Lo scorso 17 luglio, nel pezzo dedicato a dei cretini ricevuti a favore di telecamere dal Sindaco Raggi in Campidoglio (a questo siamo arrivati), avevamo accennato ad una odiosa disavventura patita da una ragazza disabile a causa di una serie di malfunzionamenti degli apparati presso alcune fermate della linea A della metropolitana.
La storia è contenuta in una lettera che Paola ha inviato al Sindaco Raggi ed all’associazione “Vorreiprendereiltreno – Lottiamo col sorriso, per i diritti di tutti, contro ogni barriera“. Come facilmente prevedibile il Sindaco non si è degnato di inviare risposta alcuna, mentre l’associazione ha pubblicato la lettera sulla sua pagina facebook da dove poi è stata molto rilanciata sui social.
In estrema sintesi la lettera descrive le disavventure di Paola che voleva solo andare in metropolitana alla festa di compleanno di una sua amica. Una percorrenza di una decina di minuti in totale, se solo i vari ausili presenti presso le stazioni della metropolitana avessero funzionato decentemente, si è trasformata in una vera odissea per Paola che così ha chiosato la sua lettera:
“Uscita alle 15,30 per andare a 10 minuti da casa mia, durata del viaggio 4 ore.
Presenza alla festa 2 ore!”
Appena saputo della disavventura abbiamo scritto ad Andrea Venuto, il Disability Manager di Roma:
… il quale così ci rispose:
Poi effettivamente Andrea Venuto ha incontrato i vertici ATAC, proprio il giorno successivo al tweet e questo è quello che ha pubblicato sulla sua pagina facebook;
“Cronache di una #rivoluzione
Il cambio di passo, il rompere lo status quo, il vedere la luce in fondo al tunnel, iniziare a programmare ed intervenire. Queste le “accezioni” della nostra #rivoluzione. È queste le parole d’ordine che sono state portate al tavolo di lavoro che vedete qui riunito.
Si tratta dei vertici di #atac – a partire dal Presidente ed AD Paolo Simioni che si è messo completamente a dispozione – con il quale abbiamo iniziato a parlare di #rivoluzione. Quello della mobilità delle persone con disabilità è un tema che su Roma “soffre” da decenni: autubus inaccessibili, fermate della Metropolitana da scalare in cordata, disagi continui.
Senza bacchetta magica, ma con tanto #coRAGGIo, oggi si sono iniziate a porre le basi per un cambiamento epocale. Già tra due settimane ci sarà il prossimo incontro in cui si farà sintesi degli interventi proposti da attuare a brevissimo termine e quelli più di programmazione sull’accessibilità alla mobilità. Sicuramenre sarà puntuale la cronaca di questa #rivoluzione.”
Fatta la tara dell’enfasi a nostro avviso esagerata di cui evidentemente anche il Venuto non riesce a fare a meno, gli riconosciamo senz’altro il merito di dire quello che fa e fare quello che dice. Saremmo curiosi di sapere se poi l’incontro successivo si è effettivamente tenuto o sta per tenersi (le due settimane scadono proprio oggi) e quali passi concreti l’ATAC sia disposta a fare per assicurare all’esistente, pur pochissimo, un’operatività del tutto affidabile.
C’è però un punto su cui il Disability Manager continua a glissare ed è quello relativo all’opportunità che qualcuno dell’amministrazione si faccia vivo con Paola e le presenti delle sacrosante scuse. Se infatti l’attuale governo cittadino non può essere considerato responsabile per quanto poco Roma offra a supporto di chi ha problemi di deambulazione, un affidabile funzionamento delle strutture esistenti è invece una responsabilità dell’amministrazione ed è giusto che quando si fallisca in maniera così plateale e con tali disagi per qualcuno, a quel qualcuno gli si chieda anzitutto scusa.
Considerato il tempo che deve avere da perdere, a nostro avviso dovrebbe essere la stessa Raggi a presentare le scuse a Paola, anche perché non può senz’altro farlo quella che in teoria avrebbe la responsabilità della mobilità, non avendo colei la più pallida idea di cosa voglia dire “essere responsabili”. Sarebbe il benvenuto con le scuse anche il Presidente/AD/DG di ATAC Simioni, visto che è l’azienda da lui diretta ad aver fallito a ripetizione, così come molto appropriate sarebbero delle scuse presentate dal Disability Manager, il quale pur avendo dato prova di un certo attivismo nel suo ruolo non può non prendere atto che a quasi un anno dalla sua nomina troppi problemi macroscopici sono ancora insoluti, a partire proprio dall’inaffidabilità dei servizi ATAC in ausilio dei portatori di disabilità.
Insomma tra tutti costoro che almeno uno faccia questo atto di responsabilità di scusarsi con chi ha subito disagi e umiliazioni indegne di una città civile. Non serve un’azione a favore di fotografi o telecamere, bensì una discreta visita che dia il segnale della dovuta attenzione a questi problemi.
Come abbiamo più volte scritto, a noi piace parafrasare Voltaire affermando:
“Il grado di civiltà di una città si misura osservando le condizioni che riserva ai portatori di disabilità”.
Purtroppo con un tale metro di giudizio Roma non riesce neanche a classificarsi e noi consideriamo questa cosa inaccettabile. Per questo non molleremo su questa storia fino a che chi di dovere non adempia alle responsabilità del proprio ruolo.