Un recente servizio de Le Iene ha riproposto l’ennesima declinazione romana, e quindi incivile ed illegale, di quella che è una più o meno normale componente automobilistica, ossia le microcar. Sono queste delle automobili di dimensioni ridotte con motorizzazioni tali da poter essere guidate dai quattordicenni con il patentito dei ciclomotri.
A Roma di queste macchinette ve n’è un numero spropositato, circa 16.000, ma il problema fondamentale è che esse sembrano al di sopra della legge, come bene il servizio documenta. Al di là infatti di azioni di repressione specifiche che ogni tanto la Polizia Locale intraprende, l’ultima lo scorso aprile, per questi veicoli vale lo stesso regime di generale impunità che caratterizza tutto il traffico romano. Con l’aggravante però che le infrazioni in questo caso le commettono dei minorenni, spesso solo quattordicenni, che così ricevono il devastante messaggio che in fondo a Roma puoi fare come ti pare con la pratica certezza di farla franca. E quand’anche qualcuno dovesse ricevere una sanzione, normalmente ci sono sempre i genitori che ne fanno quasi un vanto di potersi permettere questo e altro, rincarando così la dose di autostima nei loro pargoli che crescono col mito dell’impunità.
Non che vogliamo dire che proprio tutte le macchinette siano in qualche modo illegali o i loro autisti sempre dei violatori seriali del codice della strada. Ma sia il servizio de Le Iene, sia le percentuali di veicoli sanzionati rispetto ai controlli effettuati (l’ultima volta un veicolo su tre multato per modifiche illegali) dimostrano che il fenomeno richiederebbe un’attenzione particolare.
Tra le modifiche illegali più diffuse vi è la manomissione della marmitta per aumentare le prestazioni del veicolo. Questa è causa di un rumore assordante che le microcar irradiano in tutte le strade di Roma.
Di questo problema noi ci occupammo già a maggio 2016, a seguito della segnalazione di una lettrice che aveva provato a redarguire bonariamente una ragazzetta che guidava la sua macchinetta in maniera criminale.
Al tempo a Roma c’era il commissario Tronca e la Polizia Locale aveva appena pubblicizzato il potenziamento dello street control e dei taccuini digitali. Noi provammo a proporre che gli agenti cominciassero a buttare un occhio particolare sulle microcar, sia perché come visto presentano percentuali di illecito ben superiori alla media, sia perché una violazione commessa da un minorenne vale doppio, riguardando sia chi la compie che i genitori che necessariamente ne sono corresponsabili.
Inoltre, come scrivemmo al tempo, pensiamo che se per tanti adulti indisciplinati non c’è molta speranza, è fondamentale che almeno i giovani crescano con la consapevolezza che le norme vigenti vanno rispettate.
L’ultimo giro di controlli a tappeto fu condotto dal gruppo comandato al tempo da Di Maggio, che nel frattempo è divenuto una specie di delegato del Sindaco all’interno della Polizia Locale. Noi siamo sicuri che il comandante Di Maggio capisca l’importanza di reprimere impunità ormai consolidate in alcune fasce della popolazione minorenne. Perché non si fa promotore di una campagna permanente che riporti a legalità il mondo delle microcar a Roma?
Una risposta
Io approvo tutto quello che ha detto la signora Fiorella Arcese