Basta una semplice camminata a passo veloce per sfuggire alla calura estiva, da Piazza della Bocca della Verità fino a Ponte Sisto, per capire come Roma sia totalmente inadeguata sotto il profilo del decoro agli standard minimi di qualsivoglia capitale non solo europea ma occidentale. E che sarà molto difficile – salvo un’immediata e profonda rivoluzione ai vertici del Campidoglio e dei sindacati di Polizia Locale – che si arrivi alla fatidica data dell’8 dicembre, inizio del Giubileo straordinario, con qualche avanzamento nella gestione degli spazi pubblici.
Partiamo dalla centralissima Piazza della Bocca della Verità.
Dietro al Circo Massimo, con gli uffici del comune – si trovano il consiglio del Primo Municipio, il dipartimento attività produttive, l’assessorato al commercio – e un incrocio di stili architettonici e monumentali straordinario, dall’antico Tempio di Ercole, alle chiese ed archi medievali (con contorno di palazzi fatiscenti), alle fontane barocche agli edifici razionalisti di Via Petroselli. Un luogo che ha ospitato da poco le riprese di “Zoolander 2”. Ed ecco il segno distintivo della Polizia Municipale che transenna l’area: i nastri gialli abbandonati.
L’ultima volta li avevamo staccati noi, questa volta chiederemo che siano gli stessi vigili a rimuoverli. D’altronde siamo vicino alla sede del primo gruppo “Trevi”. Ma non solo.
A 150 metri in linea d’aria c’è pure il COMANDO GENERALE DELLA POLIZIA LOCALE DI ROMA CAPITALE. Che sa benissimo delle code di veicoli in divieto di sosta e fermata che si generano all’entrata del dipartimento lavori pubblici di Via Petroselli.
Auto e furgoni di NCC, impiegati e dirigenti comunali, oltre che di società private come Acea che qui ha parcheggiato sulla corsia riservata agli autobus. Con un bigliettino sul cruscotto: cognome e numero di cellulare. Zero multe.
Proseguiamo verso il Ghetto ebraico passando per il rione Campitelli. Qui, dopo aver attraversato l’omonima piazza, sede dell’assessorato alla cultura e al turismo (sul quale edificio spiccano antenne televisive ed unità esterne di condizionamento dalla dubbia conformità estetico-regolamentare), ci immettiamo su Via dei Funari: come piazza Campitelli sarebbe isola pedonale. Sarebbe, in realtà qualcuno – magari un dipendente dell’assessorato? – ha estirpato la segnaletica e lasciato a terra il palo.
Quanti cartelli sono ridotti così, a Roma? Vi è mai capitato di vedere a Parigi, Madrid, Berlino, Londra, New York segnali stradali divelti, piegati o manomessi in quanto “non graditi” all’utenza della strada? SOLO A ROMA.
Come solo a Roma graffitari, attacchini e venditori abusivi la fanno da padrone. Via del Politeama, Trastevere. Appena ripulita dai manifesti abusivi – lo chiedevamo con e-mail e segnalazioni dal febbraio scorso! – rieccola imbrattata dalle affissioni abusive che denunceremo se nel frattempo non sono moltiplicate!
Uno tipico scorcio di Trastevere: monnezza e graffiti vandalici
Campo de Fiori, l’ingresso lato Giubbonari “presidiato” da 6 venditori abusivi (uno è rimasto fuori dall’inquadratura!) e lo stesso accade in Via dei Baullari – invasa da troppe bancarelle “fuori mercato” REGOLARI e inopportune.
Gran finale, parlando di cinema, sugli argini del Tevere dov’è stato girato “007-Spectre”. Naturalmente il Comune, la Regione e la Sovrintendenza ai Beni Paesaggistici non fecero nulla per migliorare le condizioni di ponti e banchine durante le riprese! Ne parlarono i giornali di tutta Europa. Le avranno pulite per l’inizio della rassegna “Lungo il Tevere Roma 2015”?
Macché, guardate le condizioni dei muraglioni e delle arcate di Ponte Sisto…
Esattamente come 5 ANNI FA !
Con l’arrivo della giunta Marino, speravamo che le cose cambiassero in meglio, dopo alcune dichiarazioni dell’assessore all’ambiente Estella Marino: “adesso esiste solo per le bancarelle”, aveva detto nel 2013 l’assessore parlando di un ufficio dedicato al fiume che si occupava solo degli stand che d’estate vengono montati sulle banchine. C’era da sperare dunque che un ufficio sarebbe stato destinato al Tevere e alla sua tutela 365 giorni l’anno. E invece nulla è cambiato.