A Roma c’è la salita del Grillo, c’è stato il Marchese del Grillo (quello vero e quello dell’indimenticabile Alberto Sordi) ed ora abbiamo anche la caduta del Grillo.
Il fondatore del Movimento 5 Stelle è infatti caduto a terra a causa di una buca sulla sede stradale durante il corteo per il no al referendum costituzionale.
È bene che Grillo abbia toccato con mano (con piede, diremmo meglio) uno dei problemi più lamentati dai cittadini romani, l’ennesimo di quelli su cui l’attuale amministrazione dopo oltre 100 giorni di mandato non è riuscita ad incidere minimamente ma anzi con la sua inazione è riuscita incredibilmente a peggiorare.
Sappia Grillo che la sua domanda su quando finalmente i buchi delle strade verranno messi a posto se la pongono tutti i romani, specialmente quelli che al suo movimento hanno voluto dar fiducia e che ora si ritrovano un Sindaco che trova il tempo di fare viaggi all’estero, di parlare di funicolari e formula 1E a Roma e che sulla sua nuova pagina informativa tratta temi in gran parte lunari.
Glielo dica Grillo alla Raggi che le buche deve trovare il modo di sistemarle oggi, non quando lo consentono i tempi delle procedure, che sennò bastava tenerci Tronca in Campidoglio e si risparmiavano tutti i soldi della Giunta e dell’Assemblea Capitolina.
Ma soprattutto glielo dica Grillo alla Raggi che deve iniziare ad ascoltarli i cittadini, dandogli modo di interloquire con lei e con la sua Giunta, mentre ad oggi abbiamo un Sindaco che si accontenta dell’informazione a senso unico del suo profilo facebook e della sua pagina informativa, con gli assessori che risultano sordi ad ogni sollecitazione (abbiamo provato personalmente e più volte ad inviare messaggi di posta elettronica alla Meleo, alla Muraro ed a Bergamo ma senza mai una risposta, foss’anche automatica).
Sappia infine Grillo che gli antichi romani in questa sua caduta ci avrebbero visto un pessimo auspicio.
Sulla superstizione noi tendiamo a concordare con Eduardo De Filippo, il quale diceva che esserlo è da ignoranti ma non esserlo porta male. Per cui a Grillo suggeriamo di seguire l’esempio di Giulio Cesare di cui Plinio il Vecchio scriveva:
“Riportano che il dittatore Cesare, dopo una pericolosa caduta da un carro, non appena vi fosse montato sopra, usava sempre ripetere per tre volte un certo scongiuro, per allontanare da se tale pericolo; cosa che vediamo ancora oggi fare da molti“, (Naturalis Historia, XXVIII 16).
Se ne ricordi Grillo le prossime volte che scende nella Capitale.