La mancata tutela a Roma delle fontane monumentali

È dal 2016 che segnaliamo la necessità di aumentare le sanzioni per chi viola le fontane di Roma. Proviamo a suggerirlo anche a Gualtieri dando anche un ulteriore spunto per migliorare il clima generale

 

L’immagine precedente si direbbe estratta da un film o dal servizio fotografico di qualche rivista di moda. Invece è uno scatto recente, preso di sfuggita sulla Fontana dei Fiumi di piazza Navona, che mostra una signora bagnarsi con l’accompagnatore che funge da novello Marcello Mastroianni.

 

Si potrà pensare ad un accadimento rarissimo, una violazione di un bene culturale preziosissimo che si verifica pochissime volte e che comunque è accompagnata da una sanzione.

Nulla di più sbagliato: sulla base di informazioni forniteci da abitanti di zona, nella sola Fontana dei Fiumi accade almeno un paio di volte la settimana che qualcuno entri nell’acqua e normalmente nessuno interviene per mettere fine ai bagni e sanzionare i trasgressori.

 

A Fontana di Trevi è accaduto circa una settimana fa, o meglio, si è avuto notizia e video di un bagno con tanto di tuffi da parte di un uomo che è stato fermato e sanzionato dagli agenti della Polizia Locale. Da notare che la sanzione prevista ammonta a €450.

 

A Roma le fontane monumentali sono centinaia e pensare di presidiarle tutte, durante le 24 ore, è semplicemente demenziale.

Vanno quindi create le condizioni affinché tali beni vengano rispettati sia dai romani che dai tantissimi turisti che vengono a visitarli.

 

Di questo argomento ne parlammo la prima volta nel luglio 2016, riprendendo un comunicato stampa della Polizia Locale di Roma che descriveva un intervento degli agenti con relativa multa presso la Fontana di Trevi. Già allora avevamo rilevato come la sanzione prevista fosse irrisoria, del tutto inadeguata a fungere da deterrente contro un tale malcostume. Da quell’articolo:

Anzitutto vi è chiaramente una moltiplicazione di episodi di bagni nelle fontane monumentali che preoccupa senz’altro e che senza qualche misura contenitiva rischia di divenire un fenomeno di massa.

Dalle notizie fornite dalla PRC capiamo che la sanzione per tali bagni ammonta a 450 euro, che non sono pochi, ma che evidentemente non riscono a scoraggiare i più intraprendenti. Noi siamo normalmente contrari a sanzioni  spropositate applicate raramente, preferendo multe ragionevoli ma comminate con sistematicità, però in questo caso ci sentiremmo di chiedere un aumento nell’entità della sanzione. Pagare infatti 450 euro per un bagno dentro la fontana di Trevi, magari ad imitazione della Ekberg de La Dolce Vita, non è tutto sommato una cifra troppo considerevole, soprattutto per un turista che così ha modo di aggiungere alla sua esperienza romana un elemento di assoluta originalità. Probabilmente sarebbe il caso di portare l’importo della sanzione ad almeno mille euro, se non ancor di più, provvedendo a pubblicizzare la cosa soprattutto nell’ambito dei circuiti turistici. E che si trovi il modo di fargliele pagare con certezza queste sanzioni ai turisti, a costo di trattenerli alla frontiera.

 

Già al tempo c’era l’evidente rischio che il malcostume divenisse un fenomeno di massa, in mancanza di efficaci misure contenitive, e purtroppo questo è quello a cui stiamo assistendo.

 

Nell’agosto dello stesso anno tornammo sul tema ribadendo la necessità che si prendessero provvedimenti a partire dall’elevare l’imposto della sanzione.

 

Ad aprile 2017 riprendemmo l’argomento, in occasione dell’ennesimo bagno spettacolare a Fontana di Trevi, ma ancora una volta l’amministrazione in carica decise di non fare nulla. Questo un estratto dal quel post:

Ma d’altronde se per una cosa del genere si rischia solo una multa da 450 euro, con buone possibilità di non pagarla essendo stranieri (ce lo vediamo proprio il Comune di Roma che rincorre il cittadino spagnolo in Spagna per farsi pagare una cifra tanto modesta), come dar torto a certi esibizionisti?

Per l’ennesima volta torniamo allora a scriverlo: è indispensabile ed urgente aumentare l’importo delle sanzioni per questo genere di infrazioni, oltre ad escogitare un modo perché poi le multe siano effettivamente pagate.

Fa ancora freddino in questo periodo, ma si rende conto l’attuale amministrazione di cosa potrà accadere a tutte  le fontane monumentali non appena arriverà la bella stagione?

E no, molto probabilmente nessuno se ne rende conto e non si farà nulla per ridurre o anche solo governare l’ennesimo malcostume che invade la nostra disgraziata città.

 

Proviamo a ribadire il nostro pensiero con l’amministrazione capitolina attualmente in carica, chiedendo che vengano alzate di molto le sanzioni in caso di violazione di una fontana monumentale e che venga data pubblicità della cosa in tutti i canali turistici.

Temiamo che anche questa volta l’appello cadrà nel vuoto, ma come sempre noi ci teniamo al compito che ci siamo dati di stimolare le amministrazioni in carica. In altri termini, noi la nostra parte proviamo sempre a farla.

 

Volendo però allargare lo sguardo e provare ad immaginare una soluzione migliore per preservare l’enorme patrimonio artistico di Roma, gran parte del quale esposto in luoghi pubblici senza presidio, andrebbe cambiato il clima generale che si avverte nel girare per la città.

Ad oggi, soprattutto nei luoghi più frequentati da turisti, a Roma vige un’illegalità e un degrado diffusi in tutti gli ambiti: veicoli parcheggiati ovunque, scritte vandaliche, locali che invadono lo spazio pubblico a piacimento, musica riprodotta in strada nonostante i divieti esistenti, rifiuti buttati un po’ ovunque.

In un clima generale del genere, è purtroppo comprensibile che un turista non avverta la gravità di violare una fontana monumentale, finendo per considerare la cosa una bravata “alla romana”, una delle tante che gli sarà capitato di vedere o che gli avranno descritto divertiti.

Andrebbe quindi ristabilito anzitutto un livello decente di legalità nei luoghi centrali di Roma, presidiandoli meglio ma soprattutto dando chiare indicazioni agli agenti di come e quando intervenire, laddove oggi i pur pochissimi presidi esistenti si limitano ad osservare il caos intorno a loro, salvo intervenire quando la situazione precipita.

Un tale tipo di intervento sarebbe risolutivo non solo per i bagni nelle fontane, ma richiederebbe una rivoluzione della Polizia Locale che ad oggi il sidnaco Gualtieri tiene ben chiusa in un cassetto.

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