Delle bellezze di Roma, forse solo il Colosseo è più conosciuto della Fontana di Trevi, i cui marmi ora splendono dopo il restauro finanziato da Fendi. I lavori di ripulitura sono durati ben 17 mesi, durante i quali, nonostante il risibile tentativo di mantenere una piccola pozza artificiale dove i turisti potevano gettare le monetine, la fontana è rimasta praticamente inaccessible ed invisibile.
Visto comunque il risultato non si può che concordare sull’opportunità di procedere con la ripulitura.
Vi è però, come spesso accade a Roma, un particolare di tutta l’operazione che sfugge a qualsiasi comprensione. Esso è rappresentato da due oscene bancarelle, poste ai due lati della piazza antistante la fontana, che espongono robaccia turistica di infima qualità e prezzi stracciati. Eccole:
Oltre due milioni di spesa complessiva, 17 mesi di lavori con conseguente impossibilità per i turisti di apprezzare l’opera, e ci ritroviamo di nuovo con i due catafalchi di cui sopra ad occupare lo spazio davanti la fontana.
Noi avevamo capito che lo storico spostamento del luglio scorso, quando si ripulì il Colosseo ed il Tridente dalle bancarelle, era solo il primo di una serie di interventi tesi a liberare i luoghi più preziosi della città dal cancro (perché tale è ormai, senza tanti giri di parole) del commercio ambulante.
In teoria dovrebbe ancora esserci il cosiddetto “Tavolo del Decoro” che sta studiando le modalità di spostamento di tanti altri banchi in centro storico, ma purtroppo non si ha alcuna visibilità sui suoi lavori (ammesso che qualcosa stia facendo). E soprattutto non si vede alcun nuovo risultato di questo tavolo.
Non è che il commissario potesse dargli uno sprone, così come richiesto anche dal Municipio?