Nessuno riesce a spiegare perché si è rimasti a discutere della delibera Coia sugli ambulanti fino alle 6.00 del mattino. Soldi buttati per pagare gli straordinari al personale capitolino, facce tese, nervi a fior di pelle in consiglio comunale nella notte tra martedì e mercoledì.
Orari del genere sono stati raggiunti per scadenze imminenti: per esempio per l’approvazione del bilancio o per la chiusura di un importante piano regolatore entro i termini. Ma mai si sono fatte le ore piccole per approvare un provvedimento contestato non solo da operatori e cittadini ma soprattutto che ha registrato il parere negativo sia della Ragioneria Comunale che del Segretario Generale. Un atto al limite della legittimità, un blitz che i paladini dell'”Honestà” non giustificano. Viene da pensare che l’approvazione nel cuore della notte sarebbe servita a non andare sui giornali; un’azione alla chetichella in un’aula dove si era respirata aria pesante.
A contestare la delibera scritta dal presidente della commissione Commercio Coia c’erano veramente tutti: alcune associazioni di ambulanti (che sostengono di non essere state consultate), la Cna e la Confcommercio (che cercano di difendere i negozianti dalla concorrenza sleale delle bancarelle), i cittadini stufi di vivere in un eterno mercato all’aperto tipo Bangalore, le opposizioni che alla sera avevano presentato 260 emendamenti. Intendiamoci non si tratta di emendamenti migliorativi, in molti casi (per esempio quelli predisposti dal consigliere di Forza Italia Bordoni) erano terribili, ma l’effetto finale è stato impedire che la delibera venisse approvata in poche ore. Il merito delle opposizioni è stato di fare ostruzionismo (il Pd ha presentato una diffida per evitare che venisse discussa la delibera dopo il parere negativo della Segreteria Generale).
E si è arrivati così alle 6.00 del mattino quando, esausti, i membri dell’opposizione hanno ritirato 130 emendamenti e quelli della maggioranza hanno acconsentito a interrompere la seduta.
La telenovela è ripresa questa mattina alle 10.30, come confermato dalla convocazione dell’aula. Voci ben informate parlavano di uno slittamento di una settimana per permettere a Coia di modificare le parti censurate dagli uffici capitolini e forse di recepire ulteriori istanze degli ambulanti che sembrano scontenti.
Il rinvio non c’è stato e si va verso una approvazione rapida. potrebbe solo peggiorare la situazione. Il tema – lo ripetiamo per chi non ha seguito la vicenda – è la riforma del commercio su area pubblica. Uno dei cancri di questa città con 12 mila operatori regolari che invadono marciapiedi, incroci, fermate della metro e piazzali di tutta Roma, da via Cola di Rienzo, a via Tuscolana, a Ponte Mammolo. Uno schiaffo al decoro e una concorrenza insostenibile per i negozi che pagano affitti e tasse salati, mentre gli ambulanti versano in media al Comune 125 euro l’anno per occupare luoghi strategici.
Durante il suo intervento in aula (che non è piaciuto neanche agli elettori 5stelle), Andrea Coia ha ripetuto che la partecipazione di tutti è stata garantita. Ha spiegato che il parere contrario della Ragioneria riguarda solo una frase che verrà stralciata dal testo. Che la norma eliminerà i monopoli e che gli attacchi ricevuti dai giornali sono falsi. “Guardatevi allo specchio“, ha gridato all’indirizzo dei cronisti al punto che lo stesso De Vito lo ha dovuto richiamare a rivolgersi all’aula.
Poco prima, Coia aveva improvvisato una conferenza stampa: non per spiegare le criticità del provvedimento o per rispondere alle domande (che conferenza stampa è se non ci sono domande ?!?), ma per elencare i giornalisti scorretti. Quelli che hanno scritto articoli “falsi e bugiardi”. Aveva proprio un elenco, una lista in ordine alfabetico: il Corriere della Sera, il Foglio, il Messaggero, Repubblica, etc. A parte che le liste di proscrizione nei confronti della stampa ricordano periodi molto tristi della nostra storia, il M5S avrebbe forse dovuto domandarsi come mai tutti i giornali hanno sparato a zero contro la sua delibera. Che ci sia stato un problema nella comunicazione? Che i contenuti siano in qualche modo discutibili? No, evidentemente sono solo giornali al servizio dei poteri forti!!
Il nodo principale della riforma grillina non viene mai toccato nè da Coia, nè dagli altri esponenti della maggioranza: le gare che dovranno farsi nel rispetto della direttiva Bolkestein per l’assegnazione dei posteggi premieranno i migliori o i soliti noti? L’anzianità di servizio costituirà il punteggio maggiore, di fatto riconfermando tutti gli attuali operatori o no? Il testo dice chiaramente che così stanno le cose, ma sul punto – chissà perchè – non si riesce a discutere.
La Sindaca è arrivata in aula dopo le 23.00 mettendoci la faccia e quindi appoggiando la delibera. Anche l’assessore Meloni era presente, sebbene non abbia mai parlato. Pochi giorni prima aveva diramato un comunicato che parla del tavolo del decoro: “Siamo quasi arrivati alla fine – ha scritto – e presto potremo ridefinire i posteggi per le bancarelle nei luoghi più pregiati da Borgo, a Castel Sant’Angelo, S. Pietro, Risorgimento etc”. A parte che non si comprende perché le altre strade (Marconi, Somalia, Regina Margherita, Rebibbia, etc) debbano essere condannate a vivere nel suk, ma – ci e vi domandiamo – non stride con la proposta Coia? Scrivere un comunicato che parla di bancarelle e camion bar senza citare il lavoro che sta svolgendo il collega della commissione in ore così convulse cosa significa?
Sarà che siamo dietrologi e che invece questa amministrazione sta operando nella massima trasparenza, eppure fino ad oggi sembra tutto un gran pasticcio. Anzi – come ha scritto uno dei giornali cattivi – un grande inganno!
Una risposta
Già , il grande inganno, c’hanno rifilato il videoregistratore col mattone dentro ma oramai dopo 11 mesi lo stanno capendo in parecchi