Del livello imbarazzante dell’assessore all’ambiente Pinuccia Montanari ed in particolare della sua personalissima concezione di “albero” ci siamo già occupati più volte.
Torniamo a parlarne in occasione dell’evento organizzato ieri dal gruppo Green City Roma presso il parco Bonafede per verificare lo stato di uno degli interventi di “riforestazione urbana” organizzati dalla Montanari e per dare conto dell’accesso agli atti fatto dal gruppo in relazione alla stessa iniziativa.
Lo scorso febbraio si era infatti tenuta una nuova puntata dell’iniziativa #Alberiperilfuturo ed il parco Bonafede, all’Alessandrino, era stato uno di quelli in cui l’assessore Montanari si era esibita con la sua personalissima tecnica di piantumazione. Subito dopo quell’evento, il Sindaco Raggi insieme all’assessore Montanari aveva pubblicato un video in cui magnificava quella riforestazione dicendo che di alberi ne erano già stati piantati circa tremila.
Per verificare il numero effettivo di alberi piantati, le specie utilizzate e la loro provenienza, i cosiddetti “alberisti” di Green City Roma hanno fatto un accesso agli atti presso il Dipartimento Ambiente ricevendo una risposta incompleta e con numeri diversi da quanto comunicato.
Il Dipartimento comunica che ai diversi municipi sono stati consegnati in totale 2.229 alberi (ben lontano quindi dai tremila dichiarati dalla Montanari), di cui 331 piantati nel parco Bonafede. Nulla viene detto invece riguardo la provenienza di questi alberi, se essi siano stati donati o acquistati.
Riguardo ai 331 che dovrebbero essere stati piantati nel parco Bonafede, i presenti alla manifestazione di ieri si sono esercitati nel contare gli alberelli ma al massimo si arriva ad una settantina, facendo venire il dubbio di che fine abbiano fatto gli altri 250 circa.
Anche le specie riportate nella risposta del Dipartimento non corrispondono a quelle effettivamente piantate (essenzialmente carpini e pini), con il piccolo mistero della Montanari che nel video dice di piantare un faggio mentre di faggi non c’è traccia né nella risposta del Dipartimento né nel parco (ma l’assessore ha già altre volte dimostrato di confondere con facilità le specie arboree).
Di seguito alcune foto prese durante la passeggiata nel parco dove si può apprezzare l’erba incolta che sommerge la gran parte degli alberelli piantati (con qualche pino che dà già segnali di morte), l’estrema giovinezza delle piante che le mette a serio rischio durante la stagione calda e l’assenza di tutori degni di questo nome, con molte piantine prive anche di un bastoncino che le sorregga e le faccia vedere. In tali condizioni è facile immaginare quante piantine verranno fatte fuori durante lo sfalcio dell’erba del parco.
Dimostrato ancora una volta che #Alberiperilfuturo è un’operazione puramente promozionale, stanti le possibilità pressoché nulle che piantine così piccole e deboli possano sopravvivere alla stagione calda, gli alberisti di Green City Roma chiedono che esse vengano rimosse, risistemate in vaso e portate in un luogo dove esse possano crescere fino alla dimensione giusta per essere poi piantate su terreno aperto.
Come hanno infatti spiegato, per un alberista è sì una pena assistere al taglio di numerosi grandi alberi a Roma, ma lo è altrettanto il vedere tanti “cuccioli” di albero destinati a morte certa.
L’occasione è stata buona per chiedere ancora una volta le dimissioni dell’assessore Montanari, ça va sans dire.
P.s.: il parco Bonafede prende il nome da Francesco Bonafede, fondatore a Padova del primo orto botanico al mondo, nel XVI secolo. C’è da credere che le pratiche adottate dalla “compagnia Montanari” lo stiano facendo rivoltare nella tomba.