L’allarme di Roma Ricerca Roma: in Giunta presentata una variante urbanistica che potrebbe stravolgere il tessuto urbano

Nel convegno di venerdì anche mobilità, stadio della Roma e iperturismo. Incontro con associazioni e cittadini per un'idea di città

Gualtieri e la sua amministrazione non hanno un’idea di città.  E’ stato questo il fil rouge dell’incontro che si è tenuto venerdì pomeriggio al Palladium della Garbatella, organizzato da Roma Ricerca Roma, un gruppo di studiosi che analizza il declino della capitale cercando di tradurre in proposte il proprio lavoro di ricerca. Il Sindaco e la Giunta – ha spiegato Barbara Pizzo, presidente dell’associazione – si limitano a interventi spot legati al Giubileo o al Pnrr ma senza un reale progetto di città.

Per tentare di indicare una strada, RRR ha convocato cittadini, studenti, comitati e università per una Costituente. Una sorta di manifesto con un programma iniziale di quattro punti che può e deve essere ampliato o modificato anche grazie al contributo di altre voci. E proprio queste voci hanno potuto parlare durante la giornata raccontando a volte problemi, altre volte soluzioni e idee.

Barbara Pizzo durante il suo intervento

 

I quattro punti sono stati esposti da differenti relatori e per quanto ci riguarda l’elemento che abbiamo ritenuto più rilevante è stato quello contenuto nella relazione della presidente Barbara Pizzo che è docente di Urbanistica alla Sapienza e quindi particolarmente competente sul tema.

Una variante di PRG discussa in incognito. E’ stato chiesto ai presenti in sala se fossero a conoscenza di una delicata modifica al Piano Regolatore Generale del 2008, il cui iter è in corso da tempo. E sebbene l’uditorio fosse composto da persone qualificate che seguono con attenzione le cose di Roma, sono stati pochissimi ad alzare la mano. Eppure i temi in discussione sono di così ampia portata che potrebbero incidere profondamente sul vivere dei prossimi anni. Le modifiche principali sono:

  1. riduzione delle “destinazioni d’uso” in modo da ricomprendere nel “residenziale” tutte le attività come B&B, affittacamere, convitti, conventi, studentati, case per anziani.
  2. possibilità di frazionare appartamenti ed edifici anche nei tessuti storici, con un limite minimo di 45 mq.

 

Il punto 1 è preoccupante perché – ha spiegato Barbara Pizzo – porterebbe a una ulteriore moltiplicazione degli affitti brevi e andrebbe nella direzione opposta di quanto si sta facendo in tutte le altre grandi città europee e non solo. I proprietari sarebbero sempre più invogliati a mettere in locazione il proprio immobile per tutti gli usi tranne che per quello abitativo classico, andando ad incrementare la grave carenza di case, aumentandone nel contempo i costi.
Il punto 2 è altrettanto inquietante. Quello che è già consentito fuori dalle Mura e che tanti danni sta provocando nei condomìni e a livello di carico urbanistico, si potrà realizzare anche nel centro, creando mini appartamenti da poter mettere sul mercato degli affitti brevi.
Una variante di questa importanza richiede un dibattito pubblico – ha detto la relatrice – e anche una valutazione strategica per comprenderne fino in fondo le implicazioni. Ad oggi, invece, nessuno ne parla e il provvedimento sembra viaggiare tra le stanze capitoline coperto da un sospetto silenzio.

Filippo Celata

 

Roma non è una città turistica. Questa relazione, svolta da Filippo Celata, ordinario di Geografia Economica alla Sapienza, ha evidenziato i rischi di una Roma votata solo al turismo, come qualcuno vorrebbe. La nostra è una città che ospita lo Stato, le istituzioni e i servizi ad essi collegati ma che è forte anche per il terziario e l’impresa. Non può dedicarsi solo a un turismo di massa che porta ricchezza a pochi e impoverisce molti. C’è una tendenza – ha spiegato Celata – a vedere il turismo come la gallina dalle uova d’oro ma si tratta di una ricchezza che o finisce altrove (pensiamo alle grandi piattaforme di affitti brevi) o resta improduttiva (porta a comprare immobili che il più delle volte rimangono inutilizzati). Si svuotano i quartieri più centrali, cacciando i residenti per sostituirli con case vacanze impersonali. E si condannano i settori con maggiore valore aggiunto (l’industria, la ricerca) a non crescere perché si abbassa la qualità del lavoro.
Chi è già benestante e ha immobili o ristoranti finisce per arricchirsi ulteriormente; gli altri si impoveriscono e sono costretti ad allontanarsi dalla città a causa dei valori troppo alti dei canoni di locazione.

