Il 29 agosto ci eravamo rivolti a Giovanni Caudo e Christian Raimo, rispettivamente presidente e assessore alla cultura del III° Municipio, per chiedere di inserire il tema degrado nella serie di lezioni negli spazi pubblici del quartiere. Ribadiamo l’esigenza di una riflessione sull’accettazione passiva del degrado, in occasione del terzo incontro della rassegna “Grande come una città“. Stasera alle 19.30 nei cortili del Tufello si terrà la lezione aperta di Valerio Mastandrea con il critico cinematografico Mario Sesti.
Quale luogo migliore per parlare di cinema, le strade del Tufello, tra i luoghi scelti da De Sica come set per il suo “Ladri di Biciclette”. In altri paesi a vocazione turistica, un luogo così incantevole sarebbe valorizzato e meta di visitatori da tutto il mondo.
Rabbrividiamo pensando a come i vandali hanno ridotto le splendide case popolari. E’ da molti anni infatti che writers e vandali più o meno politicizzati hanno imbrattato le facciate degli stabili anni ’30. Lo denunciammo già nel marzo 2017, ma nessuno ha fatto qualcosa per evitare che la situazione peggiorasse. Non solo nessuno ha pensato di riqualificare la zona, ma tanto meno si è pensato ad intervenire per sorvegliare adeguatamente uno dei luoghi più suggestivi di Roma.
La nota relativa alla segnalazione da noi trasmessa al Municipio allora guidato dalla 5stelle Roberta Capoccioni, è caduta nel dimenticatoio.
Così, partendo da Via Scarpanto cornice della prima scena di “Ladri di Biciclette”, vediamo i primi segni dell’inciviltà. Inutili manifesti abusivi usati per marcare il territorio dai gruppi di estrema sinistra.
Ed eccoci in Via delle Isole Curzolane, dove i protagonisti di “Ladri di Biciclette”, un padre e un figlio, vivono in condizioni difficili. Eccole, le palazzine affacciate sul verde, interamente tappezzate di scritte e graffiti. Alcuni tra gli esempi più significativi di edilizia popolare romana, devastati dalla furia iconoclasta di writers e (sedicenti) antifa. Cosa c’è di più reazionario dello spregio del bene comune?
Forse ricordiamo tutti la scena di “Caro Diario” in cui Nanni Moretti percorre in vespa le vie deserte del Tufello. Citando una celebre frase del film: “Voi gridavate cose orrende e violentissime, voi siete imbruttiti”.
Ed ecco il manifesto di chi, pensando di onorare la memoria di un ragazzo che non c’è più, Valerio Verbano, utilizza i muri come strumento per coltivare l’odio ideologico. Stessa strategia messa in atto dall’estrema destra, in altri quartieri (Salario, Appio Claudio) per celebrare i propri martiri: usare le scritte per radicalizzare i giovani e marchiare il territorio.
Tornando al discorso iniziale, come si può sopportare un simile sfregio, un attacco alla dignità dei cittadini, un insulto a migliaia di lavoratori che contribuirono alla costruzione del quartiere, per ragioni inspiegabili se non per sciatteria istituzionale o assenza di sensibilità politica?
Chissà cosa ne pensa Valerio Mastandrea, attore schierato politicamente, e soprattutto cosa ha intenzione di fare il vertice del III° Municipio, Giovanni Caudo e Christian Raimo. La “scuola di politica permanente in senso ampio su temi chiave: dalla cittadinanza alla legalità” NON può prescindere dalla condanna degli atti vandalici alle case e alle scuole di Val Melaina/Tufello.