Salviamo la Metro C, una della associazioni cittadine più attive e preparate in tema di trasporti, scova una notizia rilevante nascosta tra i commenti di un post su Facebook del neo presidente municipale Mauro Caliste. Il minisindaco risponde a un residente (tra l’altro collaboratore di diarioromano) e ammette: “Se le tempistiche saranno troppo lunghe si chiederà il ripristino della vecchia viabilità“.
Una sorta di resa che lascia davvero sconcertati. Gli abitanti del quartiere e Salviamo la Metro C non ci stanno e chiedono a Caliste un impegno serio a far partire i lavori che già hanno accumulato un ritardo ingiustificabile. La causa di questa lentezza sta nella confusionaria rete di sottoservizi: tubature del gas, condutture dell’acqua, cavi elettrici. Un gran caos, come sempre nel sottosuolo di Roma, che ci si aspettava sarebbe stato gestito con piglio e decisione dalla precedente amministrazione comunale. E invece l’inadeguatezza degli assessori (Gatta!?! e Meleo!) e lo scarso impegno delle varie Acea, Enel, Italagas, etc hanno bloccato tutto.
RFI, Rete Ferroviaria Italiana – esecutore dell’opera – aveva chiesto alle aziende una mappa precisa di quello che passa sotto la futura stazione ma questo censimento non è mai stato completato. A novembre 2020, l’ing. Andrea Borgia di RFI aveva spiegato che non era possibile fissare una data per l’avvio dei cantieri: “Tutto dipende da quello che troveremo lì sotto“, disse sconsolato. Da allora è trascorso un anno e pare che non siano venuti a capo di questi benedetti sottoservizi. La vicenda ha del kafkiano in quanto i lavori sarebbero dovuti iniziare nel 2017 e ad oggi siamo ancora in attesa della prima pietra.
L’altro elemento che lascia davvero perplessi riguarda il ruolo del commissario straordinario nominato dal Governo Draghi proprio per velocizzare quest’opera. Ad agosto del 2021, all’ing. Vincenzo Macello, esperto di trasporti ferroviari, viene conferito mandato di “espletare ogni determinazione per l’avvio delle attività” (il testo del DPCM è disponibile a questo link). Dunque Macello ha i più ampi poteri, compresi quelli di mettere intorno a un tavolo RFI e le aziende di servizi, e dare una tirata di orecchie. L’avrà fatto?
Al momento non sembra siano stati compiuti passi avanti forse perché l’ing. Macello è stato sovraccaricato con ben 12 grandi opere in tutta Italia che dipendono da lui. Anche questa è una riflessione che va fatta: non ha senso che un unico commissario sia responsabile di così tanti cantieri. Invece di velocizzare può diventare un ostacolo.
Ma torniamo al presidente del V Municipio Caliste che si è fatto portavoce di un disagio di molti residenti: da quando la viabilità del quartiere è stata cambiata, via l’Aquila è ostaggio di perenni ingorghi, così come piazza del Pigneto. Non ha senso far vivere questo inferno quotidiano alla gente se poi il cantiere non procede, è stata la sua osservazione. Sebbene essa abbia un senso logico, il problema va visto dal punto di vista opposto. I rappresentati delle istituzioni come il Sindaco, il presidente di Regione, il presidente di Municipio, se incontrano un ostacolo fanno in modo di eliminarlo non di aggirarlo. La stazione Pigneto non può aspettare oltre, deve essere realizzata perché cambierebbe la vita di migliaia di pendolari.
Il progetto porterà così tanti vantaggi che i disagi temporanei saranno un prezzo da pagare con piacere: la ferrovia FL1 è la più frequentata tra le linee metropolitane, collega l’aeroporto di Fiumicino con Fara Sabina, passando per tutte le principali stazioni di Roma. Tra Tuscolana e Tiburtina si innesterà la nuova fermata Pigneto che permetterà lo scambio con la Metro C, con la linea FL3 (che collega Ostiense con Viterbo passando per Cesano, Bracciano e La Storta), con le linee tranviarie e bus di superficie. Inoltre, in un futuro non troppo lontano, la stazione Pigneto permetterebbe una fermata aggiuntiva per i treni provenienti dal sud così che i passeggeri possano usufruire del trasporto locale senza bisogno di arrivare a Termini, decongestionandola.
Inoltre il quartiere godrà di una riqualificazione totale. Il vallo ferroviario che si vede nella foto all’inizio di questo articolo verrà interrato mentre in superficie nasceranno piste ciclabili, area verde, giardini e panchine. La sosta ridisegnata e verrà ampliata l’area pedonale, ridando vita ad una zona oggi soffocata dal traffico (render qui sopra).
Tutti i politici, da Draghi in giù, non fanno altro che ripetere il mantra della chiusura dell’anello ferroviario romano. E poi una delle opere strategiche si ferma perché non si riescono a spostare quattro tubi del gas e qualche cavo elettrico?
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3 risposte
Si manifesta e si lotta per ogni cosa ma la gente nel nostro quartiere sembra non interessarsi allpopera che potrebbe far passare il quartiere da “estrema periferia” a nuovo CENTRO CITTADINO.
Diamoci da fare . Organizziamo un comitato e manifestiamo .
Gallozzi Ferdinando
Sono d’accordo
Nomen omen: ing. Macello