR, a cui l’esercente si era rivolto, e poi definitivamente annullata nel giudizio di merito. Facendo però parte via Porcari della viabilità principale, dove le OSP non sono consentite sulla sede stradale, il Municipio ha fatto un nuovo diniego, il cui iter si sta perfezionando per giungere, in assenza di nuovi intoppi, alla rimozione della pedana.
È oltre un anno che un enorme manufatto ha preso possesso, illegittimamente dalle notizie in nostro possesso, di un’ampia porzione di suolo pubblico, per di più rubando diversi stalli di sosta tariffata, e ancora non si riesce a farlo sparire.
Per quanto riguarda l’arredo di Passeggiata di Ripetta, in questo caso c’era prima da rintracciare l’esercente che aveva lasciato la pedana dopo aver chiuso il locale. Pare che la Polizia Locale sia riuscita nell’impresa, notificandogli il provvedimento di rimozione. E anche in questo caso si sta aspettando la conclusione dell’iter.
Tanto tempo e risorse impiegati per risolvere situazioni apparentemente semplici e nonostante l’assessore abbia anche istituito un tavolo permanente tra la Polizia Locale e l’ufficio commercio del Municipio per velocizzare le pratiche.
In Campidoglio dovrebbero pensare anche a queste di criticità, oltre che ad ingegnarsi su come mantenere tutte le OSP spuntate con la normativa emergenziale.
L’impossibilità pratica di governare il territorio è evidente e rappresenta un problema enorme per la città, ma chissà perché nessuno ne parla.