Il conduttore de Le Iene Filippo Roma continua a rappresentare l’unico straccio di opposizione presente a Roma.
La sua nuova inchiesta sui rifiuti squaderna quello che in realtà era il segreto di Pulcinella, ovvero il fatto che l’AMA non tratta con la dovuta attenzione i rifiuti differenziati prodotti dai cittadini.
Da questo illuminante servizio capiamo come l’AMA stia cercando di evitare i cumuli di rifiuti per le strade di Roma (che in molte parti ci sono comunque): puntando a raccogliere quanto più possibile senza badare tanto a come i rifiuti raccolti vengono trattati.
Ma così facendo da una parte si perdono i possibili introiti della frazione differenziata (come infatti ci sta ripetendo allo spasmo il Sindaco Raggi con la storia delle tre macchinette mangiabottiglie installate da un privato in alcune fermate della metro, i rifiuti differenziati hanno un valore e quindi si ottengono soldi dal loro corretto conferimento) e dall’altra si va ad ingrossare a dismisura la parte indifferenziata che rappresenta il vero problema dei rifiuti a Roma.
Come detto, non ci si può certo stupire di queste rivelazioni, benché esse abbiano il pregio di dimostrare in maniera incontrovertibile quali pessime pratiche si adottino in alcuni (tutti?) centri AMA.
Questa volta Filippo Roma non è andato dal Sindaco Raggi a farle vedere quanto da loro documentato, ma siamo sicuri che ella si sarebbe detta stupita e per nulla a conoscenza del problema, assicurando poi una pronta richiesta all’azienda di fare le dovute verifiche.
Purtroppo noi non possiamo invece non mettere in relazione questi fatti con i brutti retroscena che ad aprile accompagnarono la rimozione dell’allora AD di AMA Lorenzo Bagnacani, meritoriamente fatti emergere da L’Espresso. Al tempo furono le stesse parole del Sindaco Raggi a testimoniare le pressioni fatte nei confronti del vertice AMA affinché facesse di tutto per risolvere il problema dei rifiuti in strada.
Volendo poi andare a vedere come il nuovo vertice AMA si stia attrezzando per affrontare il problema rifiuti a Roma, abbiamo trovato molto utile una recente intervista fatta dal TGR Lazio all’amministratore unico di AMA Stefano Zaghis.
Purtroppo l’intervista è un po’ tagliata per cui ad esempio non si capisce se Zaghis abbia trovato la città così piena di rifiuti come dicono gli organi di stampa o no. Sentiamo però dalla sua voce che il suo piano è essenzialmente di presentare all’azionista (Comune di Roma) le infrastrutture necessarie a risolvere i problemi entro il 31 di marzo, mentre entro l’inizio di dicembre verranno presentate le linee guida. Zaghis parla poi di “Cassonetti intelligenti”, dotati di microchip che avvertono in caso di riempimento, di “internet delle cose” di “utilizzare la tecnologia ad oggi esistente spingendosi sul limite della frontiera”.
Al che ci chiediamo: ma Stefano Zaghis ha presente qual è la situazione sul territorio? Quanto crede che durerebbe un sistema di controllo remoto dei cassonetti in una situazione come quella romana?
Non che noi si sia contrari alle tecnologie, tutt’altro. Ma troviamo assurdo pensare di poter applicare addirittura soluzioni al limite della frontiera tecnologica quando non si riesce neanche a mantenere in uno stato decente i furgoni della flotta AMA.
Forse qualcuno deve spiegare a Zaghis che il problema, prima che delle tecnologie, è nell’organizzazione stessa di AMA, con un personale in gran parte allo sbando a causa di una dirigenza inadeguata e probabilmente anche, per dirla con le perole del Sindaco Raggi, per colpa di “sindacati fanno quel cazzo che vogliono”. Ci saranno senz’altro anche tanti lavoratori svogliati e scorretti in AMA ma sappiamo per esperienza personale che la gran parte di loro è costretta a lavorare in condizioni pessime e la responsabilità di ciò non può che essere di dirigenti e quadri intermedi al meglio incapaci, per non voler pensare male.
E niente, temiamo fortemente che neanche questa sia la volta buona perché AMA possa rimettersi in sesto per affrontare la questione rifiuti a Roma con qualche speranza di riuscirci. Pensare che l’azienda incassa ogni anno da Roma Capitale oltre 800 milioni di euro per svolgere il servizio: un mucchio di soldi in gran parte sprecati da un’azienda allo sfascio.
2 risposte
per far funzionare un cassonetto intelligente, ci serve una dirigenza intelligente…..
Nel ix Municipio si fa la differenziata. Ma i mezzi AMA sono al limite del ridicolo e i cassonetti di pessima qualità. Il cassone aperto che raccoglie carta, per esempio, perde lungo la strada è l effetto è esilarante. L immondizia raccolta sparsa dappertutto, scie di sacchetti persi a cui nessun operatore bada anche se attenzionato.
Tutti i condomini hanno spese supplementari non indifferenti per adeguarsi al nuovo sistema ma dopo il passaggio dei mezzi AMA il territorio è più disordinato di prima e bisogna mettersi a pulire!!
Schiaffi e beffe agli utenti ogni giorno, proteste mai ascoltate.