Eccola la scritta che ha fatto andare su tutte le furie l’assessore al Turismo Alessandro Onorato. Anzi la foto è proprio la sua, scattata forse mentre andava a prendere un aperitivo sulla bella terrazza del Soho House, uno dei luoghi più cool del momento. Qui, infatti, si fermano a cena i ragazzi della Roma bene, gli esponenti della politica di sinistra, artisti e imprenditori.
Ma c’è di più: il graffito vandalico è opera di un movimento anarchico (c’è la classica A cerchiata che però Onorato non ha ripreso nella sua foto) e – in un’altra parte dell’edificio – è stata tracciata la Z che sposa l’invasione russa dell’Ucraina.
Dunque, in questo piatto ci sono tutti gli ingredienti per la ricetta di una perfetta indignazione: l’hotel di lusso, l’ambiente radical chic e una presa di posizione politicamente scorretta sul conflitto internazionale. Onorato lo definisce “gesto ignobile“, le scritte nelle sue parole diventano “vergognose” e via con le dure condanne contro i vandali. Peccato che tutte le altre tags che hanno devastato la nostra città lascino indifferente la giunta e la politica che apre l’occhio solo se viene toccato il proprio “milieu” mentre sul resto nulla sembra indignare.
Anzi la condanna a senso unico equivale a legittimare le altre scritte vandaliche quelle che impiastrano i muri di tutti i palazzi, che sfregiano le vetrine e le saracinesche dei negozi. Quelle non sono un “gesto ignobile” sol perché veicolano messaggi che non urtano la sensibilità di una certa classe politica. Dunque scrivere su un albergo di lusso (che presumibilmente dispone dei mezzi per cancellare subito) un messaggio contro l’Ucraina va condannato, mentre imbrattare un palazzo di viale Marconi o di via Nomentana con una frase d’amore o con un inno alla propria squadra di calcio non interessa a nessuno.
Doppiopesismo che non è solo dell’assessore Onorato, responsabile del turismo e che dunque dovrebbe ancor di più tenere all’immagine della città. Ma anche di tanta altra politica pronta a intervenire solo se qualcuno le pesta i piedi. Tutti ricordiamo il graffito del bacio tra Di Maio e Salvini, del 2018, che fu cancellato in pochissimi minuti sebbene il murales di Berlino cui era ispirato, quello del bacio tra Honecker e Breznev, avesse fatto storia. Ma il nostro non andava bene era troppo imbarazzante.
Così come avviene ormai su Facebook, Twitter o Youtube dove vengono cancellati profili che esprimono idee non allineate, sui muri vengono cancellate scritte non allineate. Mentre per tutte le altre si chiude un occhio, anzi due.
Non è questo il messaggio giusto, assessore Onorato!! La condanna va sollevata nei confronti di tutti coloro che hanno preso i muri per lavagne, che non rispettano lo spazio degli altri, a prescindere dal messaggio che si lancia e dal luogo ove lo si scrive.