Ecco perché, invita il professore, è indispensabile una regolamentazione degli affitti brevi sul modello di quanto si sta facendo in altre città europee.

Andrea Declich

 

Roma sempre più immobile. Chi è costretto a trasferirsi fuori città a causa dei costi elevati degli affitti, deve fare i conti con una mobilità pubblica totalmente inefficiente. Andrea Declich, ricercatore e socio-economista, ha snocciolato i tremendi dati sul servizio offerto da Atac, precipitato nel corso dell’ultimo anno, sulla regolarità e su un’offerta anche degli altri operatori spesso inaccettabile. Sono numeri che i lettori di diarioromano ben conoscono perché esposti in esclusiva dal nostro Mercurio Viaggiatore che spiegano la perenne crescita del mezzo privato a Roma, in controtendenza con quanto accade in altre capitali. Ai romani si chiede solo di pazientare, dice Declich sconsolato, senza nel contempo agire con soluzioni anche provvisorie ma indispensabili. La Ztl Fascia Verde è stata rinviata di alcuni mesi ma questo tempo andrebbe utilizzato per mettere in piedi alternative che non si vedono.

Alessandra Valentinelli (a sin.) e Lorenzo Paglione (a destra)

 

Lo stadio della Roma a Pietralata. La questione ambientale, col dissesto del territorio, è stata analizzata da Alessandra Valentinelli, storica e urbanista e Lorenzo Paglione medico e dottorando in Ingegneria dell’Architettura. La scelta di pianificare uno stadio in un’area che riveste una grande importanza ambientale va sostenuta da un vero dibattito pubblico. Quello partito di recente non è sufficiente.

A seguire sono intervenuti molti cittadini e diverse associazioni. Non ce ne vogliano se non riusciamo a citarli tutti ma ciascuno ha trattato questioni e problemi degni di nota. Dalle studentesse di Stori3, rivista di RomaTre (si scrive proprio con il 3 alla fine, non è un refuso) che hanno raccontato le difficoltà a trovare una stanza a prezzi ragionevoli e a spostarsi col trasporto pubblico. Al Comitato Torre Spaccata che cerca di difendere 54 ettari di verde destinati dal PRG come edificabili.
Metrovia, con l’architetto Paolo Arsena che ha giustamente condannato le modalità con le quali questa giunta sta pianificando i nuovi tram, legati a progetti vecchi di 30 anni. I tram servono – ha spiegato Arsena – ma vanno realizzati con criteri moderni, alla francese e a Roma non sembra sia questa la volontà come dimostrato dal tram 8 per il quale è stata persa un’occasione durante i recenti lavori.
Il gruppo Motus che lamenta la presenza di 700 bus turistici che ogni giorno transitano in città e sostano sotto le case con motori accesi per lunghe ore.
Il Movimento per i Diritti dei Pedoni che difende la mobilità dolce e la possibilità di poter camminare senza rischiare la vita. E molti altri.

 

Come giustamente ha spiegato Anna Maria Bianchi, portavoce di Carteinregola, sono istanze molto giuste ma è necessario trovare un metodo che tutti possano usare: si tratta di essere messi nelle condizioni di conoscere le decisioni delle istituzioni prima che queste vengano prese, in tempo utile per riuscire a incidere e modificare le parti che non vanno. Essere insomma dentro le istituzioni con una vera partecipazione e non solo per ratificare o prendere atto di cose ormai fatte.

