Era stata donata da Finmeccanica alla città di Roma per valorizzare un luogo già molto suggestivo: la biforcazione che da Ponte Risorgimento porta al quartiere Prati, con i grandi viali alberati progettati dal piano regolare di Sanjust di Teulada.
Igor Mitoraj, il grande scultore polacco, aveva voluto che tutto intorno vi fossero piantati lecci, cipressi ed essenze tipiche romane. “L’ho realizzata in travertino – racconterà a Costanzo Costantini – come atto di amore per Roma. Con gli stessi materiali dei vecchi palazzi, dei vecchi ponti, di Bernini…..“. Insomma un’opera di valore artistico ed emozionale che doveva essere difesa.
E invece, come sempre accade a Roma da 20 anni a questa parte, è finita in un abbandono senza speranze. Il travertino non è mai stato pulito e forse questo è il problema minore dato che la patina di antico può essere gradevole. Ma la fontana ha smesso di funzionare. La raccolta di acqua che la notte si rifletteva sul volto con un suggestivo gioco di luci è ora una vasca per insetti e zanzare.
Il giardinetto circostante non è più accessibile. E’ stato recintato con le solite reti arancioni e sta così da mesi. La balaustra in ferro battuto è divelta e pericolante.
Ma la cosa peggiore è il solito tanfo che caratterizza ormai troppi spazi verdi di Roma. Nel giardinetto, infatti, hanno stabilito casa tanti sbandati della zona. Siamo rimasti sul posto meno di mezz’ora e ne abbiamo visti due uscire dai cespugli dopo aver espletato i bisogni corporali e un terzo che dormiva beatamente sul suo letto di cartone. Accanto a lui altri cartoni fanno pensare che la notte il luogo sia molto frequentato.
Igor Mitoraj non fatto a tempo a vedere le condizioni in cui versa una delle opere che ha lasciato a Roma. Amava molto questa città per la quale aveva concepito pezzi unici, come le magnifiche porte in bronzo della basilica di Santa Maria degli Angeli. La sua morte, poco meno di un anno fa, avrebbe dovuto provocare uno scatto di orgoglio nei nostri amministratori. Ricordarlo tenendo in ordine il lascito più importante di un artista: la sua opera.
Ma a Roma nulla ha più valore. L’arte e la bellezza appartengono ad un passato che nessuno vuole celebrare più.