Pensate forse che qualcuna delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi decenni in questa città e che hanno validamente gareggiato tra loro per incapacità, sia riuscita a partorire qualcosa di buono per la vita reale dei cittadini? Certo che no, direte voi (o almeno è quello che direi io).
E invece si, questa c’era riuscita. Adesso quale fosse non lo ricordo neppure, e francamente oramai poco importa, quel che conta è che alcuni anni fa, è apparsa magicamente al parco del Pineto una palestrina all’aperto.
Di certo un nulla rispetto a quello che si vede negli altri centri urbani europei, i cui parchi o lungofiumi sono diventati delle immense aree fitness ma sicuramente un risultato eccezionale per una città immobile da anni.
L’opera si è dimostrata da subito apprezzatissima dai residenti che hanno cominciato a frequentarla in massa. E continuano a farlo.
Purtroppo però si sa che da noi va molto più di moda inaugurare piuttosto che mantenere. Così, col passare del tempo e l’utilizzo, uno dopo l’altro, i vari attrezzi sono andati fuori uso.
L’ultimo dei caduti è quello per i pettorali, cui sono saltati i bulloni che tenevano i sedili agganciati alla struttura. Siamo al 50% di attrezzi non utilizzabili, una buona media.
In questo caso non si tratta di vandalismo ma parliamo semplicemente assenza di manutenzione ed incuria.
Pare che questo sia il destino inevitabile dei beni pubblici a Roma, utilizzati o abbandonati che siano, condannati tutti ad andare alla malora.
Peccato, perchè quella palestrina è stata veramente un successo.
Tanta gente la usa, gente che magari non può permettersi l’abbonamento ad una palestra o la villa privata col giardino.
Ricordiamoci che il bene pubblico, fruibile da tutti, è solidale, è ciò che tutela le fasce più deboli, che rende il povero “un po’ più uguale” al ricco.
Per via di autorizzazioni, intrecci di competenze, mancanze di fondi ecc, già sappiamo che nessuna istituzione può far nulla ed è quindi inutile sperare in un ripristino della struttura. Prendiamo quindi atto che da oggi siamo tutti un po’ più poveri ed un po’ più disuguali.
NB ATTENZIONE: quando ci si siede adesso il sedile si rovescia quindi è pure pericoloso.