L’incredibile storia delle due fermate consecutive della metro B, Policlinico e Castro Pretorio, chiuse per la sostituzione delle scale mobili l’abbiamo raccontata fin dall’inizio; fin da quando c’erano tutti gli elementi per evitare una chiusura contemporanea di due fermate consecutive, ma chi di dovere si stava facendo dei sonni colossali.
Era gennaio 2020 quando, grazie ai nostri straordinari collaboratori, avevamo avvertito dei gravi rischi che si stavano correndo con le due fermate a causa del fine vita di tutti gli impianti di traslazione.
Così scrivevamo:
“Policlinico ha un’affluenza molto elevata ed una profondità di oltre 15 metri. Inizia ad esserci il concreto rischio di chiusura o che resti aperta solo in uscita. Se dovesse chiudere, sarebbe veramente incomprensibile il motivo per cui si sta provvedendo alla sostituzione iniziale di solo la metà delle scale mobili.
Castro Pretorio è la situazione più critica. Affluenza molto elevata e un’unica rampa profonda quasi 22 metri. Con queste premesse, la chiusura è altamente probabile, a meno di lasciare la stazione aperta con una sola scala mobile funzionante in salita, con i lavori in corso. Se dovesse chiudere, sarebbe veramente incomprensibile la sostituzione iniziale di solo 3 scale mobili su 4.”
La normativa prevede la sostituzione integrale di ascensori e scale mobili dopo 30 anni di esercizio. Il fine vita tecnica è pertanto un fatto ben noto.
Non a Roma, non per ATAC, e nemmeno per il Comune.
Come prevedibile l’amministrazione capitolina non ha predisposto nulla per evitare la chiusura contemporanea e quindi ad inizio ottobre 2020 fu chiusa Castro Pretorio (2,2 milioni di passeggeri nel 2019) e a fine novembre 2020 la fermata Policlinico (fondamentale punto della mobilità, con 4,8 milioni di passeggeri in ingresso nel 2019).
Inoltre, incredibile a dirsi, per entrambe le fermate l’amministrazione non ha mai reso note le date previste per la riapertura!
Agli inizi di dicembre, sempre in assenza di previsioni sulle riaperture, immaginammo che sei mesi avrebbe potuto essere il tempo necessario ad effettuare gli interventi. Con sei mesi di chiusura, considerando il numero di passeggeri che normalmente utilizzavano le due fermate, calcolammo in circa 3 milioni i passeggeri lasciati a piedi dall’incapacità dell’amministrazione capitolina.
Oggi scopriamo che ci eravamo sbagliati, di molto e per difetto.
L’ultima novità è infatti rappresentata da una lettera, inviata ad ATAC dai commissari del concordato, dalla quale emergono particolari di una gravità senza precedenti.
Per la fermata Policlinico, alla data del 30 dicembre 2020, non risultava alcun contratto per la sostituzione di una delle due coppie di scale mobili. La ditta appaltatrice ha indicato in 334 giorni il termine per la consegna dei lavori dal momento dell’ordine (gli impianti vanno costruiti su misura), a cui seguono almeno altri 30 giorni per i collaudi e le verifiche degli organi competenti.
Nella migliore delle ipotesi quindi la fermata Policlinico riaprirà a fine dicembre 2021. Oltre un anno di chiusura totale di una fermata da quasi 5 milioni di passeggeri annui!!!
Analogo discorso per Castro Pretorio, dove sono in corso importanti lavori all’infrastruttura di contorno agli impianti, che risultava danneggiata.
Ancora una volta scadenze programmate che nessuno è stato in grado di programmare per tempo. L’intera macchina amministrativa presenta enormi criticità in quanto a delineazione delle responsabilità, competenze, comunicazione, pianificazione ed esecuzione.
Sono problemi gravissimi che però non sembrano preoccupare alcuno, visto che continuano a ripetersi con preoccupante regolarità.
A rimetterci, sempre e unicamente i cittadini.
11 risposte
di chiunque sia la colpa, l’anima deli mejo mortacci vostra !
mlm
Si dovrebbero vergognare, incompetenti!
E ula fermata e necessaria a tutti i cittadini per la vicinanza ad un ospedale un anno di lavori vergogna Roma capital. vergogna e la solida Italia l
Dopo il danno la beffa parcheggi inesistenti e ha pagamento pochi mezzi sostitutivi e fermate lontane dal policlinico per non parlare per arrivare all’universita
In sei mesi quanti incompetenti sono stati cacciati? Tutti via a cominciare dal Sindaco.
Che vergogna per Roma! Dopo lo stadio che sarebbe stato un investimento da 1 miliardo di euro, pure per sostituire le scale mobile delle metro diventa un dramma! Ma non solo per policlinico e castro pretorio pure Bologna e Flaminio(da anni)ad esempio ma ce ne sono altre ferme da tempo se non anni … ma quanto costano comprarle, installazione e la prova? Miliardi di euro? Non credo… Colpa di questa amministrazione se il trasporto pubblico, che è fondamentale per questa città gigantesca, è in queste condizioni.
E’ una vergogna sia perchè hanno messo in difficolta’ tanti pazienti ma anche quasi tutto il personale. io sono un’infermiera e sono stata costretta ad arrivare sul posto di lavoro con la macchina percorrendo ogni volta andata e ritorno 1 ora di strada, dato che il numero dei passeggeri che scendono a piazza Bologna , visto che la fermata policlinico è chiusa da quasi un anno,è molto elevato e anche causa covid, per tutelare soprattutto i miei pazienti che sono immunodepressi, sono stata costretta a venire con la macchina. inoltre considerando lo stipendio di noi infermieri italiani,che non voglio nemmeno commentare,. per me è stata ed è, una spesa notevole. E’ indecente siano sempre noi cittadini a rimetterci, tanto loro vanno in giro con la macchina e anche spesati. Spero che i responsabili prima o poi riceveranno cio’. che gli spetta per la loro incompetenza
In un paese somale in un anno si costruiva una stazione ex novo
Mi sa che sei stato ancora una volta ottimista visto che tra un mese sarà passato un anno dalla chiusura di Castro Pretorio.
La cosa più tragica è che la fermata successiva di Bologna ha ascensori e scale mobili inutilizzabili.
Io vedo tutti i giorni persone anziane dirette all’ospedale Policlinico con borse e valigie arrancare sulle scale nell’indifferenza degli operatori ATAC che se ne stanno rilassati a guardare il proprio telefono cellulare.
È uno spettacolo penoso