Riceviamo e pubblichiamo un promemoria sulla gestione a dir poco disinvolta dei divieti di sosta temporanei relativi a riprese cinematografiche.
Maggiori problemi riscontrati:
1) divieti di sosta con cartelli a volte mancanti del testo della determinazione dirigenziale;
2) mancanza di chiarezza nella comunicazione, con estremi del divieto scritti anche a pennarello, che, con la pioggia, diventano illeggibili;
3) prolungamenti dei divieti in corso d’opera, con allungamento del periodo corretto a penna;
4) divieti ad intermittenza, ossia divieti di un paio di giorni continuamente protratti;
5) divieti talvolta apposti all’improvviso, senza le 48 ore di preavviso come da regolamento;
6) divieti apposti e poi non utilizzati o utilizzati solo in parte.
La foto è del 21 gennaio u.s. e mostra un tratto di lungotevere dei Tebaldi libero da auto in sosta a causa di un divieto per riprese cinematografiche; persone residenti in zona hanno riferito come tale area sia rimasta sostanzialmente inutilizzata.
Questo delle riprese cinematografiche è in ogni caso un fenomeno atipico. Risulta infatti difficile credere che le compagnie cinematografiche possano permettersi di pagare giorni interi di occupazione del suolo pubblico senza una reale necessità, in un momento di crisi economica spaventosa come questo poi. Due le possibili ipotesi: o la concessione viene data senza l’effettivo esborso, e ci sarebbe da augurarsi che non sia così, oppure nonostante la crisi il cinema può permettersi anche di buttare i soldi.
Ci si chiede però se i disagi che queste operazioni determinano ai cittadini vengano tenuti nella giusta considerazione. Molti di questi divieti vengono infatti posti in aree dove vi è una grande domanda di sosta (ammesso pure che a Roma vi siano luoghi dove ciò non avvenga) e la sparizione di molte decine di posti auto regolari per più giorni costringe molti a trovare una sistemazione spesso irregolare alla propria vettura. Chi infatti vive nei luoghi dove vengono apposti i divieti non ha la possibilità di far “sparire” la propria auto per qualche giorno.
Quindi chi firma le determine dei divieti temporanei, ossia i vigili, dovrebbe anche sorvegliare che l’occupazione concessa venga poi utilizzata.
Più in generale, ci si aspetterebbe che l’amministrazione capitolina tenesse maggiormente presente le esigenze dei cittadini residenti e in caso di ripetuti provvedimenti invasivi, come l’eliminazione di decine di posti auto regolari, gestisse le operazioni con la massima precisione e fornisse alternative di sosta valide.
Trattando questo argomento non può non venire in mente il servizio di Report sulla Polizia Locale di Roma, quello in cui i giornalisti della testata Rai 3 hanno documentato una serie di poco commendabili (ad essere buoni) storie con i vigili romani protagonisti.
Una di quelle storie raccontava di una società di servizi cinematografici fondata da un comandante dei vigili, ed ora gestita dai figli di costui, che avrebbe la possibilità di agire con estrema libertà nella gestione dei divieti di sosta temporanei per le riprese cinematografiche.
Quel comandante fu intervistato dal giornalista di Report e alla domanda se la società di servizi fosse stata fondata da lui rispose di no, che era stato suo figlio a fondarla. Ebbene Report ha fatto una visura ed è risultato che la società fu fondata proprio da quel comandante e da lui tenuta per diversi anni.
Nonostante una bugia tanto clamorosa, per quanto priva di profili di illiceità, quel comandante è ancora in carica al vertice di uno dei gruppi cittadini della Polizia Locale.
Una tale Polizia Locale sarà più propensa a fare l’interesse della generalità dei cittadini o cercherà di agevolare il più possibile le riprese cinematografiche?