L’appalto per le rimozioni auto simbolo del malgoverno 5stelle

Deposito rimozione Tor di Quinto3

 

La storia delle rimozioni auto in sosta selvaggia a Roma è la plastica rappresentazione dell’incapacità del M5S a governare Roma. Ci accusano di essere troppo critici con la giunta Raggi, di non lasciarle il tempo necessario, di avere il preconcetto. E invece noi cerchiamo di basarci solo su fatti concreti, sui provvedimenti positivi (pochissimi) e su quelli sbagliati. E’ solo così che un blog indipendente riesce a mantenere la propria autorevolezza. L’abbiamo fatto con Alemanno, bombardandolo tutti i giorni. Non siamo stati teneri con Marino e sullo stesso solco proseguiamo con la Raggi.

La storia che vi raccontiamo oggi fa accapponare la pelle e come spesso succede i giornali la raccontano solo in parte. A Roma manca un servizio di rimozioni auto da più di due anni. Il Consorzio Ctl che lo gestiva è stato revocato dall’incarico durante l’amministrazione Marino per irregolarità fiscali. Da quel momento nella capitale con il più alto tasso di veicoli pro capite d’Europa nessuno rimuove più le auto parcheggiate al posto dei disabili, in curva, al centro degli spartitraffico e così via. Solo per casi di pericolo imminente (fuga di gas per esempio) vengono chiamati i carri attrezzi dei depositi giudiziari.

Si tratta dunque di un regalo fatto ai furbetti e ai prepotenti della sosta selvaggia che al massimo rischiano una contravvenzione ma nessuno toccherà mai la loro macchina, né rimuovendola né applicando le ganasce. Chiunque capisce che è una emergenza da risolvere in fretta. La giunta Marino cade prima di poter risolvere il problema. Tronca preferisce non interessarsene e rinvia la palla alla nuova giunta. La Raggi si insedia nel giugno del 2016 ma non ne se occupa. L’assessore Meleo, probabilmente, non ritiene prioritario riportare legalità sulle strade, rendendo difficile la vita ai patiti della doppia fila.

Solo nel marzo del 2017 ai 5stelle viene un’idea geniale: affidare il servizio ad Atac!?! Ora, chiunque conosca le cose di Roma (ma questi signori dove hanno vissuto fino ad oggi?) sa benissimo che affidare all’azienda dei trasporti qualcosa significa un aborto sul nascere. Così fu ad esempio per il bike sharing che Alemanno improvvidamente diede in gestione ad Atac e che funzionò solo per pochi mesi. Ma i nostri eroi pare non sappiano guardare indietro, né ascoltare i consigli dei cittadini. Diarioromano definì l’idea sciocca e si domandò quale fosse la ratio di questa scelta. Inoltre all’epoca Meleo spiegò che Atac non avrebbe iniziato subito ma solo a febbraio del 2018 perché doveva avere il tempo di acquistare i carri attrezzi e di organizzarsi!

Il presidente della Commissione Mobilità Stefàno si mostrò perplesso tanto è vero che parlò di soluzioni provvisorie da adottarsi nel frattempo. Soluzioni che non arrivarono mai.

E veniamo ad oggi. In una commissione riunitasi lunedì, Stefàno ammette di fatto che l’idea di Atac era una stupidata. Che si è perso un sacco di tempo e che quindi occorre indire un bando di gara per affidare il servizio a qualcuno. Ma per scrivere ed assegnare questo bando occorrono mesi e che dunque presumibilmente le rimozioni riprenderanno non prima di settembre/ottobre 2018.

Con tutta la simpatia che possiamo avere nei confronti di Enrico Stefàno non possiamo che prendercela con lui. Linda Meleo ormai si è dimostrata non essere all’altezza dell’incarico che le è stato affidato, ma almeno Stefàno avrebbe dovuto farle capire che lasciare una città per tre anni senza rimozione è uno smacco. Che lasciare inutilizzati  i 5 milioni di euro già stanziati per il servizio fa andare su tutte le furie quegli automobilisti attenti e corretti che cercano di parcheggiare sempre regolarmente e che invece vedono il prepotente di turno farla franca ogni volta.

Quando si parla di inesperienza dei 5stelle, del fatto che non sono pronti a governare, si parla di episodi come questo. La critica è purtroppo replicabile per altre emergenze come quella del verde pubblico il cui bando è partito con un ritardo ingiustificabile e poi è stato bloccato per irregolarità. O quando sui rifiuti si gridavano editti contro Manlio Cerroni, considerato il male assoluto, salvo poi farci un accordo. O come quando si scendeva in piazza accanto ai cittadini contro l’impianto di smaltimento sulla Salaria e poi invece si è deciso di ampliarne il funzionamento. O, come è accaduto in queste ore, ci si dimentica di rinnovare le ordinanze contro centurioni e risciò.

Insomma il governo di una città è cosa complessa e va seguito con umiltà, ascoltando e guardando al passato. Non tutto quello che è stato fatto è da buttare e se sono stati commessi degli errori si deve fare attenzione a non replicarli. Per ora sembra che la Raggi e il suo team non abbiano capito la lezione. La città, però, non può più aspettare che questi signori imparino e facciano scuola sulla pelle di una Roma già in pezzi.

 

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