Lo scopo era discutere di commercio nella città storica. Ma si è parlato anche delle altre zone della città e dei problemi gravissimi legati all’ambulantato, ai bed and breakfast e alla trasformazione di troppi negozi in ristoranti, pizzerie, birrerie e fast food.
Il convegno organizzato dal Coordinamento Residenti Città Storica, ieri sera alla Cappella Orsini, è stato l’occasione per affrontare alcuni temi scottanti che i blog antidegrado denunciano da anni.
COMMERCIO AMBULANTE. Sia gli interventi dal palco, sia le domande del pubblico hanno messo in primo piano la questione delle bancarelle e dei venditori ambulanti. Segno che il tema è molto sentito a tutti i livelli. L’assessore a Roma Produttiva ha confermato una notizia importante: “Le concessioni per la stragrande maggioranza degli ambulanti, oltre 12mila, scadranno a luglio 2017”. A quel punto la direttiva Bolkestein andrà necessariamente applicata e dunque tutte le licenze dovranno essere messe a bando. Alcuni operatori – pensiamo ai mercati rionali – avranno diritto di prelazione per l’assegnazione delle nuove licenze, ma l’intero settore andrà rivisto e ridisegnato. E’ un’occasione unica per seguire l’esempio di quanto fatto per i cartelloni pubblicitari. Diarioromano ci tornerà nelle prossime settimane.
Nel frattempo, ha affermato il presidente della commissione commercio Corsetti, il territorio va controllato. “Ma non serve fare multe a chi gestisce la bancarella, spesso un extracomunitario che ha preso in affitto l’azienda. Occorre colpire il titolare della licenza, arrivando alla revoca”.
ATTIVITA’ DI SOMMINISTRAZIONE. Non passa inosservato il numero di nuove pizzerie, paninerie, kebaberie che stanno prendendo il posto degli altri negozi. Il problema – ha spiegato la presidente del primo Municipio Alfonsi – sta in una norma regionale che ha permesso di sostituire le vecchie canne fumarie con sistemi alternativi. Quei locali dove prima era impossibile aprire un ristorante sono diventati improvvisamente negozi di somministrazione “a freddo“. Un sistema piuttosto semplice che ha permesso la proliferazione di queste attività stravolgendo il commercio di vicinato. Alfonsi ha portato l’esempio di via dei Coronari: su 13 negozi che somministrano cibo, 4 sono presenti da anni e regolari e 9 hanno aperto negli ultimi tempi con lo stratagemma dell’attività “a freddo” o con i cosiddetti “carboni attivi” al posto delle canne fumarie.
Il problema sta anche nella delibera della giunta precedente – ha aggiunto Corsetti – che vietava l’apertura di nuovi kebab, pizzerie al taglio e altre attività. Ma molti hanno aperto sfruttando una categoria merceologica generica (gastronomia calda e fredda) e hanno così aggirato la norma.
I residenti hanno ricordato quanto sia diventato difficile vivere in strade piene di locali aperti ad ogni ora e hanno chiesto una revisione dell’orario.
OCCUPAZIONE DI SUOLO PUBBLICO. Non solo tavolini, ma anche menù affissi ai muri e ombrelloni irregolari sono passati, nel Primo Municipio, sotto il controllo del cosiddetto “ufficio di scopo”. E’ un esperimento che la mini-sindaco Alfonsi sta portando avanti per evitare che le pratiche restino aperte e pendenti per anni e non si arrivi mai a sanzioni reali. “Se darà buoni frutti – ha garantito Marta Leonori – lo estenderemo in tutta Roma”.
Sulla questione delle residenze fittizie che rendono irreperibili ristoratori e bancarellari (ve ne abbiamo parlato pochi giorni fa), l’assessore ha annunciato di aver già cancellato oltre 400 attività che avevano una finta residenza presso la Caritas o Sant’Egidio.
