Le bottiglie abbandonate a Conca d’Oro e il vuoto a rendere che non arriva

I volontari, assieme al presidente del III Mun. Caudo, hanno asportato centinaia di lattine e sacchi di vetro. Ottimo esempio ma occorre una soluzione definitiva

Una quantità di vetro che in un Paese normale avrebbe prodotto tanti soldi per chi la raccoglie. E invece a Roma il vetro e l’alluminio restano rifiuti come gli altri, senza valore. La piazza Conca d’Oro, sopra la fermata metro, è uno di quei luoghi dove ti vergogni di essere romano.

La vegetazione è lasciata a se stessa, le pareti della stazione sono coperte da scritte e demolite con calci e colpi di casco. Le vetrate hanno perso la loro trasparenza per l’acido col quale sono state tracciate le tag e i rifiuti sono ovunque. Ama, che incassa quasi un miliardo l’anno per gestire il ciclo dei rifiuti, non pulisce l’area verde ma si limita al resto della piazza. Un conflitto di competenza, nato nel lontano 2012 quando venne inaugurata la linea B1 della metropolitana, non è mai stato risolto. E quell’ampio giardino è in totale abbandono.

 

 

Da quando alla guida del III Municipio c’è Giovanni Caudo (dopo la caduta della giunta a 5stelle divorata da conflitti interni), l’area viene ripulita saltuariamente da volontari e residenti, con l’aiuto dello stesso prof. Caudo che non esita a infilarsi i guanti per raccogliere la sporcizia.

Il pres. Caudo e le bottiglie raccolte nel 2019

 

Nelle scorse settimane, assieme ai gruppi di Retake e agli aderenti alla Chiesa dei Mormoni, sono state di nuovo asportate centinaia di bottiglie abbandonate, forse migliaia, assieme a lattine, plastica, carta. Tutto era stato lasciato nei cespugli da incivili che trattano la città come se fosse una discarica. Un lavoro bello e potente quello dei volontari ma non risolutivo. Probabilmente tra poco ogni aiuola tornerà ad essere coperta di immondizia.

 

Se non si risolve il conflitto di competenza tra Atac e Ama sulla pulizia dei giardini (e su questo il presidente Caudo potrebbe far sentire il suo peso politico in maniera incisiva) e se non si affronta il tema del vuoto a rendere, non basterà un esercito di volontari.

Più volte abbiamo sollecitato la Sindaca a studiare quanto avviene in tutte le altre grandi capitali dove il vetro ha un valore e dove tante persone girano alla ricerca di bottiglie abbandonate per conferirle nel sistema del riciclo. Questo garantisce loro un guadagno, aiuta l’ambiente e previene la formazione di cumuli di rifiuti. Raggi si è vantata con tutto il mondo delle macchinette ridicole che mangiano la plastica in cambio di biglietti Atac. Ci ha portato in visita perfino delle delegazioni straniere che questa pratica la attuano da anni e avranno sorriso a pensare che il primo cittadino della capitale d’Italia ha saputo mostrare loro solo questa come innovazione. Ma è assurdo che il sistema del vuoto a rendere che proprio a Roma era molto amato negli anni ’60 e ’70 oppure il metodo alla tedesca, il cosiddetto Pfand, non sia mai stato preso in considerazione dal Campidoglio.

In Germania, in qualunque supermercato e in molti bar o negozi di alimentari, si può conferire il vetro, l’alluminio o la plastica in Pet e in cambio si ottiene un buono sconto da utilizzarsi subito alla cassa. Si può anche fare una donazione in beneficenza e il buono viene scaricato dalle tasse.

Negli Stati Uniti, il BottleBill ha provocato una riduzione del 70% dei rifiuti da imbottigliamento. In Australia, addirittura dell’85%. Il sistema è in uso in 40 paesi occidentali, tra cui la Danimarca, Estonia, Finlandia, Norvegia, Svizzera, Ungheria.

Qualcosa di simile fu proposto anche in Italia, proprio dal Movimento 5Stelle che – tramite il deputato Stefano Vignaroli – aveva presentato una proposta di legge che, si disse all’epoca, avrebbe avuto percorso prioritario. Ne parlammo nel 2017, quanto i pentastellati erano ancora opposizione e sembrava certo che divenuti maggioranza avrebbero ripreso questa battaglia. Invece tutto si è arenato e Roma, la prima grande città ad essere amministrata dai grillini, ha addirittura compiuto passi indietro sul vetro. Infatti le macchine mangiaplastica che alcuni privati avevano installato in via Gasparri, a Monteverde, non hanno avuto alcun sostegno da parte del Campidoglio e alla fine sono state rimosse.

Insomma, mentre il tema dell’ambiente diventa sempre più centrale, anche a causa dell’epidemia, a Roma siamo ancora dipendenti dal volontariato per pulire una piazza.

In Italia, tra plastica e vetro, consumiamo più di 11 miliardi di bottiglie l’anno e sostituendole anche solo in parte con il vuoto a rendere, si potrebbe risparmiare 1 milione di euro al giorno in petrolio. Una bottiglia di vetro può essere riutilizzata anche 40 volte e ogni chilo di vetro riciclato permette un risparmio di 1,37 kwh di energia.

Per concludere, siamo i primi a plaudire il presidente Caudo e i volontari che hanno ripulito piazza di Conca d’Oro, ma se vogliamo davvero diventare un paese normale, dobbiamo fare di più. Basta copiare dal resto del mondo.

 

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Una risposta

  1. Secondo me esistono divergenze profonde su come affrontare il problema tra il Sindaco e l’assessore delegato ai rifiuti…

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