Quarantena prorogata per tutti fino a maggio. Una decisione che dalla realtà romana comincia ad apparire quasi fuori scala. I numeri dei contagi a Roma e nel Lazio disegnano infatti una situazione ben diversa dalle regioni più colpite, tale da cominciare a far pensare a modalità di controllo meno drastiche, magari adottando qualche strategia un filo più sofisticata del “tutti a casa” (ne parlammo qui).
Noi siamo gli ultimi, soprattutto in campo epidemiologico, ma forse cominciare ad avere una prospettiva di minor reclusione non dovrebbe essere così irresponsabile.
Per carità, nessun pensiero di invitare ad allentare le misure di contenimento che tutti dobbiamo ancora rispettare. Un invito però alle istituzioni affinché si cominci ad avere una qualche strategia per il prossimo futuro questo sì, ci sentiremmo di farlo, in particolare nei confronti di una Regione Lazio che appare quasi del tutto assente.
Volendo poi dare un giudizio su come Roma Capitale stia gestendo questo momento di emergenza, alla valutazione già non positiva di un paio di settimane fa dobbiamo aggiungere ulteriori aspetti negativi, tali da farci rammaricare che in un momento così grave sia toccata alla città un’amministrazione tanto inadeguata.
Già abbiamo fatto rilevare come il primo provvedimento preso dal Comune in relazione all’emergenza COVID19 sia stata la cancellazione della COSAP, la tassa per le occupazioni di suolo pubblico di bancarelle e tavolini di bar e ristoranti, per un impegno di mancati introiti stimato in 90 milioni di euro.
Il Comune quindi, invece di fare una pianificazione di quali e quante risorse sarebbero occorse alle varie categorie di cittadini romani per prima affrontare l’emergenza e poi ripartire al meglio, stabilendo dove reperire tali risorse e come suddividerle, si è fatto ammaliare dalla prima sirena che si è fatta sentire, ossia la lobby delle bancarelle e dei locali con tavolini esterni, e gli ha assegnato risorse per 90 milioni.
Qualcuno deve aver fatto notare al sindaco Raggi che va bene aiutare il qualche migliaio di attività commerciali che utilizzano il suolo pubblico, ma che c’era il resto del commercio, di gran lunga più numeroso, che senza una mano rischia seriamente di chiudere definitivamente. E la risposta del sindaco qual è stata?
“Dona
Nasce #RomaRiapre, l’iniziativa con cui Roma Capitale avvia una raccolta fondi destinata ad aiutare piccole imprese, negozi della città e giovani imprenditori”
Eh già, per la lobby più furba 90 milioni di canoni COSAP abbonati con un tratto di penna, mentre per tutto il resto del commercio capitolino una bella raccolta fondi che nella migliore delle ipotesi non arriverà neanche ad un centesimo di quella somma.
Bel capolavoro, non è vero?
Per rendere l’idea dell’idiozia ed ingiustizia di un tale provvedimento facciamo un esempio concreto. Consideriamo ad esempio la zona di Campo de’ Fiori. Sulla piazza la quasi totalità degli esercizi commerciali sono di somministrazione e titolari di concessione OSP, per cui per quest’anno potranno utilizzare il suolo pubblico in maniera completamente gratuita. Non male come regalo, benché va ricordato che i canoni COSAP sono di per sé alquanto ridicoli: circa 80 centesimi di euro al giorno per ogni metro quadro!?!
Quindi tutti i locali della piazza beneficeranno del generoso regalo dell’amministrazione, nonostante essi rappresentino le attività più floride della città da diversi anni (la “movida” è da tempo il miglior business a Roma e Campo de’ Fiori è uno dei luoghi principali), nonostante già normalmente beneficino di canoni COSAP ridicoli e anche nonostante ogni volta che la Polizia Locale fa dei controlli ne trovi un congruo numero in difetto.
Nella stessa zona vi sono degli altri locali di somministrazione che non possono beneficiare di tavolini esterni, perché le caratteristiche delle strade in cui insistono non lo consentono, e che forse anche per questo hanno mantenuto un “sapore” più autentico, evitando di omologarsi alle brutture tipiche di Campo de’ Fiori (tipo i buttadentro o l’ostensione di cibo-spazzatura all’esterno). Ci riferiamo alla “Latteria di Campo de’ Fiori”, il bar fermo agli anni ’50 di Vicolo del Gallo che meriterebbe una tutela della Soprintendenza, oppure del “Bar Perù” in via di Monserrato che nonostante i cambi di proprietà mantiene un carattere abbastanza tradizionale.
Ebbene queste due attività non avranno alcun regalo dal Comune, nessun aiuto a ricominciare quando lo si potrà finalmente fare. Potranno forse beneficiare di qualche briciola della raccolta fondi #RomaRiapre ma considerato quanto si riuscirà a raccogliere e la platea di contribuenti interessati c’è da scommetterci che si tratterà di pochi euro. Una vera offesa al lavoro e all’imprenditorialità se confrontata col maxi-regalo già confezionato per bancarelle e titolari di OSP.
Allargando poi lo sguardo a tutta la città, ci si rende conto di come il bel regalo di Virginia Raggi sia diretto in gran parte a bar e ristoranti del centro storico, che sono quelli che in massima parte sono titolari di OSP. La stragrande maggioranza delle attività cittadine e massimamente quelle delle zone periferiche non potranno che “attaccarsi al tram”, come si dice a Roma.
