Qualche settimana fa è stato esposto al pubblico ludibrio il consigliere Cicala (M5S) del Municipio III a causa di un suo sconclusionato intervento in consiglio municipale. Eccolo, per i pochi che non lo avessero visto:
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Purtroppo questa è solo l’ennesima dimostrazione del livello mediamente basso del personale politico nei Municipi romani (ma anche l’Assemblea Capitolina non scherza).
Si dirà che però nel Municipio III c’è una nuova maggioranza di segno grillino, con persone generalmente vergini della politica e quindi necessariamente male in arnese quando si tratta di articolare discorsi in pubblico o di spiegare una decente iniziativa.
Seguendo un tale ragionamento si sarebbe portati a ritenere che in un Municipio come il I (centro storico), dove il segno della maggioranza non è cambiato e vi è stabilmente il PD al governo da sempre, la qualità della classe politica sia nettamente più alta, con consiglieri preparati ed un Consiglio che coadiuva la Presidente nel governo del Municipio.
E invece non è per niente così, presentando il Municipio I un livello di classe politica non dissimile da quello di tutti gli altri municipi, con in particolare il gruppo del PD che si è per la gran parte rinnovato alle ultime elezioni con elementi nuovi che però dimostrano di essere più interessati a dar retta ai capibastone del partito che a fornire il proprio contributo al governo della città.
Due esempi recenti dimostrano la tesi appena esposta.
Anzitutto una recente sentenza del TAR che ha dato ragione ad un ristoratore di via di Tor Millina, dietro piazza Navona, che era stato oggetto di diversi provvedimenti sanzionatori da parte del Municipio per una OSP ritenuta illegittima. Il TAR ha decretato che il Piano di Massima Occupabilità (PMO) redatto dal Municipio e che non prevedeva OSP sulla strada era viziato da un errore e quindi inapplicabile. Ma la cosa rilevante è che lo stesso TAR ha richiamato il Municipio perché nel frattempo non aveva proceduto a redigere un nuovo PMO sulla base del parere della soprintendenza che aveva deciso di vietare qualsiasi OSP sulla strada. E siccome i PMO devono essere approvati dal Consiglio Municipale, la bacchettata è diretta proprio a questo organo.
Ma d’altronde l’attuale Consiglio Municipale si è distinto per non aver mai neanche sfiorato l’argomento “PMO”, in perfetta continuità con il Consiglio della passata legislatura che non aveva approvato neanche un PMO, a differenza di quello ancora precedente (sempre targato PD) che ne aveva licenziati oltre un centinaio.
Il problema è che la maggioranza, PD in testa, è troppo preoccupata a non dar alcun fastidio ad un certo commercio in centro storico, mentre cercare di mettere un po’ d’ordine nella materia delle OSP pesterebbe troppi piedi. Il risultato è che la stima di almeno un 70% di OSP abusive in centro storico rimane del tutto attuale con buona pace delle nuove leve del PD in Municipio I.
Un altro esempio della pochezza del PD in Municipio I viene dalla storia di via della Frezza, che abbiamo seguito nel suo svolgersi fino al Consiglio Municipale che qualche settimana fa se ne è occupato direttamente.
Come avevamo raccontato, in quel Consiglio la maggioranza PD approvò la propria mozione respingendo quella presentata da tutte le opposizioni (che ottenne più di un’astensione anche nelle fila della maggioranza). Ebbene solo recentemente abbiamo avuto il testo della mozione presentata dal PD, e approvata in Consiglio, ed esso mostra tutta l’inconcludenza di certa classe politica, oltre all’inutilità di spendere soldi per Consigli Municipali fantoccio che non hanno il coraggio di utilizzare i pur pochi strumenti di controllo a loro disposizione per paura di essere bacchettati dalla Presidente o dal segretario del partito di turno.
Il testo completo della mozione può essere scaricato qui.
In sostanza, saltando gli inutili e stucchevoli “Premesso che …”, “Osservato che ..” e “Considerato che …” (segnali di una scuola partitica che bada alla pura forma, assicurandosi di avere a che fare solo con fedeli esecutori), il documento recita:
Il Consiglio del I Municipio – Roma Centro:
Impegna la Presidente del Municipio e l’Assessore competente a verificare tutti gli effetti dell’attuazione del progetto “Roma Sei Mia” in via della Frezza e di battersi per la tutela dei posti-auto nell’area urbanistica del Tridente Mediceo a seguito del processo di pedonalizzazione e semipedonalizzazione della zona avvenuto nella seconda metà dell’anno solare 2014.
Umili ammiratori del conte Mascetti, un testo del genere non possiamo non definirlo una piccola “supercazzola”, con due aggravanti.
Da una parte una mozione del genere non impegna in nulla il Governo del Municipio, non comportando nulla il “verificare tutti gli effetti” né tantomeno il “battersi per la tutela dei posti-auto” (!?!) e non avendo il Municipio alcuna competenza sulle norme relative alla mobilità.
Dall’altra quel testo contiene degli strafalcioni inaccettabili per chi si occupa del governo cittadino. Anzitutto il termine “semipedonalizzazione” non vuol dire nulla, mentre parlare di “pedonalizzazione” per l’intervento del 2014 è tecnicamente scorretto, stante che con la creazione dell’Isola Ambientale del Tridente non è stato creato un singolo metro quadrato pedonale in più ma anzi tre strade da pedonali sono divenute di normale transito veicolare: via del Gambero, via Vittoria e via Condotti (ebbene sì, via Condotti nel tratto centrale è di normale transito veicolare).
Insomma si tratta di una mozione del tutto inutile a cercare di far luce sullo strano intervento di via della Frezza, con l’intento di farne una vera occasione di riqualificazione della strada. L’unico motivo per approvare un tale atto è di voler assecondare l’operato della Giunta del Municipio, Presidente in testa, che ha agito di nascosto ai cittadini ed agli stessi consiglieri municipali, arrivando a contravvenire a specifiche procedure amministrative.
In conclusione, se questa è la classe politica che il PD romano riesce a proporre per il futuro prossimo siamo messi davvero male, costretti a sperare che prima o poi il buono del M5S riesca a venir fuori (benché ormai si sia ben oltre il tempo massimo).