Era una delle stazioni romane più devastate. Quando inviammo la segnalazione e le foto alle Ferrovie e al Municipio, due diversi funzionari ci risposero sbigottiti, quasi come se vivessero in un’altra città. Era il settembre del 2013 e su bastacartelloni pubblicammo le foto di un luogo assurdo, al confine del mondo civile. Ecco qualche ricordo dell’orrore.
Nel giugno del 2014, uno di quei funzionari ci scrisse di aver fatto ripulire la stazione e in effetti documentammo un netto miglioramento. Almeno gli orari dei treni erano leggibili e non sembrava più di entrare in un antro infernale (nel collage il prima e il dopo).
Ma la vera sorpresa arriva in questi giorni quando, nell’ambito di un piano di riqualificazione di alcune stazioni più degradate, Fs ha deciso di affidare ad alcuni artisti la realizzazione di graffiti di qualità. Non tutte le opere sono finite e alcuni sono ancora al lavoro con pennelli e bombolette, ma entrare nel tunnel che si apre su viale Etiopia è ora un’esperienza sensoriale.
Graffiti bellissimi accompagnano il viaggiatore lungo un percorso che si dirama nei diversi binari. Si nota la mano differente di ciascun artista, ognuno col suo stile e una scelta di colori personale. Ma l’effetto di insieme è gioioso e vivace. Ecco le opere che abbiamo fotografato, alcune ancora fresche o addirittura incomplete, perchè in via di realizzazione.
Ci sono le firme di alcuni autori più noti e altri alle prime armi. Ma tutti con un talento particolare, come quest’ultima gigante opera che sovrasta l’ingresso da viale Etiopia: un giovane che si tiene in bilico sulle ruote con la città sullo sfondo, un cielo rosso carico di speranza. Davvero suggestiva.
Messaggi a difesa della natura: dai delfini che devono nuotare liberi ai fiori che ci sorridono se li tuteliamo dall’inquinamento. I volti dei viaggiatori sono sorpresi positivamente e molti si fermano ad ammirare laddove prima correvano per evitare le tags lasciate dai soliti idioti.
Cosa succederà nei prossimi mesi alla stazione Nomentana? Verranno rispettate le magnifiche opere realizzate da giovani di talento o gli invidiosi taggaroli le rovineranno con firme senza senso e frasi coatte? E’ l’ennesima prova del grado di civiltà di Roma. Molto basso, lo sappiamo, ma sperare in un’eccezione fa sempre bene.