La notizia è stata data solo mercoledì, tramite un’intervista pubblicata su Il Tempo all’assessore all’ambiente del Municipio I, Stefano Marin, ma la decisione è stata presa dalla giunta del Municipio I lo scorso 22 dicembre: cittadini volontari saranno specificamente formati sulle modalità di raccolta differenziata nel Municipio I e verranno utilizzati sia per per controllare il corretto conferimento dei rifiuti da parte degli altri cittadini che per fornire informazioni a questi ultimi.
La delibera di giunta parte dal presupposto che vengono continuamente segnalati condotte scorrette sulla gestione dei rifiuti sia da parte di cittadini ed esercenti, che della stessa AMA; viene poi ricordata l’esistenza di un gruppo specializzato della Polizia Locale sulla materia, il Nucleo Ambiente e Decoro (NAD), che però risulta del tutto sottodimensionato per controllare tutto il territorio cittadino.
Vista infine la disponibilità di molte associazioni di cittadini a contribuire alla vigilanza sulle modalità di conferimento e raccolta dei rifiuti, la giunta del Municipio I delibera:
“… di intraprendere un percorso partecipato tra associazioni di cittadini, Assessorato alle Politiche Ambientali e Rifiuti, ed i gestori del servizio di raccolta rifiuti, affinché, previa istituzione di specifici seminari di formazione sulla raccolta differenziata dei rifiuti ed in collaborazione con il NAD, si possano impiegare le preziose risorse umane offerte, con invarianza di spesa per l’Amministrazione.”
In sostanza verranno formati dei volontari che poi andranno in giro a controllare sia che i rifiuti vengano conferiti correttamente, da parte di esercenti e semplici cittadini, sia che l’AMA o le altre società che curano la raccolta rispettino i turni di ritiro.
L’iniziativa appare lodevole, rappresentando un tentativo da parte del Municipio di contribuire al miglioramento di una raccolta differenziata che fa ancora acqua da tutte le parti, ma da una parte vediamo più di un problema alla sua fattiva realizzazione, dall’altra ci chiediamo perché qualcosa di simile non sia stato ancora predisposto da AMA utilizzando i circa 1.500 operatori che per vari motivi sono esentati dalla raccolta dei rifiuti.
Rispetto al primo punto, è facile immaginare la reazione del romano medio a qualcuno che gli faccia notare che forse sta buttando la spazzatura nel posto sbagliato (i quasi sicuri improperi li lasciamo giudicare ai lettori); senza contare che i volontari sarebbero esposti a ritorsioni in caso di segnalazioni e poi di eventuali sanzioni comminate a chi venisse colto in errore.
La delibera di giunta parla di “… specifica autorizzazione dei soggetti a presenziare nei rispettivi presidi secondo quanto pianificato e concordato preventivamente.”, ma trattandosi di volontari e non di pubblici ufficiali a nostro avviso il rischio di discussioni anche accese tra cittadini è molto alto.
La vera domanda resta perché non sia la stessa AMA a predisporre un servizio di controllo e informazione capillare sul territorio, potendovi dedicare i circa 1.500 operatori “parzialmente idonei e/o con limitazioni” che da anni non si riescono a sfruttare appieno nonostante vengano regolarmente retribuiti.
I lavoratori AMA della LILA (Laboratorio Idee Lavoratori AMA) propongono da molto tempo di utilizzare quelle figure per fare informazione e controllare i corretti conferimenti, ma continuano ad essere inascoltati anche dall’attuale amministrazione capitolina.
Recentemente Il Messaggero ha denunciato lo scandalo di lavoratori AMA pescati a giocare a carte o a dormire in orario di lavoro, ma d’altronde se agli “inidonei” non vengono assegnati compiti operativi, cosa dovrebbero fare durante l’orario di lavoro? Starsene seduti con le braccia conserte ad aspettare che trascorrano le otto ore della giornata lavorativa?
Perché dunque invece che coinvolgere dei volontari nel solo Municipio I l’amministrazione capitolina non chiede ad AMA di impiegare i lavoratori altrimenti inutilizzabili per fare controlli e informazione?
Purtroppo finora si è visto ben poco dalla nuova amministrazione capitolina per rimettere su binari di sostenibilità la raccolta dei rifiuti urbani.
Nel nostro piccolo noi ci permettiamo di suggerire ancora una volta, dopo i cinque anni persi con l’amministrazione M5S, l’idea dei “magazzini del riuso“, che permetterebbero a tantissimi cittadini di evitare di trasformare in rifiuto qualcosa che può ancora essere utilizzato da altri, e quella dell’acquisto di rifiuti ben differenziati rappresentata dall’iniziativa “Nonsonorifiuti“.
Si tratta di due semplici iniziative che, se estese a tutto il territorio cittadino, potrebbero distrarre dalla raccolta indifferenziata molte tonnellate di rifiuti.
Purtroppo queste proposte non necessitano di grossi investimenti né fanno guadagnare molto, per cui temiamo che continueranno ad essere ignorate da un’amministrazione che tuttavia non appare avere idee alternative da proporre alla città.