“La PA a Roma è come un acquario in acqua stagnante”. Intervista ad Alfredo Martini (Civiltà di Cantiere)

Una classe amministrativa più giovane, 15 veri comuni autonomi e flessibilità urbanistica. Una ricetta per uscire dalla crisi tremenda del dopo Covid. Di Sandra Naggar

Inizia oggi la sua collaborazione con diarioromano, Sandra Naggar¹, artista e attivista civica. Ci aiuterà nelle prossime settimane ad affrontare il tema della profonda crisi di Roma. Il Covid ha aggravato una situazione già precaria non solo per le note inefficienze della politica, ma anche perché la capitale è zavorrata da una classe amministrativa (soprattutto nella pubblica amministrazione) non preparata e poco propensa all’innovazione. Spesso ce la prendiamo con l’attuale Sindaca o con i suoi predecessori, ma senza una riforma profonda dell’amministrazione pubblica, il miglior primo cittadino avrà sempre le mani legate.
Con Sandra Naggar affronteremo questo percorso, nella speranza di sollevare un dibattito serio che sia all’ordine del giorno delle elezioni comunali che si terranno tra un anno.
Cominciamo oggi con l’intervista a Alfredo Martini, direttore della piattaforma “Civiltà di Cantiere“. 

Alfredo Martini

 

Oltre un anno fa ho conosciuto, nell’ambito di un progetto di laboratorio lanciato da Aspesi per Roma, Alfredo Martini direttore della rivista Civiltà di Cantiere, con il quale abbiamo curato un convegno al Macro a via Nizza “Rigenerare Roma: nuovo approccio, nuova governance”. Oggi, alla luce del Covid19, mi preme sentire il suo parere su come Roma debba affrontare le vecchie e nuovissime sfide, modificate nelle priorità, impegnando tutti in un ripensamento nei diversi settori cosi come nella visione complessiva della capitale.

Rigenerare Roma, verso una visione condivisa: quali considerazioni sulle potenzialità e opportunità di Roma, alla luce del Covid 19, vedi come priorità?
Alfredo Martini: Un anno fa usciva il nostro numero dedicato a Rigenerare Roma: avevamo le idee chiare e ragionavamo su un contesto consolidato anche se in continua evoluzione, oggi quel
contesto è profondamente mutato e rispetto a un anno fa molte delle criticità persistenti restano, ma il mutato scenario impone una visione diversa. Diventa importante ragionare sullo spazio non edificato, sugli spazi diversi, sui parchi, ma anche sulle potenzialità offerte dall’Agro romano, dalle vocazioni agroalimentari. Una strategia e una visione in grado di collocare tutto questo tra i fattori su cui costruire un percorso diverso di sviluppo è fondamentale. Così come una riflessione non emergenziale o “modaiola” per quanto riguarda la mobilità. Si deve insistere in un grande piano poliennale di rigenerazione il che vuol dire intervenire con coraggio utilizzando anche le opportunità offerte oggi dagli incentivi, mettendo comunque al centro l’iniziativa pubblica ovvero valorizzando i poli della conoscenza come le scuole e le università. Dobbiamo anche essere consapevoli che il degrado della città, con le sue profonde diseguaglianze, è destinato ad aggravarsi per gli effetti economici della pandemia, devono cambiare le priorità e soprattutto le strategie. Dobbiamo cogliere l’occasione per ripensare Roma, per individuare e valorizzare le sue straordinarie potenzialità, ma ci vuole un cambiamento culturale e un’accelerazione nel modello di Governance. I nodi da sciogliere a monte sono da un lato il modello di Governance, dall’altro l’organizzazione della struttura amministrativa e gestionale del pubblico. Senza questo cambiamento ogni ragionamento e ogni progetto rischia di restare illusorio, di produrre come in passato frustrazioni e pochi risultati.

Qual è il modello di Governance che vedi per Roma? 
Alfredo Martini: Ritengo sia ineluttabile che il nuovo modello di Governance veda Roma come una metropoli composta da 15 città autonome e responsabili. Trasformare i municipi in 15 comuni autonomi di un’area metropolitana significa rendere maggiormente gestibile la macchina amministrativa, ma anche pianificare e progettare una riorganizzazione degli spazi in funzione di un diversa gestione del tempo e dei modi di lavorare (smart working, ma non solo). Ciò chiama in causa il tema delicatissimo della mobilità e della sua sostenibilità, non solo in termini di impatto ambientale, ma anche da altri punti di vista: economico, sociale e della sicurezza. Molte città europee, ma anche italiane stanno ragionando sul fatto che le persone non debbano fare tragitti più lunghi di 20 minuti da e verso casa. Ciò significa per una città metropolitana come Roma, tra le più estese d’Europa, ragionare e investire sul territorio di prossimità e questo non può essere fatto senza un’autonomia e una responsabilità chiara e completa. Così torniamo alla questione dell’autonomia comunale.