Ma c’è dell’altro, incredibilmente. Visto il successo della sua prima richiesta, la lobby dei locali titolari di OSP deve essersene inventata un’altra di richiesta e sembra che l’amministrazione si sia “bevuta” anche questa senza battere ciglio. Qualcuno deve aver considerato che quando si potrà riaprire ci sarà la necessità di distanziare le persone, ad esempio allontanando i tavoli tra di loro, per cui lo spazio a disposizione potrà essere utilizzato da un numero inferiore di persone. I locali che hanno solo spazi interni dovranno fare di necessità virtù e trovare il modo di convivere con tale nuova esigenza. Per i locali con spazio esterno, su suolo pubblico, qualcuno si è fatta venire un’idea geniale: considerando la necessità del distanziamento, perché non prevedere un aumento del 20% della superficie occupabile così da compensare l’esercente? L’uovo di Colombo, avrà pensato l’amministrazione capitolina, che infatti pare stia già lavorando a come attuare una tale misura.
A parte il fatto che non pagandolo il suolo pubblico per quest’anno non si vede cosa agli esercenti dovrebbe essere risarcito, ma qualcuno dovrebbe spiegare a Virginia Raggi, che pare sia quella innamoratasi di questa bella trovata, che le OSP vengono sempre rilasciate sulla massima superficie concedibile in base alle normative (codice della strada, normative di sicurezza, vincoli paesaggistici, ecc.), per cui un qualsiasi allargamento, anche temporaneo, andrebbe in violazione di qualcuna di quelle normative. Per di più, tali normative sono sovraordinate rispetto a quelle comunali, per cui il Comune anche volendo non può derogarle.
Si sarà capito quindi che questo ulteriore bel regalo riservato ai locali titolari di OSP (localizzati, lo ricordiamo ancora una volta, essenzialmente in centro storico) è una castroneria bella e buona, degna di ignoranti totali del diritto e delle reali esigenze del commercio cittadino, che van ben al di là di una lobby potente e privilegiata.
Noi siamo abbastanza sicuri che questa misura del 20% di ampliamento delle OSP risulterà non percorribile, ma se l’amministrazione volesse incaponirsi nel portarla avanti ci permettiamo di dare qualche altro suggerimento nella stessa direzione: perché non aiutare i tassisti a fare più corse eliminando per loro i limiti di velocità? Oppure perché non consentire la vendita delle sigarette a tutto il settore non alimentare per aiutarlo a ripartire?
Su un giudizio più complessivo riguardo a come Roma Capitale ha gestito l’emergenza, condividiamo in toto quanto scritto dagli amici di CarteInRegola (La Capitale disfatta e la disfatta della Capitale) e vogliamo sottolineare il passaggio in cui viene chiamata in causa tutta la classe dirigente di Roma:
“… la frammentazione sociale e lo scarso dialogo delle istituzioni con la società civile che ha caratterizzato la Roma di questi anni rendono assai difficile ricomporre una comunità coesa e solidale, soprattutto in questo periodo di distanza pubblica imposta dall’emergenza sanitaria. Ma é soprattutto la classe dirigente di Roma – politica, economica, amministrativa – che si è vistosamente dimostrata non all’altezza della sfida dell’emergenza.”
Per chiudere ci tocca ricordare che anche in questa occasione il sindaco Raggi è riuscita a dare il meglio di sé. È infatti mancata laddove necessario, ad esempio accompagnando e guidando la città e i cittadini di concerto con tutti i municipi, oppure cercando di gestire, anche come titolare cittadina della salute pubblica, una disponibilità di mascherine e altri presidi sanitari che a Roma continuano a scarseggiare.
Si è invece fatto vedere malamente il sindaco quando poteva risparmiarselo.
Ad esempio atteggiandosi a gendarme de’ noantri con espressioni (“Se fate i furbi vi pizzichiamo“!?!) che neanche l’ultimo dei pizzardoni usa più …
Oppure “… nessuno pensasse di fare il furbo sui buoni spesa, perché vi becchiamo“!?!
Anche l’ultima idea di distribuire le colombe donate dalla Bauli ai sanitari presso il Policlinico ci è parsa l’ennesima stupidaggine. Da una parte mandare gente a distribuire non indispensabili colombe laddove non si dovrebbe avvicinare nessuno senza valido motivo sembra davvero stupido, ma poi se davvero si voleva dare un segno di riconoscenza ai sanitari per l’enorme lavoro che stanno svolgendo, perché ad esempio non eliminare l’addizionale comunale per tutto il 2020? Siamo sicuri che il personale sanitario tutto apprezzerebbe un tale gesto enormemente di più di una banale colomba ma certo, dopo aver fatto gli smargiassi regalando 90 milioni di euro a bancarelle e locali del centro non rimane granché da distribuire a chi pure se lo starebbe meritando.
4 risposte
Considerato l’andamento dell’epidemia a Roma, NON STUZZICATELA!!! NON PROVOCATELA!!!! Se prendesse una qualunque iniziativa, provocherebbe più danni di una bomba a frammentazione in una cristalleria! (remember gestione rifiuti? Scale mobili della metro?)
Dichiarazione del Sindaco Raggi: “Se esiste un’emergenza sanitaria a Roma, è colpa dei virus precedenti…”
miticoooooooooo, me stò a cappotta’ 🙂
Proposta dei titolari di OSP: aumentiamo del 20% la superficie occupabile.
Controproposta: tenuto conto che fino al 31.12.2020 non pagherete la COSAP, fino a quella data niente tavolini all’aperto…