Torniamo periodicamente sul tema delle occupazioni di suolo pubblico (OSP) a Roma, specialmente in centro storico, anche se sappiamo che non è un argomento facile da seguire o particolarmente attrattivo per chi ci legge (come testimoniano gli accessi ai pezzi). Lo facciamo perché siamo convinti che l’utilizzo dello spazio pubblico da parte dei privati è questione molto delicata, in quanto comporta una limitazione nel godimento di un bene pubblico da parte dei cittadini e nel contempo rappresenta una potenzialmente enorme fonte di finanziamento per la l’amministrazione cittadina.
L’ultima volta, alla fine di maggio, abbiamo dato conto dell’intenzione del Municipio di modificare l’approccio seguito finora, quello basato essenzialmente sui Piani di Massima Occupabilità (PMO), per cercare di andare incontro alle sempre più pressanti richieste del commercio di proteggere i tavolini esistenti (leciti o meno) e magari di metterne di ulteriori.
In quel pezzo è illustrata la situazione attuale delle OSP e dei PMO in centro storico e descritta l’intenzione del Municipio I di cercare di superare gli anni di impasse che hanno caratterizzato la sua azione.
Perché se c’è una certezza in questa materia è che l’amministrazione del Municipio I, retta dalla presidente Alfonsi, si è distinta per non aver fatto passi avanti nella regolamentazione delle OSP tramite i PMO. La stragrande maggioranza dei piani vigenti sono infatti stati approvati nella precedente consiliatura guidata da Orlando Corsetti, mentre quella attuale è rimasta bloccata dall’intenzione della granparte dei consiglieri municipali di non volersi mettere contro un certo commercio cittadino.
Le lamentele degli esercenti devono essere arrivate ai piani alti del Campidoglio tanto da far ventilare al presidente Coia l’intenzione del Comune di sollevare il Municipio dalla responsabilità sule OSP. In altre parole, non piacendo al Comune le troppe restrizioni messe dal Municipio nella concessione di OSP, il Comune vorrebbe prendere in carico la questione con l’intenzione di ampliare le maglie e concedere molto di più.
Quello che evidentemente in Comune non hanno ancora capito è che le restrizioni alle OSP non sono dettate da norme discrezionali decise dal Municipio, bensì in massima parte da norme di leggi nazionali, come il codice della strada, che non sono superabili. A febbraio dello scorso anno provammo anche a spiegarla all’assessore Cafarotti questa cosa ma forse il messaggio non è giunto a tutti gli interessati.
La novità di questi giorni è un post dell’ex presidente Corsetti, oggi consigliere PD in Assemblea Capitolina, in cui egli rivendica il lavoro fatto dalla sua amministrazione in tema di PMO.
Il messaggio che Corsetti vuole mandare è, in estrema sintesi, che se la sua amministrazione ha approvato 121 PMO e quelle successive meno di dieci, non è che lui ce l’aveva col commercio e chi l’ha seguito no. Molto semplicemente, la sua maggioranza ha voluto dare una sistemazione normativa alla materia delle OSP utilizzando lo strumento dei PMO, mentre chi l’ha seguito ha evidentemente rinunciato a seguire la stessa strada ma senza proporne una alternativa.
Un estratto dal post:
“Quanto ai criteri utilizzati ne ricordo a tutti alcuni. Innanzitutto in base al codice della strada sulle vie senza marciapiede va lasciato minimo un metro per il transito di pedoni, passeggini, carrozzine per disabili per camminare in sicurezza. Molte osp, prima del mio “malaugurato arrivo”, venivano autorizzate dichiarando che il pedone poteva utilizzare la strada in promiscuità con le auto. Lascio a voi le dovute considerazioni.
Altro criterio inserito nella redazione dei nuovi progetti fu il rispetto di ciò che chiedeva il comando dei Vigili del Fuoco, ovvero la garanzia di lasciare libera la carreggiata per 3.50 metri al fine di consentire il passaggio dei mezzi di soccorso. Prima non si faceva neppure questo, ricordo diversi episodi di ambulanze bloccate in mezzo ai tavoli dove mangiavano turisti e avventori.
Facemmo inserire anche l’obbligo di lasciare libero un metro dagli ingressi residenziali e accogliemmo alcune importanti
prescrizioni delle varie sovrintendenze circa la tutela di nostri beni storici e artistici.”
Da ciò si dovrebbe capire che per quanto il Presidente Coia si potrà dar da fare cercando di allargare le maglie della normativa per concedere sempre più OSP, troverà sempre leggi nazionali inderogabili a sbarrargli la strada.
Ringraziamo Orlando Corsetti per aver voluto dire parole di chiarezza su un tema che vede troppe ambiguità sia da parte del Municipio che del Comune, entrambi evidentemente interessati a tenersi buono un certo commercio e questo anche se così facendo si va contro l’interesse pubblico.
Apprezziamo anche la sua disponibilità a partecipare ad un incontro pubblico dove discutere del tema, anche se temiamo che la sua proposta cadrà nel vuoto, essendo in troppi nei vari schieramenti a capire poco della materia ma soprattutto a non essere disposti a mettersi contro il commercio del centro storico.