Siamo così assuefatti al degrado del trasporto pubblico cittadino che poche voci si sono sollevate per lamentare la tragica notizia relativa alla metro A. Dal prossimo 4 luglio, la linea rossa chiuderà le porte alle 21.00 per lavori che dureranno ben 18 mesi. Questo significa che fino a gennaio 2024 gli utenti non potranno usare la metropolitana A nelle ore serali (tranne nel week end).
Se un provvedimento analogo fosse stato preso in una città francese, inglese o spagnola ci sarebbero state rivolte popolari, interrogazioni parlamentari, inchieste giornalistiche. Ma a Roma questo non succede perché il TPL è considerato ormai un orpello, uno strumento per pochi sfigati, mentre i più furbi si sono organizzati con il motorino e l’automobile. Esattamente come a Mumbay o Teheran, anche a Roma lo stop del mezzo pubblico non colpisce, né stupisce.
Intendiamoci, la responsabilità del caos non è di questa amministrazione perché le manutenzioni sarebbero dovute iniziare molti anni fa e l’immobilismo grillino si paga a caro prezzo. Ma anche la giunta Gualtieri ha accettato supinamente quanto proposto dai tecnici senza un sussulto. Un periodo di 18 mesi è davvero intollerabile e forse si sarebbe potuto organizzare un cantiere più lungo (24 mesi) ma con una chiusura dalle 23.30. Meno ore di lavoro notturno ma per un periodo più esteso.
Oppure si sarebbe potuto intervenire dividendo le tratte: prima lavori sulla Anagnina – Ottaviano e poi sulla Ottaviano – Battistini riducendo il disagio. Invece si è scelta la soluzione più facile per le imprese appaltatrici e la più pesante per l’utenza che – come è noto – è sempre quella meno considerata.
D’altronde, sempre dal 4 luglio, l’altro asse di trasporto rilevante di Roma Ovest, il tram 8, subirà la stessa sorte anzi peggiore perché qui il blocco sarà totale, sulle 24 ore. Per circa sei mesi il tram sarà rimpiazzato dai bus per consentire la sostituzione dei binari. Non che l’attuale funzionamento dell’8 fosse veloce ed efficiente da farlo rimpiangere, anzi è probabile che pur se bloccati nel traffico di viale Trastevere, gli autobus sostitutivi cammineranno più spediti. Il tram 8, infatti, è caratterizzato da alcuni anni da una lentezza che fa venire il latte alle ginocchia con una velocità di crociera da lumaca e apertura e chiusura delle porte che dura minuti e non secondi. I binari, infatti, sono talmente dissestati che hanno devastato i carrelli dei tram e questi sono costretti a viaggiare lentissimi, altrimenti si scardinano del tutto.
Questo è il livello del trasporto pubblico con episodi che sfiorano il comico come il magniloquente annuncio da parte della giunta tutta (sic!) della rimessa in funzione di 10 filobus sulla linea 74, quella che transita nel corridoio Laurentina – Tor Pagnotta. Nella foto che segue, tratta dall’agenzia Dire, addirittura il Sindaco Gualtieri e l’assessore Patané che il 13 giugno inaugurano felici la ripresa del 74 dopo due anni di stop.
Il 15 giugno, due giorni dopo, in servizio sulla 74 c’erano solo quattro mezzi su 10. Gli altri erano già tutti guasti!!!!
E comica pure la decisione di Atac di acquistare ben 33 nuovi minibus tutti diesel. Mentre l’Unione Europea annuncia lo stop definitivo dei mezzi a trazione a gasolio e benzina entro il 2035 (tra l’altro uccidendo l’industria italiana), a Roma compriamo autobus diesel. Eppure ovunque i piccoli bus sono elettrici da anni.
Potremmo infierire ulteriormente parlando dei tempi di attesa sulla metro C che resteranno da treno regionale (oltre 12 minuti) almeno fino al 2024 perché nessuno ha programmato per tempo la revisione. Del sovraffollamento della metro B, dove i passaggi sono diradati all’infinito, per non citare il disastro totale della Roma – Lido o della manutenzione delle scale mobili e degli ascensori.
A memoria d’uomo, il trasporto pubblico della Roma moderna non era mai stato in queste condizioni. Eppure c’è chi come Gualtieri ancora insiste a regalare soldi ad Atac versando altri 100 milioni senza una strategia precisa. Stiamo così perché in questi anni a nessuno è interessata la “produzione”, cioè il vero servizio da offrire ai cittadini tramite mezzi e investimenti. Tutti hanno pensato solo al personale dipendente, ad assumere amici e parenti, a prendere voti e consensi. Lo confermano le analisi del professor Andrea Giuricin, docente dell’Università Bicocca.
Ha ragione Giuricin. Dell’efficienza del trasporto non interessa nulla a nessuno. E di conseguenza se una metro chiude la sera per 18 mesi, la notizia passa come normale e necessaria manutenzione.
Una risposta
Dopo aver passeggiato in via cicerone con il mio cane passando accanto a cumuli di sacchi neri e maleodoranti davanti e dietro i cassonetti, alla mole Adriana ha inseguito topi che senz’alcun timore si avvicinano ai secchi de parco stracolmi. I turisti facevano foto del folklore romano