Ad aprile di quest’anno abbiamo descritto le difficoltà dell’amministrazione capitolina, in particolare del Municipio I, di governare il territorio rispetto all’invasione di tavolini e pedane installate, più o meno legittimamente, a seguito della normativa emergenziale COVID19.
Così scrivevamo:
“Un altro problema di cui nessuno si sta occupando è la pratica impossibilità da parte degli organi municipali di operare con un minimo di efficacia. La cosa riguarda in particolare il Municipio I, quello in cui si è verificata la maggior esplosione di nuove OSP (svariate migliaia!?!), e i motivi risiedono nel combinato disposto di normative barocche e drammatico sottodimensionamento dell’ufficio commercio.
Anche in questa consiliatura si stanno quindi sperimentando lunghe e faticose rimozioni di arredi abusivi che però vengono riallestiti il giorno dopo, senza che nessuno in Campidoglio stia neanche pensando a come ciò si possa superare.
C’è anche un’altra iniziativa del Municipio I che da una parte dimostra la volontà di cercare di riprendere il controllo del territorio, ma dall’altra la difficoltà di farlo a normativa vigente. Si tratta dell’intenzione da parte dell’assessore al commercio del Municipio I, Jacopo Scatà, di rimuovere le pedane dei locali che risultino inutilizzate o abusive. Ne abbiamo già parlato, indicando i casi di Passeggiata di Ripetta, dove c’è una pedana lasciata da un ristorante chiuso da anni, e di via Stefano Porcari, dove a marzo 2021 è spuntata una enorme pedana senza nessun locale nelle vicinanze.
Passati oltre tre mesi, entrambe quelle pedane sono ancora sul suolo pubblico, benché sempre inutilizzate.”
Siamo tornati a vedere se dopo quasi sei mesi le due pedane abbandonate fossero state rimosse e … indovinate un po’?
Quindi nonostante gli indubbi sforzi dell’assessore al commercio del Municipio I, Jacopo Scatà, dopo 17 mesi la pedana presumibilmente illecita di via Porcari è ancora lì (peraltro occupando una sosta tariffata con conseguente perdita di introiti per il Comune), mentre quella di passeggiata di Ripetta è ancora lì dopo molti anni di abbandono (il ristorante che la installò chiuse infatti prima del COVID19).
Dell’assessore al commercio del Comune, Monica Lucarelli, si sono perse le tracce, tutta presa probabilmente a scrivere un nuovo regolamento OSP che eviti di tornare alla situazione pre-COVID19.
In realtà la priorità dell’assessore dovrebbe essere mettere gli uffici municipali in grado di governare i loro territori e non invece subire inermi i malcostumi di tanti esercenti che approfittano di norme e procedure barocche.
Una rete di associazioni della città storica ha provato ad inviare delle proposte all’assessore per contribuire alla scrittura del nuovo regolamento OSP, ma l’assessore, com’è purtroppo suo stile consolidato ormai, non ha fornito neanche un riscontro generico. Gli unici interlocutori che l’assessore Lucarelli riconosce sono gli esercenti del centro storico, perpetuando quindi la tradizione recente per cui a Roma non c’è un assessore al commercio, bensì un assessore dei commercianti, a loro esclusivo servizio.
Qualcuno vicino all’assessore Lucarelli dovrebbe dirle che questo è stato l’approccio del suo predecessore, sempre prono alle richieste degli esercenti e chiuso a qualsiasi altro contributo esterno. E le cose non sono andate bene né per lui, né tantomeno per la città che dopo cinque anni si ritrova con un commercio alla canna del gas e interi territori fuori controllo.