I rifiuti si estendono a perdita d’occhio. Ce ne sono di ogni genere, dai mobili agli scarti edili, inclusi quelli pericolosi. Quando diarioromano si è introdotto nell’ex campo rom di via del Foro Italico la scena ha lasciato senza fiato perfino noi che ne abbiamo viste di tutti i colori.
Qui tutto era stato pulito tra il 2020 e la prima parte del 2022 con un dispendio di uomini e mezzi davvero ingente. Per una prima bonifica Ama aveva chiesto 320 mila euro. Poi, per completare l’intervento, la Municipalizzata aveva presentato un preventivo di 513 mila euro. A maggio del 2021, la Regione Lazio bandì una gara per la pulizia dell’area del valore di circa 200 mila euro e alla fine il risultato era positivo. Nell’ex campo erano rimasti pochi rifiuti e solo i resti della pavimentazione delle baracche, ma nessun pericolo per l’ambiente e le acque di Tevere e Aniene che qui si incontrano.
Nel frattempo una pattuglia della Polizia Municipale aveva costantemente vigilato sull’area per evitare nuovi insediamenti e scarico di materiali. Nella primavera del 2023, la situazione era ancora discreta con solo piccoli sversamenti ma nulla di preoccupante.
Il disastro vero deve essere arrivato nel mese di agosto, quando qualcuno (probabilmente svuotacantine, ditte edili con pochi scrupoli e cittadini incivili) hanno portato qui quintali di rifiuti di ogni genere. E le foto che seguono mostrano uno sfacelo senza precedenti.
Ogni angolo dei diversi ettari di terreno è coperto da materiali, a volte pericolosi come gli scarti edili della foto qui sopra che a prima vista contengono amianto. E poi tonnellate di abiti, mobili vecchi, elettrodomestici, plastica.
Un polmone verde, un’area ambientalisticamente importante per via della confluenza dei fiumi di Roma, è di nuovo compromessa e ridotta ad una discarica, dopo una pulizia costata alla collettività quasi un milione di euro. Una zona veramente sfortunata, prima presa ostaggio dal campo nomadi abusivo che qui è rimasto per circa 15 anni, lasciando dietro di sé un disastro.
E ora di nuovo un danno alla natura di dimensioni enormi. Quello che manca sono le cosiddette fototrappole, le telecamere che fino a pochi mesi fa erano gestite da un agguerrito nucleo di agenti della Polizia Municipale, il NAD, e poi sono state distribuite ai diversi gruppi territoriali con risultati piuttosto scarsi. Se qui ci fosse stata una fototrappola seguita e curata, oggi non ci troveremmo in queste condizioni.
Il costo della nuova bonifica ammonterà a centinaia di migliaia di euro. E ora chi pagherà e soprattutto ne varrà la pena?
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2 risposte
sarebbe bastata una recinzione come fatto in via dell’ippodromo di To di Valle, anch’essa ricettacolo di svuotacantine e zozzoni
Triplo danno erariale, i responsabili ci sono eccome!