Come previsto, dopo la pausa di ieri dedicata agli auguri per il nuovo anno, ci vediamo costretti a tornare a parlare dei problemi di Roma, ripartendo dalla bella notizia che proprio ieri avevamo rilanciato.
Questa la comunicazione rilasciata dal Comune il 31 dicembre:
Commercio e decoro: dal 1°gennaio via 17 bancarelle urtisti da aree del centro
A partire dal primo gennaio 2020, 17 postazioni commerciali della categoria “urtisti” dichiarate incompatibili con decoro e sicurezza, saranno spostate dalle aree di pregio del centro cittadino.
Via dunque 4 posteggi di Fontana di Trevi, 5 di piazza di Spagna, 2 del Tridente, 5 del Pantheon e 1 di piazza Navona. Il tutto, nel quadro del lavoro di riordino del commercio su area pubblica portato avanti dal Tavolo del Decoro allo scopo di tutelare il patrimonio culturale e monumentale capitolino, nonché la pubblica sicurezza nei punti di maggior afflusso.
Delle 17 postazioni dichiarate incompatibili, 8 saranno ricollocate in via definitiva.
Roma Capitale ha stabilito che 2 operatori potranno esercitare l’attività in via del Lavatore, 1 in via di San Gregorio, 1 in via Antonino da San Giuliano, 1 in largo Maresciallo Diaz, 1 in lungotevere Maresciallo Diaz, 1 in via della Rotonda e 1 in piazza delle Cinque Lune.
Il titolo della notizia non lascierebbe dubbi sul fatto che dal 1 gennaio le postazioni elencate non avrebbero potuto esercitare negli stessi luoghi di sempre, mentre la formula del testo (“A partire dal primo gennaio …“) potrebbe far pensare ad un processo che parte il 1 gennaio e va a compimento in un certo tempo.
Noi ieri abbiamo dato un’occhiata a due dei luoghi elencati, piazza della Rotonda e Fontana di Trevi.
In piazza della Rotonda, davanti la facciata del Pantheon, il solito urtista era sempre lì.
A Fontana di Trevi invece delle due postazioni di urtisti che si installano tutti i giorni davanti la fontana, una sola di esse era presente.
Qui abbiamo chiesto informazioni ad un agente della Polizia Locale e ci è stato detto che la postazione presente avrebbe dovuto spostarsi a via del Lavatore ma nella nuova postazione c’è un cantiere al momento, per cui è inutilizzabile. Inoltre l’agente ci ha detto che il provvedimento del Comune doveva essere “perfezionato”, qualsiasi cosa ciò possa significare.
Da notare che la postazione lasciata libera dalla bancarella l’abbiamo trovata subito riutilizzata dall’abusivo di turno, segno che le lamentele degli ambulanti regolari, i quali affermano che gli spazi lasciati da loro vengono subito occupati da abusivi, hanno un fondamento.
Non sappiamo come sia la situazione negli altri luoghi ma immaginiamo anche lì non sia cambiata molto.
Tra l’altro non ci tornano i conti con i numeri comunicati dal Comune; dove sono infatti le cinque postazioni ambulanti del Pantheon? A noi ne risultano al massimo tre (l’urtista davanti il colonnato più la bancarella e il camion bar verso piazza della Minerva).
Numeri a parte, la netta impressione è che si sia voluto fare un annuncio ad effetto allo scadere del termine annunciato dall’assessore Cafarotti, ma che questi spostamenti non siano stati preparati con la dovuta cura. Niente a che vedere, si direbbe, con il primo grande spostamento promosso dall’amministrazione Marino, quello con cui furono liberati l’area del Colosseo, i Fori e il Colosseo da decine di bancarelle.
Staremo a vedere come procede questa iniziativa ma temiamo che l’approssimazione che sta dimostrando sia un pessimo viatico per il suo successo. Sappiamo tutti infatti quanto forti e influenti possono essere le lobby degli urtisti e degli altri venditori ambulanti per cui se non si fanno le cose con certosina precisione è fortissimo il rischio di subire una loro controffensiva.
A proposito di queste lobby, ieri abbiamo avuto uno scambio di tweet con un loro rappresentante che è arrivato velocemente a darci dei nazifascisti!?!
Ovviamente è un’accusa ridicola che non abbiamo neanche provato a confutare ma vogliamo qui chiarire una cosa.
La nostra ferma contrarietà ad un certo tipo di commercio ambulante non è dovuta ad un preconcetto rispetto alla categoria degli ambulanti o degli urtisti. Noi siamo convinti dell’utilità della libera iniziativa imprenditoriale, purché essa venga espletata nel rispetto dell’interesse pubblico, come ad esempio la tutela e il libero godimento dei tanti monumenti romani. Per fare un esempio concreto, la postazione che da decenni è localizzata nel bel mezzo del colonnato del Pantheon, non consente di poter apprezzare appieno la bellezza del monumento e quindi lì non ci sarebbe mai dovuta stare. Chiaramente questo è il nostro giudizio, che non conta nulla, ma apparentemente esso è in linea con le risultanze del tavolo del decoro che infatti ha stabilito che il Pantheon vada liberato da quella presenza ingombrante.
Noi siamo noi ad avercela con quella postazione, bensì è il titolare della stessa che per decenni ha goduto di un privilegio assurdo, a discapito di tutti i visitatori del Pantheon che ne hanno dovuto tollerare la vista, dovuto solo al fatto che nessuno finora si era fatto carico di tutelare l’interesse pubblico.
Noi siamo a favore dell’interesse pubblico, non contro gli ambulanti.