Approfondiamo la questione del ruolo della Pubblica Amministrazione a Roma.
Alfredo Martini: La Pubblica Amministrazione deve cambiare nel suo stesso approccio con la cittadinanza, con gli utenti. Chi lavora e opera in un’amministrazione pubblica deve interiorizzare
profondamente il principio dell’essere al servizio del cittadino, condividendo una generale consapevolezza che è fondamentale ricostruire un rapporto di fiducia, con conseguenti comportamenti e atteggiamenti. In secondo luogo, questo cambiamento deve riportare al centro la collaborazione tra pubblico e privato, valorizzando ed estendendo al massimo il principio costituzionale della sussidiarietà, riempiendolo di modalità e strumenti.

Quale peso ha il valore della competenza e del ricambio generazionale nella Pubblica Amministrazione romana?
Alfredo Martini: Roma denuncia un sotto-organico cresciuto negli ultimi anni, che è all’origine di gravi disservizi, così come all’incapacità di utilizzare tempestivamente le risorse disponibili. Il
blocco burocratico è una delle principali cause della bassa crescita e produttività del nostro Paese. Un fattore che a Roma risulta eclatante. All’origine di questa criticità vi sono una pluralità di cause, alcune organizzative, altre talvolta anche strumentali ad operazioni poco chiare. Sicuramente incide profondamente una bassa competenza tecnica E’ questo uno dei nodi da sciogliere favorendo un ampio ricambio generazionale e modificando la stessa struttura organizzativa rivendendo il disequilibrio tra amministrativi e tecnici. Più competenza significa maggiore sicurezza nell’affrontare problemi e scelte. Così come in molti Comuni italiani anche a Roma si riscontra un personale con un’età media molto alta. Volendo usare una metafora la PA oggi assomiglia a un acquario dove i pesci vivono in un’acqua stagnante e non riescono più a nuotare e a vivere. Servono acqua nuova e nuovi pesci. Uno degli effetti più drammatici di questa situazione è il pesante e diffuso clima di contrapposizione tra amministrazione e cittadini e dove troppo spesso si registrano comportamenti poco consoni all’idea di servizio e non si capisce a chi attribuire le responsabilità delle inefficienze. Prevalgono inoltre troppe sovrapposizioni e spezzettamenti di competenze, tali da rendere, a volte, ingestibili anche problemi semplici che potrebbero essere risolti facilmente. Rendere complicate le cose fa talvolta nascere il dubbio che sia voluto. I cittadini esigono comportamenti chiari e oggettivi. Non è inoltre oggi possibile nell’immissione di nuove e più elevate competenze prescindere dalla digitalizzazione. Da qui passa una riorganizzazione più efficiente e più sostenibile per tutti.

In conclusione, puoi indicare una road map da seguire?
Alfredo Martini: Un anno fa a proposito di come perseguire e raggiungere obiettivi concreti di rigenerazione avevamo proposto un percorso in 7 tappe che rimane tutt’ora valido, ovvero: una
visione strategica; una cabina di regia pubblica; una flessibilità urbanistica; dotarsi di strumenti gestionali pubblico-privati; il coinvolgimento attivo della cittadinanza; una strategia di marketing territoriale e infine un’ampia e articolata proposta culturale.

 


¹Artista e attivista del Comitato Don Minzoni di cui cura la comunicazione e le relazioni pubbliche oltre a progetti quali la campagna “Plastic Free Actions”, una rassegna di cinema ambiente “Il pianeta negli occhi Film Fest”, convegni sull’ambiente “Naturacamp2019” e sulla città “Rigenerare Roma: nuovo approccio e nuova governance” al Macro, con Civiltà di Cantiere. Partecipa a diversi tavoli per Roma e cura un blog “Essere Roma Nord” su Roma h24

 

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Una risposta

  1. bella strategia , speriamo si possa tradurre in pratica. per il bene di roma e dei suoi cittadini

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