Tanti sono stati i temi sollevati dalla relazione introduttiva dei rappresentanti dei residenti città storica. “Le piccole irregolarità quotidiane, assieme all’abusivismo, alle bancarelle e ai b&b non autorizzati producono un clima di illegalità ormai insostenibile”. In più si sono detti preoccupati per la possibilità che è stata concessa alle librerie di occupare il suolo pubblico, così come della parte del nuovo Piano del Traffico che permette il passaggio dei pedoni e dei veicoli al centro della strada, lasciando i lati disponibili per bancarelle o tavolini.
Insomma molta carne al fuoco che Diarioromano affronterà con articoli appositi nei prossimi giorni, dandovi conto con maggior dettaglio, delle notizie emerse da questo interessante incontro.
7 risposte
Ma ringraziamo Dio che via dei Coronari non è più solo un trionfo di vecchi antiquari! Ora è una via più viva e divertente!
Ma come puoi dire che via dei Coronari e’ più viva con tutte le sozzerie di fast food di pessimo livello piuttosto che vedere delle eleganti vetrine di antiquari
Ma tu Andrea hai bevuto prima di scrivere ????
@Andrea: “vecchi antiquari”? E come li vorresti gli antiquari? Nuovi forse?
Eppoi, di strade “vive e divertenti” ce n’è fin troppe in centro ormai; se una rimaneva un po’ paludata e sonnacchiosa, ultima enclave di antiquari, non sarebbe stato poi così male. E a chi non piaceva poteva anche passare altrove.
Mandiamola tutta in malora la città, che poi sì che ci divertiamo …
@Roberto: ma sai di cosa stai parlando? Io a via dei Coronati ho vissuto per 10 anni e ci passo ancora con regolarità. Prima era una strada morta, piena di antiquari di vecchia impostazione (questo intendo per “vecchi”) che avevano come unica preoccupazione giornaliera quella di non parcheggiare la macchina troppo distante dai loro negozi.
Negli ultimi anni hanno aperto una delle migliori gelaterie artigianali di Roma (non lo dico io eh), una pizzeria avviata da uno dei migliori chef di Roma (non lo dico io eh), una pasticceria di qualità, piccole botteghe di moda. La via ora è frequentata assiduamente da turisti e residenti (anche con una piccola area pedonale su Piazza San Salvatore in Lauro), con la conseguenza che si vedono molte meno macchine passare per quella strada. Strada che dovrebbe essere pedonale, ma sulla quale le macchine passavano senza vergogna. Non c’è mai confusione, né scene di degrado ben visibili altrove.
Il commercio buono è sempre una toccasana per una città, è così ovunque. Ma a Roma no ovviamente, meglio – come tu dici – restare legati a una palude di strada.
Io invece non posso dire di conoscerla così bene via dei Coronari, essendoci passato saltuariamente negli anni e neanche tante volte.
Recentemente ci sono stato e quello che mi ha colpito sono stati negozi di cibarie che tutto mi sembravano men che di qualità, a partire dalle insegne esterne.
Sarà che mi sarò fatto influenzare dalle urla di dolore di quelli di SOS Coronari … Diciamo che ci torno e mi faccio un’idea più meditata.
Comunque il fatto che i vecchi antiquari abusassero dei loro veicoli non vuol dire che meritassero la sparizione, essendo quello un tipo di commercio che difficilmente si riesce a reimpiantare. E, ribadisco, non è che possiamo pensare di avere tutte le strade del centro storico “vive e divertenti”, piene di localini di qualità. Ce n’era una destinata tradizionalmente ad un certo tipo di commercio, non credo sarebbe stato un delitto cercare di proteggerla.
ma di cosa parlano questi il commercio ambulante neanche sanno cosa e’ e i sacrifici che ci sono dietro parlano di una legge che neanche conoscono si evince dalla loro spiegazione le leggi in italia gia’ ci sono fatele rispettare non abbiamo bisogna dell,europa o meglio stare sulla poltrona a sparare cazzate la Bolkestein solo per favorire alcuni a sfavore di altri che da anni lavorano duramente vergognatevi
Caro Corsetti prima di arrivare alla revoca per chi ha affittato le concessioni ambulanti, spiega perchè i municipi hanno sempre consentito sia all’affitto della licenza con intestazione delle reversali agli affittuari sia la vendita con tanto di Notaio. mi sembra una chiara contraddizione-