Le dimissioni della Montanari ultimo atto di una politica indecorosa

 

Nessuno sentirà la mancanza di Pinuccia Montanari che in questi mesi ha messo in fila una serie di errori e castronerie che neanche un ragazzino delle elementari. Come quando affermò che a Roma non c’erano topi o quando si vantava perché al Tmb Salario non c’era cattivo odore , senza dire che era stato svuotato il giorno prima. Ed è proprio dall’incendio di quell’impianto che è iniziata la parabola discendente dell’assessora all’Ambiente dentro la giunta .

L’emergenza di quei giorni è stata gestita male dalla Montanari secondo la Sindaca che da tempo mal sopportava la presenza dell’assessora in giunta. La prova è arrivata pochi giorni fa quando Pinuccia si è presentata dalla Raggi con la proposta di bloccare per sempre l’accesso alle zone centrali della città delle auto euro 3. La Raggi è andata su tutte le furie accusando l’assessora di essere poco tempestiva e di non occuparsi dei problemi seri di Roma. “Ma come – le avrebbe detto – mentre la capitale sprofonda nella monnezza tu punisci ulteriormente i romani fermandogli le macchine”?

Dal canto suo Montanari ha mal digerito le accuse della Sindaca che in qualche modo le voleva scaricare addosso tutte le responsabilità del disastro immondizia. Pare che più volte si sia rivolta a Beppe Grillo, suo sponsor e amico personale, per vomitare veleno sulla Raggi e il suo staff ma il comico ha preferito non intervenire in prima persona, consapevole che ogni mossa in questo momento può apparire sbagliata. E così, quando la Sindaca ha capito che la Montanari era rimasta sola e senza coperture dall’alto, l’ha scaricata. Fino alla giornata di ieri quando si è consumato il duello finale sul bilancio Ama. Un altro disastro targato Montanari e il suo protetto, l’a. d. dell’azienda Bagnacani. Una municipalizzata che non riesce neanche ad approvare il proprio bilancio per dissapori con il suo unico azionista, il Comune di Roma, non si era mai vista. Un degrado istituzionale e manageriale senza precedenti.

Fatto sta che l’assessora si è trovata sola in giunta a votare a favore del bilancio Ama. Tutti gli altri l’hanno bocciato. A quel punto, altro non poteva fare che prendere atto della situazione e dimettersi. Ma prima si è levata qualche sassolino dalla scarpa. Parlando con il Fatto Quotidiano ha ringraziato tutti quelli che “hanno lavorato per costruire e non per distruggere“. E poi ha aggiunto: “Spero che in futuro qualcuno possa realizzare il nostro sogno“. Il sogno di chi non si sa, dato che sembra del tutto isolata nel Movimento fatta eccezione per il consigliere regionale David Porrello che su Facebook si dice perplesso e sposa la decisione di Pinuccia.

Ma le parole più assurde di questa giornata dai lunghi coltelli grillini sono arrivate dalla Raggi. In giunta sarebbe sbottata contro l’assessora: “Sono stufa. Io sono dalla parte dei cittadini che hanno perfettamente ragione. E’ il momento di fare pulizia nel bilancio e nelle strade”. Dunque la Sindaca si è schierata con i cittadini (!) mentre gli altri con chi stanno? Con i marziani di Ennio Flaiano? Non si capisce bene cosa intendesse dire se non mostrare distanza dalla gestione dei rifiuti della sua giunta. Insomma se ne lava le mani, quasi a dire che lei non c’entra niente. E’ come se il chirurgo, dopo la morte del paziente in sala operatoria, se la prendesse con il medico di base che gli aveva prescritto medicine sbagliate.

Resta ora da capire chi prenderà il posto della Montanari la cui eredità saranno solo le migliaia di orridi bidoncini che invadono Roma davanti a ogni esercizio commerciale. Quelli che Romafaschifo ha ribattezzato i Pinucci.

Ci vorrebbe un assessore competente che inizi un percorso di informazione dei cittadini e di vero riuso. Proprio pochi giorni fa, tracciando il punto sui rifiuti, avanzavamo alcune proposte di buon senso che basta copiare da altre città.

C’è poi il destino di Ama che, come Atac, resta appeso ad un filo. Un’azienda con 11 mila dipendenti e quasi un miliardo di euro di fatturato che non riesce neanche a fare manutenzione dei propri camion. Un disastro su tutta la linea.

A ricordare oggi il blitz della prima assessora all’Ambiente, Paola Muraro, che  – pochi giorni dopo il suo insediamento – andò nell’ufficio dell’allora presidente Fortini e in diretta streaming gli diede il benservito viene tanta tristezza. Quanta presunzione e quanta arroganza abbiamo visto in questi anni di giunta 5stelle. Quelli che dovevano aprire il comune con l’apriscatole  si sono dimostrati campioni di opacità. Le uniche scatole sono quelle di tonno che vediamo vicino ai cassonetti, maleodoranti e sporche, come la politica di un’amministrazione indecorosa.

 

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