Diarioromano, che era presente con i due responsabili (chi scrive e il collega Roberto Tomassi), oltre al nostro ottimo Mercurio Viaggiatore, si rende disponibile a ospitare i contributi di tutti coloro che sono intervenuti o che non sono riusciti a farlo, per aprire un vero dibattito costituente. Tutti possono inviarci materiale o articoli che pubblicheremo volentieri, anche quando non ne condividiamo i contenuti. Perché questo è lo spirito del nostro giornale.

 

 

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4 risposte

  1. Vorrei capire a chi giova (oltre, semmai, ai costruttori) costruire continuamente nuove case, consumando suolo, in una città che ha 240.000 abitazioni vuote (fonte SUNIA) e che non cresce in popolazione. Mi riferisco per esempio al destino dell’ex Fiera di Roma, dove sono previste ulteriori cubature con la scusa del “giardino verticale”. Questa città sarà sempre meno vivibile per difficoltà nella mobilità che, come giustamente dice l’articolo, va sempre più verso il mezzo privato in controtendenza con le altre città europee, dove tra l’altro prima si creano le infrastrutture e DOPO si fanno le case. Un’amministrazione illuminata e non condizionata dalle lobby dovrebbe pensare a questo, ma a quanto pare siamo nel buio più totale.

  2. Molto importante cio’ che ho letto degli orientamenti stupidi e disonesti in atto per gli immobili , per i servizi di trasporto pubblico che in realta’ non esistono poiche sono mal organizzati i percorsi e non rispettati orari utili e anche il turismo che se e’ eccessivo per Roma e’ proprio un grande pericolo poiche’ ovunque nel mondo alla lunga scatena avidita’ di guadagni senza limiti. Si e ptonyi a vendere anche l’anima e si scatena un movimento fuori misura dei prezzi , e la sparizione della vita originaria dei quartieri e anche una grande superficialita nelle visite d’arte. Grazie per l’impegno a sensibilizzare i cittadini!!!

  3. Grazie per l’articolo, molto interessante il contenuto

    Leggendo l’articolo, oltre a non citare il fatto che le soluzioni adottate in altre città del mondo non hanno raggiunto nemmeno lontanamente gli obiettivi sperati che loro si aspettano anche per Roma, non hanno neanche citato un dato importante: a Roma oltre 245.000 abitazioni sono completamente vuote e sfitte e secondo lo studio, una delle cause principali è la mancanza di tutele dei proprietari nel caso in cui il conduttore (chi paga l’affitto), sia moroso

    Nell’articolo sono stati descritti come degli esperti del settore e per questo trovo gravissime queste omissioni oltre che non aver obiettivamente letto nessuna proposta volta a risolvere altri problemi della città come la mobilità, i rifiuti, servizi pubblici etc (ben più urgenti) e onestamente da una che è docente ed esperta di URBANISTICA è una cosa che non solo mi aspetto ma pretendo

    Ho l’impressione che nessuno voglia risolvere realmente emergenza abitativa e caro affitti perché cosa troppo difficile da realizzare, credo che piuttosto si cerchi consenso facile come al solito proponendo roba che nel resto del mondo ha già dimostrato di non aver risolto nulla

  4. Con riferimento alla frase ” I proprietari sarebbero sempre più invogliati a mettere in locazione il proprio immobile per tutti gli usi tranne che per quello abitativo classico, andando ad incrementare la grave carenza di case, aumentandone nel contempo i costi.”
    Come dice il lettore precedente, questo non induce a pensare che basterebbe tutelare i sacrosanti diritti dei proprietari anziché girarsi dall’altra parte in caso di morosità, nanni alla proprietà, per non dire del furto di immobili da parte di presunti bisognosi che sono in realtà dei veri ladri?

    Nessuno di questi esperti ha tirato fuori la motivazione principale per cui gli immobili vanno ad affitti brevi o piuttosto al semplice inutilizzo, nonostante i dannati costi per IMU, TaRi, mantenimento, ecc.

    Sono esterrefatto. Gli affitti brevi per molti sonno l’unica opzione per non essere (ulteriormente) defraudati!

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