Lo spunto per questo post lo abbiamo preso dalle pagine Facebook del gruppo Green City Roma, dove apparentemente è da anni che seguono la vicenda di quello che hanno ribattezzato “the Nightmare tree”:
Si tratta di un vecchio leccio morto che fa bella mostra di sé in piazza dei Cinquecento, proprio davanti il fronte della stazione Termini, e siccome a noi gli inglesismi non piacciono preferiremmo chiamarlo “l’albero da incubo”.
In una città dove da mesi si abbattono con estrema facilità alberi di ogni tipo, per evitare il rischio di ulteriori crolli improvvisi, com’è possibile che l’esemplare mostrato nella foto venga ignorato da anni nonostante esso potrebbe rovinare al suolo da un momento all’altro?
Da quanto questo leccio sia morto ed aspetti di essere rimosso non è ben chiaro. Stando a Street View è almeno dall’agosto 2014:
Quasi quattro anni, almeno, (di cui quasi due tutti a carico dell’attuale amministrazione) che un enorme albero morto viene lasciato in uno dei luoghi più frequentati della città, col rischio che cada addosso a qualcuno e la certezza di dare un’immagine di sciatteria già dall’uscita della stazione centrale.
A proposito di sciatteria, sempre in piazza dei Cinquecento stazionano da anni una serie di vasoni che probabilmente una volta contenevano piante rigogliose ed in ordine. Oggi alcuni di questi vasoni contengono degli ulivi più morti che vivi mentre altri sono ormai vuoti, divenuti enormi cestini della spazzatura.
Possibile che al Servizio Giardini non siano in grado di mantenere in ordine una decina di vasi nel piazzale antistante la stazione Termini?
Cos’altro è questa se non l’ennesima evidente manifestazione d’incapacità dell’assessore Montanari, responsabile del verde cittadino, che dopo oltre un anno di mandato non è in grado di assicurare un minimo decoro neanche nei luoghi più in vista della città?
Della sua manifesta inadeguadezza al ruolo l’assessore Montanari non deve averne evidentemente contezza, ma quanto ancora ci vorrà al Sindaco per rendersi conto che è improrogabile un cambio in quella poltrona, per storie come questa ed infinite altre in tema di gestione rifiuti?